Dal 3 al 24 aprile, Mantova ospita la prima edizione della Biennale della Fotografia Femminile, ideata dall’Associazione la Papessa con la direzione artistica di Alessia Locatelli. Un evento da non perdere per chi ama l’arte e la fotografia, ma soprattutto un’occasione per dare la giusta visibilità ad importanti progetti di eccezionali fotografe da tutto il mondo. Alessia Locatelli spiega: «Raccontare il mondo attraverso gli occhi delle donne significa poter dare risalto a uno sguardo, quello femminile, oggi non sempre considerato a sufficienza. Colpisce il respiro internazionale dei lavori ai quali ho voluto offrire una vetrina e una visibilità quanto mai necessaria nel nostro mondo globalizzato. Un mondo da indagare, ascoltare e costruire. Questo è quello che vedo nella Biennale della Fotografia Femminile». Filo conduttore che dà unità alle mostre, ai talk, ai workshop in programma, è il lavoro, tema attuale e urgente, ancora più delicato se indagato attraverso lo sguardo femminile.
Anna Volpi, presidente dell’Associazione la Papessa racconta : «Abbiamo cercato un argomento che potesse essere universale. Il lavoro coinvolge l’umanità intera, nella sua presenza o assenza, e non importa il genere, la religione, la cultura, la politica: è una necessità su cui oggi è importante attuare una riflessione».
Le fotografe invitate a questa prima edizione sono Rena Effendi, Sandra Hoyn, Annalisa Natali Murri, Claudia Corrent, Daro Sulakauri, Nausicaa Giulia Bianchi, Eliza Bennett, Erika Larsen, Betty Colombo, Mariagrazia Beruffi, Claudia Amatruda e Aldeide Delgado. Tuttavia, come precisa Alessia Locatelli, «la caratteristica “femminile” non si limita alla selezione delle professioniste invitate a esporre, ma riguarda anche le presenze ai talk, le lettrici portfolio, la regia dei film proiettati, nonché le protagoniste dei tre workshop (Letizia Battaglia, Betty Colombo e Sara Lando)». In programma, infatti, anche conferenze, proiezioni e letture portfolio, nell’ambito delle quali saranno selezionati due progetti che parteciperanno al premio nazionale Italy Photo Award a dicembre 2020 (in questo articolo le foto vincitrici dell’edizione 2019). Alle mostre si affianca il circuito OFF, grazie alla open call che ha ricevuto più di cento proposte di partecipazione da tutto il mondo. Tra queste sono state selezionate dieci fotografe, i cui lavori saranno esposti in un circuito off allestito in locali pubblici del centro di Mantova.
L’evento in sé rappresenta l’esito di un percorso di riflessione che le fondatrici hanno iniziato precedentemente, la cui rilevanza diventa fondamentale non solo per il mondo dell’arte ma anche per via degli aspetti sociali ad esso intrecciati.
La disparità di genere – argomento molto dibattuto, considerato alla radice di altri fenomeni gravissimi come la violenza contro le donne – si riflette in tutti gli ambiti sociali e culturali. Anche nella fotografia lo spazio dedicato agli uomini e alle donne non è lo stesso. Le fotografie scattate dalle donne non godono degli stessi spazi di quelli maschili: spesso sono relegate ad iniziative di Serie B, quindi risultano meno visibili; inoltre, veicolano un’immagine stereotipata, come se le donne siano in grado di occuparsi solo di determinate tematiche.
La Biennale di Fotografia Femminile diventa quindi un luogo privilegiato per portare attenzione sulle discriminazioni ancora oggi subite dalle donne e per questo si rivolge a tutti\e. Il suo intento, infatti, è quello di educare ad una visione globale ed inclusiva: in una parola paritaria. Il tema scelto per inaugurare questa prima edizione è – non a caso – quello del lavoro: in un’epoca in cui la disparità salariale (altrimenti detto “gender gap”), lo sfruttamento, il lavoro minorile, la precarietà, generano rapporti di potere che obbligano uomini e donne – vicendevolmente – ad assumere ruoli di privilegiati e svantaggiati, di sfruttatori e sfruttati, la fotografia diventa il mezzo privilegiato per mostrarne le conseguenze e gli effetti.
Se è vero, come affermava Paul Valéry, che “che gli occhi sono organi fatti per chiedere”, le autrici, le organizzatrici e le fotografe ci chiedono un nuovo sguardo e una nuova sensibilità, per realizzare – insieme – il cambiamento.
“Finché i talenti e le passioni delle donne
non valgono tanto quanto quelli degli
uomini, c’è bisogno di spazi.”
Nausicaa Giulia Bianchi, fotografa
Cristina Tedde & Alessia Dulbecco for Siloud
Laureata in Scienze Politiche e specializzata in Storia e Giornalismo, Cristina Tedde ha ammesso di scrivere per necessità. Ha iniziato parlando di politica sulla Nazione e solo poi si è dedicata a cultura, arte, moda e spettacolo.
Oggi vive e lavora a Firenze dove prende parte a numerosi progetti. Tra i più consolidati ci sono le riviste Elitism e Scimparellomagazine. Scrive per Siloud di argomenti sempre attuali e delicati, riuscendo a fornire ai lettori un punto di vista innovativo.
Instagram: @cri.ted
Cerca “Cristina Tedde” su http://www.siloud.com per leggere l’intervista di Cristina e per vedere tutti gli articoli in collaborazione con lei!
Alessia Dulbecco, pedagogista e counsellor per adulti e bambini, scrive per Contronarrazioni e affronta con estrema serietà le tematiche di genere per i quali oggi la società sembra non essere ancora pronta. Ama raccontare, un po’ meno raccontarsi.
Crede che nella sua professione conti molto il “cosa” e il “come”: è importante cosa si dice – la qualità dei contenuti – ma anche come vengono veicolati. Le piace comunicare sui social perché si raggiungono molte persone, anche quelle che direttamente non sarebbe facile coinvolgere.
Instagram: @alessiadulbecco Link: www.frammentidiundiscorsopedagogico.wordpress.com
Cerca “Alessai Dulbecco” su http://www.siloud.com per leggere l’intervista di Alessia e per vedere tutti gli articoli in collaborazione con lei!