Quando ho deciso di scrivere un articolo sullo “slow living” mi sono chiesta come spiegare questo concetto a chi ne leggesse per la prima volta.
Mi è venuto in mente un episodio raccontatomi dalla nonna: quando era bambina, nel tragitto per andare a scuola sulla collina di fronte, si fermava tutte le mattine vicino ad un cespuglio di bacche e mentre scarpinava in mezzo alle vigne se le mangiava con gusto. Per lei, era la prima ed irrinunciabile gioia della giornata.
Ripensandoci anni dopo, capisco quanto questo piccolo episodio si colleghi alla necessità di oggi, sempre più evidente, di trovare “angoli lenti”, fatti di cose semplici, di rituali che ci tengano in contatto con la nostra identità.
“Slow living” è un concetto che parte dal desiderio di vivere un tempo che non è schiavo della frenesia: non è un tentativo di tornare indietro, ma piuttosto il voler adattare la nostra condizione ad uno stile di vita più … “a passo d’uomo”.
Ci lamentiamo degli orari serrati, degli impegni che non lasciano tempo per respirare, ma nel concreto cosa possiamo fare?
La filosofia slow richiede innanzitutto una scelta da parte nostra. La scelta di poter trovare tempo anche in mezzo al traffico.
SLOW MIND
“Il corpo sa tutto” (era il titolo di un libro di Banana Yoshimoto), ma la mente guida.
E avere una mente serena, di cui ci prendiamo cura, è il primo passo per stare meglio anche fisicamente.
Spesso è una competenza da allenare, se non imparare da zero. Gli studi scientifici ci dicono come oggi i tempi di attenzione si siano abbassati a livelli minimi; siamo iper-stimolati da mattina a sera; i nativi digitali crescono a ritmo fast , imparando subito come utilizzare uno smartphone ma perdendo la capacità di concentrarsi a fondo su di un libro, sulla soluzione di un problema, sulle proprie emozioni.
Ma, come lo stomaco, anche il cervello è un organo flessibile, ed è possibile ri-educarlo nel senso opposto. Come?
Uno degli aspetti fondamentali della filosofia slow è la riconnessione con la natura , che non necessariamente deve implicare gite fuori porta (che a volte, proprio per i tempi stretti risultano essere stressanti tours de force ), ma può consistere più semplicemente nel dedicare mezz’ora al giorno ad una passeggiata, possibilmente in uno spazio verde, dove il nostro cervello può ricavare ossigeno ed alimentarsi. Avere poi l’occasione di trascorrere il tempo del fine settimana all’aria aperta è un altro validissimo strumento per rilasciare le tensioni e fare ricarica di energie (lasciando in borsa i cellulari).
Trovare del tempo per sè durante la settimana è un altro metodo scaccia-tensioni, ma non basta: è importante dare a quel tempo qualità . Nei social abbiamo relegato gran parte del tempo libero che utilizziamo accumulando immagini, notizie ed altri pensieri. Insomma, non proprio il massimo: disconnettendoci dalla realtà proviamo la falsa sensazione di liberare la testa, mentre avviene l’opposto.
Ecco perchè appare importante differenziare le esperienze di tempo libero -preferendo
quelle fuori dalla rete – ma soprattutto trovare dei momenti per stare soli con noi stessi, per riconnetterci ad un mondo interiore di cui spesso sappiamo ben poco. La meditazione ad esempio, viene avanti sempre di più come metodo per apprendere questa competenza, ma anche come strumento terapeutico per tanti malesseri collegati allo stile di vita moderno (ansia, ipertensione, difficoltà relazionali).
SLOW FOOD
Se è vero che siamo ciò che mangiamo, come non dare importanza al fattore alimentazione e alla scelta di ciò di cui ci nutriamo? Lo “ slowfood ” è un progetto che già da anni mira a contrastare la “ fastlife ” promuovendo il piacere della tavola e della convivialità, la tutela di territori e tradizioni locali nell’ottica di una “gastronomia sostenibile” (fonte: https://www.slowfood.it/ )
Nel quotidiano mangiare slow significa innanzitutto legarsi al tempo giusto, preferendo i
prodotti stagionali, che sono una ricchezza immensa nel paese in cui viviamo. Questo aiuta ad impostare una dieta variegata, che valorizza alcune piccole gioie (ricordate le bacche della nonna? Maturavano solo in estate e per nove mesi si aspettava con trepidazione).
Mangiare slow vuol dire scegliere e cercare tutto ciò che possiamo trovare a km zero e, perchè no, cucinare più spesso, producendo alcuni semplici prodotti. In casa mia, in estate, si è sempre fatta la marmellata: noi bambini avevamo il compito di estrarre i noccioli dalle prugne, la nonna, con inesauribile pazienza, le pelava e la mamma le versava nel pentolone mescolando tutto: era un modo per vivere la cucina tra generazioni. E’ ancora possibile? Sì. Nel nostro piccolo, oggi si fa il sale aromatico con le erbe dell’orto del balcone, si realizza la passata in casa con l’uso del microonde (è possibile creare il sottovuoto con i contenitori appositi), si fa seccare la lavanda per fare i biscotti con i fiori. Tutto può cambiare, ma se resta la condivisione e il piacere di realizzare qualcosa con le proprie mani, tutto è come una volta.
SLOW HOME
Vivere semplice, in un contesto fisico privo di oggetti superflui ed ingombranti può essere di grande aiuto (e Marie Kondo sarebbe perfettamente d’accordo).
Ma non basta. Vivere la casa è un concetto che va oltre il mero luogo in cui mangiare e dormire, o il circo disordinato da dover tenere pulito, ma lo identifica come rifugio, luogo sicuro, posto in cui essere completamente a proprio agio. In questo senso, è possibile trovare piacere nel costruire poco alla volta il proprio nido e nell’arredarlo in maniera che ci rispecchi. Copriamo i muri di quadri se siamo amanti dell’arte, scopriamoli se abbiamo gusti minimal. Scegliamo i materiali di cui ci vogliamo circondare e facciamo in modo da poter godere di spazi di relax creati su misura. Poniamo particolare attenzione all’elemento luce: una casa luminosa di giorno e soffusa di sera è una casa accogliente, che trasmette energia positiva anche nel momento in cui si è stanchi. Un’appartamento di design, non pensato per ospitare, per sdraiarsi sul divano con gli amici, resterà solo un bell’appartamento di design.
Mettere l’anima nelle cose, negli oggetti che ci circondano, è la chiave per vivere slow anche le quattro mura, per dare identità e valore al quotidiano.
La letteratura italiana sull’argomento è ancora in fase crescente. Predecessori di questa corrente possono essere considerati la filosofia Hygge (di paternità danese ed arrivata fin da noi con l’omonimo libro edito da Mondadori) e la sua “cugina” Lagom (di matrice svedese), anch’essa rappresentata da omonima pubblicazione Bur.
In Italia è possibile trovare l’adattamento di un magazine inglese (“ In the moment ”) tradotto come “ La tua felicità ”, mensile edito da Lunasia Edizioni e il neonato “Slow home slow living” , trimestrale creato e realizzato interamente da un team di blogger ed esclusivamente incentrato sull’argomento riportato nel titolo. Per ora è possibile acquistarlo unicamente on-line all’indirizzo del sito: www.slowhomeslowliving.com
Elena Tagliaferri for Siloud
Se state cercando nel mondo del web un angolo di paradiso fatto di foto, vintage e dettagli, Elena Tagliaferri e i suoi canali social sono il posto giusto in cui fermarsi. Una donna che fa delle sue passioni un viaggio è sicuramente la personalità giusta per noi di Siloud.
Per lei l’idea del blog era un sogno, ma senza avere tra le mani uno spunto serio non è mai riuscita a sviluppare concretamente e in maniera continuativa questo progetto. L’acquisto della prima casa è stato finalmente in trampolino di lancio.
Link: www.orsomelone.wixsite.com Instagram: @noneunblogdicasa, @orsomelone
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