[Pop/Indie, 2018]
Tutta la vita è il nuovo singolo di Gazzelle che anticipa l’uscita del secondo album ufficiale. Numerose sono le aspettative e le domande che gli ascoltatori si pongono. Quella più di tutte è: manterrà i sound minimal del progetto precedente o userà un hype del tutto nuovo?
Se in Superbattito avevo percepito vibrazioni molto nostalgiche nel sound, quasi alla ‘british’ anni ’90, nel nuovo brano si nota un lieve stravolgimento. Affiancato al mood che lo contraddistingue, c’è una strumentale alla ‘italiana’, con pianoforte e batteria che creano una sorta di serenata amara e sincera. Dunque la nuova traccia, almeno dal punto di vista sonoro, presenta un hype diverso dal passato.
Analizzando il testo, mi è tornato alla mente un film del 2011 intitolato La fine è il mio inizio, in cui il protagonista, in condizioni critiche, decide di registrare tutti i suoi dialoghi con il figlio. Questo per dire che le parole usate da Gazzelle, sembrano uscite da un nastro registratore durante una giornata difficile.
Il cantautore romano usa autoironia impassibile per parlare della solitudine dovuta dall’abbandono di una persona importate.
“Cerco nel fiume una foto buona da scattare
e dentro la tasca una mano da dimenticare
ma non se ne va e neppure rimane.”
Con queste poche righe racchiude al meglio il concept del brano. Sentirsi soli nello spirito. Ripescare nello scatolo dei ricordi sempre qualcosa che faccia da endorfina nei momenti di tracollo.
Metaforicamente, la cornice che racchiude questa storia è la generalizzazione delle risposte.
Gazzelle, con Stiamo bene anche soli, utilizza il suo punto di vista come visione di tutti. L’attesa aumenta la voglia di scoprire cosa riserverà il nuovo album. Le premesse sono affascinanti.
CM