Nome: Alessandro Cognome: Franzoni In arte: Alessandro Franzoni Età: 20 Città: Desenzano del Garda (Brescia) Nazionalità: italiana Brani pubblicati: 12 Album pubblicati: 1 Periodo di attività: dal 2018 Genere musicale: Indie, Pop Piattaforme: Spotify, iTunes, Apple Music, Google Play
Chi è Alessandro Franzoni?
Mi chiamo Alessandro Franzoni, ho 20 anni e vengo da Desenzano del Garda (cittadina in provincia di Brescia). Mi sono appena diplomato come grafico pubblicitario.
Come nasce la tua passione per la musica?
Mi sono avvicinato alla musica sin da piccolissimo, mi ha sempre affascinato questo mondo, penso non ci sia modo migliore per esprimersi. Mi è sempre piaciuto ascoltare musica, cantare e scrivere testi, quei testi che però tieni solo per te insomma.
Compiuti i 18 anni e dopo aver preso qualche lezione di chitarra, decisi così di mettermi in gioco e provare a concentrarmi prevalentemente su questa passione, che col passare degli anni era cresciuta sempre di più. Iniziai a fare cover e pian piano a scrivere delle piccole bozze di canzoni, che successivamente sono diventate canzoni vere e proprie. Tutto è partito così da “Cenere”, la mia prima canzone prodotta, nonché il primo singolo del mio disco, 12.
Che musica e quali artisti generalmente ascolti?
Ascolto praticamente di tutto. A mio parere ogni genere ha qualcosa di bello ed interessante, a suo modo.
Sono cresciuto con il pop (con i vari Tiziano Ferro, Elisa, Giovanotti, ecc.), con il cantautorato italiano (con De Gregori, Battisti, Dalla e Vasco). Ora come ora ascolto Indie, Pop, R&B, Trap. I miei punti fermi però sono Ultimo, Franco 126, Coez, Rkomi e XXXTentacion.
Parlaci della tua musica!
Ho sempre pensato che la musica sia il modo più veloce per comunicare cosa provi agli altri, un modo per unire persone e raccontare storie quotidiane che ognuno di noi vive ogni singolo giorno. Ogni singola frase di una canzone può ricordare qualcosa a qualcuno. Per questo mi piace paragonare la musica ad una foto.
Ho iniziato a fare musica per sfogo, una liberazione da qualcosa che non ti soddisfa o che vorresti avere. La mia musica parla di quotidianità, piccoli episodi e immagini, ciò che mi succede e ciò che sogno. Scrivo di me, delle persone che mi circondano, dei luoghi che frequento. A mio parere tutto è buono per scrivere una canzone.
Non ho un genere fisso, tendo a variare con quello che provo in un preciso momento. Non vorrei etichettarmi, ma se dovessi farlo direi che faccio indie/pop. Una canzone per me è un piccolo episodio di qualcosa di più grande.
Come nasce un tuo pezzo?
I miei pezzi nascono da una melodia. Cerco di mettere insieme una melodia forte ed un testo altrettanto forte: questo secondo è il punto principale e più importante per creare una canzone che possa arrivare nei migliori dei modi alla gente che ti circonda. Tutto questo cercando di essere il più vero ed il più sincero possibile. Anche il beat/base è molto importante. Deve rappresentare il mood che vuoi trasmettere.
Da poco è stato pubblicato il tuo nuovo album 12: come è nata l’idea di questo progetto?
Devo essere sincero, inizialmente fare un album era l’ultimo dei miei pensieri, volevo pubblicare molti singoli uno ad uno e vedere il riscontro degli ascoltatori. Mi sono accorto poi che i primi 3 singoli pubblicati avevano molte cose in comune, quindi decisi di creare qualcosa di più grande, un libro per tutte le pagine che volevo raccontare di questi ultimi 2 anni; chiudere un cerchio insomma.
12 parla, appunto, di questo, degli ultimi due anni. Non a caso il disco contiene 12 tracce, numero non casuale, ma numero molto importante per me. E’ un concept album e parla delle varie sfaccettature di una storia d’amore, in tutte le situazioni che possono capitare. Ho messo insieme tutte le emozioni coltivate e provate in questo lungo periodo, dalle più belle alle più brutte.
Il disco ha un sottofondo malinconico, dolce e speranzoso. Ho scelto di variare molto nel disco inserendo vari mood e generi (dalla canzone pop alla canzone estiva, dalla canzone con base trap alla canzone interamente parlata).
C’è un percorso preciso che hai voluto ripercorrere con la sequenza di brani?
Sì, il disco ha una tracklist basata sulla varietà, sul rendere l’ascolto il più fluido e semplice possibile. 12 è un viaggio, per questo a mio parere è molto importante ascoltarlo da cima a fondo, in ordine possibilmente.
C’è una frase nell’album che ti rappresenta di più o una che rimanda a qualcosa di realmente importante per te?
Ci sono molte frasi del disco che ho molto a cuore, ma le principali sono:
- “Ti cercherò nel sole quando fuori piove, ti cercherò tra gli altri quando sei da sola” (tratta da TRA UNA FERMATA E L’ALTRA)
- “Pensavo che star male fosse comodo, pensavo che star bene fosse un obbligo” (tratta da VETRINE)
Prima di 12, avevi già prodotto qualcosa?
No, 12 è stato il mio primo progetto prodotto, quasi interamente autoprodotto.
Cosa è cambiato nel tempo nella tua musica che ti ha portato poi a questo tuo ultimo progetto?
Come già detto in precedenza, il passaggio dall’idea del fare il disco ed il completarlo è stata una cosa abbastanza veloce.
Cosa pensi cambierà in te e nella tua musica nel futuro?
Spero che la gente capisca cosa voglio dire, il messaggio che voglio mandare. Credo che non ci sia cosa più bella del farsi capire attraverso le passioni che ognuno di noi ha, nel mio caso la musica.
12 è solo un passaggio, arriveranno molte altre cose in futuro. Spero di suonare tanto dal vivo, vedere tanta gente e sentire che le canzoni piacciono e trasmettono quello che vorrei che arrivasse.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Vorrei ringraziarvi per avere letto questo articolo. Se vi va passate a sentirmi e magari datemi un parere, buon ascolto!
Alessandro Franzoni for Siloud