Salve a tutti lettori di Siloud!
Noi abbiamo approfittato dei lunghi mesi estivi per fare scorpacciate di buon cibo e provare nuovi locali, in giro per l’Italia e non solo.
Che la pizza napoletana sia quella più amata e più imitata di tutte è ormai cosa ben nota. In qualsiasi città e in qualsiasi paese capiti di trovarsi non mancano tentativi di emulazione più o meno veritieri del “cerchio” più famoso di tutti i tempi.
È dalla grande e, alle volte, ossessiva attenzione per questo prodotto che nasce la nostra volontà di testare con mano e stabilire, una volta per tutte, quali siano le attività che effettivamente onorino la tradizione partenopea e quali, invece, quelle che semplicemente millantano di farlo.
Di sabato sera, giorno internazionalmente dedicato alla pizza ci siamo recati alla pizzeria “Vai Mo’” in via Napoli 59 di Nocera Inferiore.
Da quanto capito dalle recensioni precedentemente lette, erano in molti ad elogiare la qualità del locale e dei suoi prodotti, in altrettanti, però, lamentavano la poca cortesia degli inservienti e la sostanziale mediocrità del cibo. Siamo sempre stati convinti che un onesto giudizio non possa prescindere da una constatazione oggettiva ed empirica: in poche parole, provare per credere. Si tratta di un locale di dimensioni abbastanza ridotte, ampliato d’estate con una sala all’aperto, arredato in modo semplice e spartano con chiari riferimenti alla Napoli dei “vasci”, ai vicoletti e alla vita prosaica che qui si conduce. A questo proposito abbiamo trovato molto carina l’idea del balcone con i panni stesi ad asciugare posto sulla parete posteriore del locale, con tanto di targa ad indicare il nome di un’ipotetica strada.
Ma veniamo subito al sodo.
Abbiamo cominciato con stuzzicherie varie per riscaldare bene i motori: nella fattispecie crocché e frittatine. Il primo salato, la seconda insipida; avendoli mangiato uno di seguito all’altro è difficile stabilire quale dei due effettivamente peccasse in condimento.
Poco entusiasti di questo inizio, ma comunque speranzosi in una migliore continuazione, ordiniamo le pizze.
Per attestare con sicurezza la bontà di una pizza bisogna partire dalle base, perché è dalle cose semplici che nascono le più buone; per questo la decisione non poteva che essere la “Margherita comme a’ Napule”.
Per una pizza mediocre sarebbe blasfemo avere questo nome; quale sorpresa nello scoprirla incredibilmente somigliante alla sua progenitrice partenopea. Un impasto molto leggero, morbido e sottile allo stesso tempo; pomodoro e mozzarella che si sposano bene tra di loro; cornicioni soffici e poco bruciati; il risultato, insomma, un’enorme e buona pizza napoletana!
Per quello che riguarda la cucina, in questo caso il forno, non possiamo che definirci soddisfatti; i fritti un po’ sottotono ma una pizza assolutamente a livello.
Il personale è composto prevalentemente da giovani la cui inesperienza, alle volte, può essere scambiata per scortesia, ma non crediamo nella loro malafede.
In conclusione una buona esperienza, considerando anche l’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Con la speranza che i nostri consigli possano esservi utili nella scelta di cosa e dove mangiare, noi vi diamo appuntamento al prossimo articolo.
EatDifferent for Siloud
Marianna e Pasquale sono stati la scoperta più gustosa che noi di Siloud potessimo fare. Con il loro progetto EatDifferent, nato dall’amore per il buon cibo, faranno conoscere a voi lettori i migliori posti dove mangiare in giro per il mondo.
Attenti al mondo della cucina, i due foodlover hanno fatto visita (insieme o anche da soli) a tantissimi locali e hanno partecipato a diverse serate di inaugurazione o di presentazione di nuovi menù. Sono stati in Italia e all’estero, in città e regioni differenti, conoscendo e assaggiando diverse culture culinarie.
Instagram: @eat_different_
Cerca “Eat Different” su http://www.siloud.com per leggere l’intervista dei ragazzi e per vedere tutti gli articoli in collaborazione con loro!