InTheFashion: Yūki, interview

Brand : Yūki
Team : Marco Cruciani, Valerio Tazza
Anni : 24, 22
Città : Roma
Nazionalità : Italiana
Professione : Studenti universitari
Sito Web : yuki-clothing.com

Ciao ragazzi! Prima di conoscere meglio il vostro brand Yuki siamo curiosi di conoscere meglio i fondatori… diteci qualcosa in più su di voi!

Siamo due studenti universitari di Roma, Marco e Valerio di rispettivamente 24 e 22 anni, Marco studia Ingegneria Informatica mentre Valerio Psicologia ma entrambi condividiamo da sempre la passione per la moda, soprattutto per lo streetwear.

Come nasce il brand Yuki e qual è il suo scopo?

Yuki è un progetto nato dalla volontà di fondere due culture che ci hanno sempre appassionato e dall’ ambizione di esprimere questo esperimento attraverso i nostri capi.
Il progetto nasce il 26 settembre 2018 durante una normale serata tra amici, discutevamo di come ogni giorno nasca un nuovo brand “streetwear” e di come questa parola venga spesso usata impropriamente. Oggi conta più la forma che la sostanza e ciò sminuisce i mondi che rappresentano il vero streetwear. Da questi presupposti abbiamo cominciato a pensare di poter creare un brand che cercasse di comunicare un qualcosa di autentico, in cui la gente si potesse rispecchiare.

Abbiamo fatto un po’ di ricerche online per capire meglio da dove provenisse il nome che avete dato al brand; come potevamo aspettarci, le sue origini sono giapponesi. Cosa significa questo “Yuki” e perché avete scelto di utilizzare proprio questo nome?

Il nome simboleggia le due culture che vogliamo rappresentare, infatti cambia significato a seconda di come si legge la lettera “i” del nostro logo. In giapponese “Yūki” significa coraggio mentre in inglese capovolgendo la “i” si ottiene “yuk!” che significa “che schifo!“.
Il significato giapponese è strettamente legato al nostro slogan “From Below”, mentre quello in inglese è icononico dello stereotipo che ad oggi conti più la forma che la sostanza.

Il vostro slogan è “From Below”: cosa significa?

Il nostro slogan è strettamente legato alle storie che accomunano gli artisti che hanno reso famosa la cultura streetwear, da Frank fairey che affiggeva gli sticker con il volto di Andre The Giant nella Carolina del Sud a Shawn Stüssy che firmava le sue tavole da surf a Laguna beach. From below è lo slogan per tutti quelli che hanno il coraggio di credere nelle proprie ambizioni, per chi parte dal basso e persegue i propri obiettivi.

I vostri capi, o più in generale il vostro brand, cercano di fondere l’underground statunitense con lo street fashion giapponese: come è possibile riuscire a far coesistere due culture così lontane?

Valerio è sempre stato appassionato della cultura surf e skate statunitense e delle influenze che questa ha avuto sulla moda soprattutto dagli anni 90 in poi, ha sempre seguito questo mondo ed i suoi principali protagonosti come Stüssy, Vans, Obey, Supreme, Trasher ecc.
Marco invece è sempre stato un appassionato della moda streetwear giapponese, dei suoi tratti stravaganti e di come questa per alcuni dei suoi più importanti designer fosse una vera e propria attitudine, uno stile di vita, come ad esempio per Nigo o Shinsuke Takizawa, fondatori di Bape e Neighborhood.
L’ ammirazione per questi due mondi e la voglia di creare un brand che potesse rispecchiare le nostre passioni hanno portato come naturale conseguenza un brand con l’intenzione di fonderli. Il modo in cui cerchiamo di farlo è quello di realizzare dei capi contaminati da elementi rappresentativi di entrambe le culture.

Abbiamo notato che attraverso il vostro brand cercate di rispecchiare un modo di vivere, probabilmente legato alla vostra personalità, pur stando al passo con i tempi. Avete ideato il cursore e avente anche utilizzato stampanti 3d per creare il deisgn delle vostre hoodie. Come avete fatto tutto ciò? Cosa significa, per voi, innovazione nel vostro settore?

Inventare e reinventarsi nel campo della moda non è semplice soprattutto in un mercato come quello di oggi, noi abbiamo lavorato circa un anno per trovare un qualcosa di innovativo che ci differenziasse dagli altri e che soprattutto rimanesse coerente con il progetto che stavamo portando avanti. Durante questo periodo cercavamo un elemento di design che rendesse unico il nostro primo capo, abbiamo provato innumerevoli soluzioni che si sono rivelate inadatte prima di arrivare all’utilizzo della stampa 3d.

La stampa 3d ci ha dato la possibilità di poter creare ciò che immaginavamo ma non eravamo in grado di realizzare.

Dal concept alla produzione: come nasce un vostro capo?

Ogni capo deve raccontare una storia, deve avere dei tratti di entrambi i mondi che stiamo cercando di rappresentare. Per prima cosa individuiamo la storia, dopodiché iniziamo a scegliere quale capo possa rappresentarla al meglio. A questo punto lasciamo spazio alla creatività e valutiamo ogni idea che possa comunicare ciò che vogliamo esprimere. Per tutta la fase di ideazione e creazione lavoriamo in completa sincronia , successivamente Marco si occupa della creazione dei contenuti e Valerio del marketing e della sponsorizzazione.

Quali sono al momento i capi che avete sul mercato? Riuscireste ad individuarne a cui siete particolarmente legati?

Al momento sul mercato abbiamo la nostra kāsoru-hoodie in due colorazione nera e grigia; è il primo capo con cui siamo usciti sul mercato e a cui siamo particolarmente legati. Si tratta di una felpa con cappuccio con il nostro logo ricamato sul petto e stampato sul retro che con il suo tratto richiama l’arte del graffito, ma la cosa che rende unica questa felpa è il cursore che presenta un ideogramma sul fronte ,un kanjii giapponese che sta ad indicare il drop di cui il capo fa parte, in questo caso “inverno”. A seconda della colorazione della felpa le vengono abbinati tre cursori di colori differenti, al momento abbiamo prodotto sei colorazioni.

Il nostro secondo capo è la Graffiti worldwide tee, su cui abbiamo lavorato a lungo curandone molto i dettagli. La maglietta presenta un taglio oversize con un ricamo lato cuore.la particolarità di questo capo è l’ illustrazione sul retro, un personaggio manga,elemento iconico per rappresentare la cultura giapponese, che esegue un graffito,rappresentativo della cultura statunitense underground.

Altre due curiosità: come supportate la vostra community e quali sono i vostri progetti per il futuro?

Teniamo molto alla nostra community e cerchiamo di valorizzare i ragazzi che ne fanno parte con incontri ed eventi. Realizziamo contenuti da condividere sulle piattaforme sociali per far conoscere mondi ai confini della società.

Per il futuro vorremo riuscire a far arrivare a più persone possibili il nostro messaggio e magari un giorno aprire il nostro primo store.

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato in questi mesi, in particolare a Gabriele Fossataro aka Niagara, Pietro Bianchi aka Peter White, Piermattia Lionello ed infine voi, il team di Siloud, che ci avete dato la possibilità di condividere la nostra storia.

Yūki for Siloud

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