InTheMusic: Gelida Estate EP, Guè Pequeno

[Rap, 2019]

Dopo più di una settimana di ascolto, oggi vi parlerò dell’ultimo progetto del guercio intitolato Gelida Estate.

Gué Pequeno, uno stacanovista da sempre all’interno del rap italiano, ogni anno in maniera prepotente si reinserisce con la sua musica cambiando e reiquilibrando il rap game.

Qualche anticipazione Gué l’aveva già data durante la sua intervista per Radio 105, ma non mi sarei aspettato nulla di tutto ciò.

Nonostante il successo di Sinatra (primo sotto l’etichetta BHMG), ingiustamente il rapper milanese è stato spesso criticato per scelte tendenzialmente più contemporanee e differenti dalle vecchie produzioni. Con appena cinque tracce, in Gelida Estate è riuscito nuovamente a zittire le parole di troppo, dimostrando come riesca ad anticipare i trend e lo sviluppo musicale. Un silenzio tombale per tutti i detrattori, anche perché la critica più frequente era: “Non sei più quello dei Dogo“. Questo per indicare l’attitudine della crew milanese che su queste basi hanno scritto la storia del rap nel nostro paese, stando a sottolineare come ultimamente l’artista l’avesse ‘smarrita’.

Gelida estate, Gue Pequeno

Tornando all’EP, il guercio ha riportato la rabbia dei Dogo in una chiave fresca e giovanile. Punchline, strada e psicodramma raccontati con un flow incontrastato. Nonostante la differenziazione dei sound, dove variano dallo storytelling alla hit estiva, la narrazione riesce a creare sempre uno scenario di spessore.

In più, c’è da precisare il fattore più importante dei brani: la credibilità. Quanti rapper newschool sono ‘figli’ di Guè’? L’emulazione dello stile e della scrittura ormai è pane quotidiano, ma quasi nessuno parla di cose che realmente gli appartengono. Il dettaglio nei testi, la realtà che sorge nell’ascoltatore, dimostra come l’artista viva di appartenenze e drammi.

La tracklist è:

  1. Niente Photo
  2. Bamba
  3. Montenapo feat. Lazza
  4. Maledetto
  5. President Rolly feat. Farid Bang

Indubbiamente il brano che mi ha stravolto maggiormente è Maledetto. L’iniziale riferimento alla perdita del padre, la condanna nell’aver bruciato il tempo disponibile, l’autodenuncia alla sua anima. Nonostante fossero situazioni intime di Gué, mi sono riaffiorate davanti agli occhi, quasi fosse la visione di un film.

Se ancora avete dei dubbi sulla forza dell’artista, andate ad ascoltare Gelida Estate e darete merito alla storia del rap italiano!

CM

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