Autoritratto 44, su carta A4.
Ogni tanto realizzo un autoritratto per affermare ancora la mia esistenza su questa dimensione comune chiamata ‘realtà’. L’autoritratto è di forte impatto non soltanto perché rappresenta l’Io dell’artista, esposto in modo diretto al pubblico, ma anche perché la mano con cui si esegue il processo può variare sempre il segno nel corso del tempo. Perché l’essere umano è in continuo mutamento, in continua evoluzione fisica, mentale e spirituale.
L’ipotesi è quella di riuscire ad immortalarmi nel corso della vita, come fossi un apparecchio fotografico dell’anima. Trovo interessante notare le varie sfumature di me stessa, sfogliarmi come un vecchio album di famiglia.
Siamo sempre noi, ma da altri punti di vista.
Questo disegno illustrativo è stato creato con dei semplici pastelli ad olio. La scelta del materiale è molto importante quando si cerca di dare profondità ad una figura apparentemente semplice. Fa parte dello studio del linguaggio con cui cerchiamo di comunicare un’idea.
Non conta che sia pregiato, conta il risultato. Conta la capacità di riuscire a valorizzare un opera con quel che si ha.
Il dualismo cosmico dell’equilibrio fisico-spirituale: capacità di elaborazione interna e di traduzione esterna.
Sara Zotaj for Siloud
Sara Zotaj sa cosa vuol dire osare: è un’artista, ma afferma di essere un “Adulto Indaco”.
Cittadina del mondo nei geni e nella cultura, studia l’arte e la vive in ogni sua forma. Nelle sue opere, particolare importante, c’è una parte fisica e una spirituale, crede che tutto ciò che si sente possa essere tradotto attraverso il linguaggio artistico. Sara vuole trasmettere emozioni, le stesse che, a suo dire, oggi vengono banalizzate e sottovalutate. Le sue opere sanno insegnare come vivere le sensazioni.
Instagram: @pallidelentiggini
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