A partire da domani venerdì 6 dicembre 2019, il famoso attore, ora anche talentuoso fotografo, Sandro Giordano, ritorna a casa con 30 dei suoi scatti, nell’esposizione IN EXTREMIS (bodies with no regret) in programma a Roma presso la galleria d’arte Sturni 1925.
Sandro, in arte Remmidemmi, descrive nelle sue opere la caduta: fisica ma anche e soprattutto simbolica. Abbiamo dato uno sguardo alla sua galleria e ne siamo rimasti affascinati. Dietro la mancanza di volti e i dettagli scenografici c’è una storia che Giordano vuole raccontarci.
Gli abbiamo fatto, per voi, qualche domanda sulla mostra. Nel frattempo, però, se volete sapere di più sul fotografo romano non vi resta che passare sul suo sito Remmidemmi – Sandro Giordano, in extremis
Ciao Sandro, il pubblico ti conosce per la tua carriera da attore ma oggi sei anche un affermato fotografo. I tuoi scatti sono quanto di più provocatorio e irriverente si possa trovare in una mostra. Le tue scenografie, tra l’altro, sono impeccabili: ogni dettaglio è al posto giusto. Da dove trai l’ispirazione per le tue fotografie?
Spesso la vita quotidiana, le piccole cose, possono sembrare banali, ordinarie, ma ciò che è normale per tutti, può essere fonte di grande ispirazione per me. Può capitare di vedere una donna passarsi semplicemente la mano tra i capelli, un gesto che potremmo fare tutti. Ecco, in quell’istante, dietro a quel movimento, percepisco la sua ossessione per la bellezza, l’urgenza di sembrare perfetta agli occhi di tutti e da lì m’immagino la foto e ci costruisco una storia. Mi piace osservare le persone nei minimi dettagli, quindi rendere visibile, la parte più oscura della loro personalità. Altre volte prendo ispirazione da fatti politico-sociali che non mi piacciono e che sento di voler denunciare.
Quando e perché ti sei avvicinato alla fotografia? E soprattutto com’è nato il tuo progetto IN EXTREMIS?
Come hai già anticipato, ho fatto l’attore per vent’anni. Il mio approccio alla fotografia è avvenuto con questo progetto, nel 2013. Tutto è nato da una brutta caduta in bici, e soprattutto dal fatto che poco prima dell’impatto, per attutire il colpo, non ho lasciato andare l’oggetto che tenevo in mano. Istintivamente ho salvato la barretta proteica e non me stesso. Dopo questo evento ho iniziato ad analizzare il mio comportamento in rapporto alle cose materiali, arrivando a questa conclusione: sono vittima di ciò che possiedo. Qualche settimana dopo l’incidente, un amico al mare, si era rotto una gamba cadendo da uno scoglio nel tentativo di salvare il suo smartphone. Lì ho capito che la cosa non riguardava solo me, ma forse tutti. Un po’ per gioco, ho iniziato a ricreare situazioni in cui la gente cadeva, proprio per porre l’accento sulla condizione in cui ci troviamo. Lentamente il gioco si è fatto sempre più serio, diventando terapeutico e soprattutto catartico.
La caduta e la mancanza di volti sono gli elementi fondamentali nei tuoi scatti. Cosa si nasconde dietro questa scelta stilistica?
È molto semplice. Per capire che stai sbagliando, che c’è qualcosa che non va nella tua vita, ma fai finta di nulla, ci devi sbattere la faccia. Solo così, quando sei a terra, sia interiormente sia fisicamente, hai la possibilità di rimetterti in piedi. “Cadere” è un bene, ti permette di entrare in crisi e di elaborare il male. In più, nascondendo il volto dei miei personaggi, invito lo spettatore a identificarsi in loro, così da costringerlo a pensare che potrebbe capitare anche a lui. Nessuno di noi è al sicuro, mai!
Quanto del tuo pseudonimo Remmidemmi è legato al progetto IN EXTREMIS?
“Remmidemmi” è un’espressione tedesca usata negli stadi per incitare la propria squadra a fare punto, ma vuol dire anche: “ribaltiamo il mondo, facciamo un gran casino“. Mi sembrava perfetto come nome d’arte in relazione a quello che faccio. Tra l’altro, un po’ come Dott. Jekyll e Mr. Hyde, anch’io mi sento sdoppiato. Remmidemmi è il fotografo sadico, Sandro Giordano, l’essere umano che si dissocia da quell’altro, spesso tacciato di misoginia solo per preferire, come modelli delle sue foto, le donne agli uomini. Non ci voglio entrare in questa storia, si assumesse le sue responsabilità.
Siamo curiosi di sapere cosa dobbiamo aspettarci in futuro da tuoi scatti. Qualche spoiler sulle mostre in futuro?
Da buon nerd di cinema horror, mi piacerebbe ricreare più situazioni splatter di omicidi e squartamenti vari, ma devo fare attenzione a che non sembrino troppo reali. Rispetto alle mostre, il 6 dicembre ne inauguro una nuova a Roma, trenta foto in esposizione presso l’elegante galleria Sturni 1925, in pieno centro. Torno nella mia città natale dopo cinque anni, sono molto eccitato.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Fate attenzione a come e dove mettete i piedi.
Sandro Giordano for Siloud
Credits: Identity Communication
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