InTheShot: Luca Pipitone, interview

Nome: Luca
Cognome: Pipitone
Anni: 23
Città: Roma
Nazionalità: Italiano
Professione: Fotografo

Luca Pipitone

Chi è Luca Pipitone?

Un ragazzo di 23 anni di Roma con una macchina fotografica in mano che per lavoro “preme un pulsante” al momento giusto, come direbbero in molti.

Come ti sei avvicinato al mondo della fotografia?

Ho sempre avuto la passione per la fotografia, ma fino a qualche anno fa non potevo definirlo “lavoro”. Scattavo foto col telefono, cose inguardabili viste con gli occhi di oggi.

Tutto si è evoluto quando una persona, che rimarrà per sempre importantissima nella mia vita, mi ha regalato la mia prima reflex, una Canon 1100d che ancora ho. Da quel momento ho iniziato a sperimentare e ogni volta che scattavo sentivo il desiderio di saperne di più. Tanto che inizialmente, uscito dal liceo, volevo con tutto me stesso fare fotografia all’università. Per vicende varie poi mi sono ritrovato a fare architettura e la Canon era diventato solo un hobby. Mi limitavo ad essere quello del gruppo bravo a fare le foto. Poi un giorno mi è capitata l’occasione di lavorare per un gruppo musicale, di cui non farò il nome, che ho seguito per  qualche anno, prima di distaccarmene per problematiche interne. Ma devo molto a loro, in quanto la vera occasione di lavorare professionalmente è nata effettivamente in quel periodo. Da quel momento in poi non ho mai pensato ad altro che alla fotografia come futuro per me.

Non riusciamo ad associare una parola ai tuoi scatti, “espressivi” sarebbe perfetto ma allo stesso tempo troppo riduttivo. Cosa cerchi di catturare con i tuoi scatti e cosa cerchi di trasmettere a chi poi li guarda?

È una domanda difficile, forse per qualsiasi fotografo. Il tutto si racchiude nell’attimo. In uno scatto ci deve essere il momento che reputi perfetto, quello che ti ha lasciato qualcosa dentro alla sola vista di un posto, di una persona o di una luce particolare. La difficoltà è riprodurla, perché personalmente gli scatti migliori li ho fatti vivendo prima con occhi miei un paesaggio, una situazione. Poi ho impugnato la macchina fotografica.

Sul tuo profilo Instagram si possono osservare paesaggi, scorci, persone e concerti: cosa accomuna tutti questi soggetti?

Questa è una cosa strana, lo so, ma non lo so nemmeno io e non siete i primi a dirlo. Penso che Instagram sia un contenitore di quello che vogliamo far vedere al nostro “pubblico”, ma non solo. Io lo vivo molto come una sorta di “curriculum” che chiunque può visionare, nonché un canale perfetto, per chi ama la fotografia, che consente di far vedere al mondo di cosa è capace.

Sempre con riferimento al tuo profilo Instagram, le tue storie fisse sono in realtà dei raccoglitori tematici (se così si possono definire). La sezione “Wallpapers” è quella che raccoglie un po’ tutti i tuoi scatti paesaggistici ed architettonici. Quali caratteristiche deve avere una foto per entrare in questa categoria?

In quella cartella, che a breve aggiornerò con altri lavori, ci sono alcuni dei momenti che ho vissuto con più intensità. Difatti sono anche alcuni degli scatti a cui la gente ha risposto in maniera più che positiva. Ricordo amici, anche non stretti, che avevano le mie foto come sfondo ed è piacevole lo ammetto.

Quali sono le apparecchiature con le quali lavori? Quanto lavoro c’è di post-produzione dietro ogni scatto e quanto pensi questo sia importante?

Ho lavorato sempre con Canon, passando da una 1100d a una 760d, per arrivare alla 6D. Ma sto già pensando di passare ad un livello superiore.

Per quanto riguarda la post-produzione, inizialmente c’era molto lavoro, ma derivava tutto dall’inesperienza. Non sapevo dove mettere le mani, poi grazie ad una serie di studi che ho fatto ho imparato cosa e come farlo. Ad oggi, la post-produzione la ho già in mente nel momento stesso dello scatto e mi viene molto facile metterla in atto.

C’è uno scatto a cui sei particolarmente legato?

Pensa che mi è capitato di pensarci pochi giorni fa e ancora ci sto pensando. Non c’è mai lo scatto preferito, difatti apprezzo molto il termine “legato”. Ve ne allego 5-6 tra cui non saprei scegliere, un giorno magari vi dirò cosa significa per me ogni singola foto.

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Da quanto si può vedere sei un appassionato di musica. Per di più, sono diverse e occasioni in cui i tuoi soggetti sono artisti ed eventi musicali. Cosa unisce, nella tua vita, fotografia e musica?

Ho due grandi amori nella vita: la fotografia e la musica. Solo che non so suonare assolutamente nulla e del cantare non ne parliamo nemmeno. Però mi sentivo portato a fotografare, quindi mi sono sempre posto come obiettivo quello di unire le due cose. Fotografare gli artisti era il modo migliore per farlo. Direi che per ora sto riuscendo nel mio intento, quindi ne vado molto fiero.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Non lo so di preciso. Ad ora sto vivendo una delle esperienze migliori della mia vita all’interno dell’etichetta Honiro Label. Alzarsi la mattina per andare a fare ciò che ami davvero non è scontato e devo ringraziare chi mi ha permesso di mettermi alla prova. Oltretutto sto lavorando a stretto contatto con un fotografo, Lorenzo Piermattei, che stimo e da cui sto imparando davvero tanto, sia su come scattare che sulla post-produzione.

Spero di poter continuare a lungo in questa realtà, anche perché mi ci sto trovando molto bene e mi sto impegnando al massimo. Fortunatamente i primi risultati si vedono: posso citare la mostra all’interno dei raduni per il fan club di Ultimo a Roma (Atlantico) e Milano (Fabrique) del 23 e 24 novembre in cui compaiono diverse mie foto. Sono uno che vive con i piedi per terra, il resto si vedrà.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Sto per dire una delle cose più scontate al mondo. Rischiate, col solo obiettivo di fare ciò che veramente volete fare, e non pensate che sia la fortuna a dettare le regole del gioco, perché non è cosi. L’unica fortuna che vi auguro è quella di essere capaci di riconoscere le persone a cui dare la vostra fiducia. Io ne ho trovata una qualche anno fa e ad ora è uno dei miei migliori amici, nonché collega di tutti i giorni.

Quindi si, rischiate.

Luca Pipitone for Siloud

Instagram: @dopoesco
Credits: Paolo Canto

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