InTheArt: Carla Mura, interview

Nome: Carla
Cognome: Mura
Anni: 46
Città: Padova
Nazionalità: Italiana
Professione: Artista
Sito web: www.carlamura.com

Carla Mura

Ciao Carla, presentati ai nostri lettori!

Sono nata in Sardegna, a Cagliari, ho vissuto lì per 30 anni e poi mi sono trasferita 10 anni a Roma. Adesso vivo a Padova, faccio l’artista da 20 anni dopo una lunga esperienza in marketing e comunicazione, lavorando per agenzie di pubblicità  per molti anni, sia a Cagliari che a Roma.

La mia vita è sempre stata molto dinamica e a volte dico che ho vissuto più vite, perché negli anni ho cambiato veramente molte situazioni, tre città diverse, compagni di vita diversi, adesso ho una figlia di due anni, ho svolto (come ho già detto) per anni un lavoro completamente diverso, ho una famiglia lontana. Non mi manca la diversità e le novità nel vivere. Non sono mai stata un’abitudinaria. Ho viaggiato molto, ho avuti ed ho molti amici che nel tempo sono cambiati o che si sono rafforzati come rapporti.

Come nasce la tua passione per il mondo dell’arte?

La passione l’ho avuta da sempre, da bambina, viaggiando e vedendo musei, frequentando artisti da ragazzina, gallerie d’arte, studio visit, e frequentando artisti, fotografi, chiunque avesse a che fare con l’arte, un po’ per caso, un po’ per sincronie caratteriali. Ho avuto sempre, nella mia vita, eventi legati a stimolare il mio proseguo in questo mondo, ho conosciuto Maria Lai, ho incontrato artisti sardi che mi apprezzavano e amavano, ho avuto visioni di artisti come Frida Kahlo mentre dipingevo o Van Gogh in un mio viaggio a San Sebastian – un po’ difficile da capire così forse, ma è la realtà. Quindi ho sempre avuto un’indicazione esterna di proseguire in questa carriera e devo dire che non riuscirei assolutamente a non farne parte.

La tua è una formazione da autodidatta o i tuoi studi hanno riguardato materie artistiche?

La mia formazione è nettamente diversa da quella puramente artistica, ho studiato nella scuola magistrale quindi avrei dovuto insegnare. Artisticamente mi sono formata da sola, da autodidatta, crescendo sempre di più per puro amore verso l’arte, le sue regole, e la libertà che mi dà. Di questo settore mi incuriosisce tutto, certo non mi piace vedere una omologazione degli artisti, quando vengono trattati in numero per fare esposizioni che raccolgono soldi per associazioni improvvisate o fiere mangia soldi.

L’arte e quello che ci dà, ci comunica e ci ha sempre comunicato; è una cosa seria, non si può ridurre a mero guadagno, si può veramente vivere meglio con essa e quindi bisogna averne rispetto. Ci sono artisti a livello internazionale che seguo e che ammiro, posso fare tanti nomi, a parte i nomi che tutti conoscete: Kiki Smith, Marina Abramovic, Frida Kalho, ne parlerò un’altra volta, perché è giusto entrare nel dettaglio del loro lavoro.

Perché hai scelto di essere un artista e cosa significa, ad oggi, vivere d’arte?

All’inizio del mio fare arte, non ho scelto di farlo volutamente. Ho iniziato per passione della manualità avendo suonato uno strumento musicale per tantissimi anni; evidentemente quando poi all’età di 18 anni ho smesso di suonare, la mia testa ha ricercato un proseguo nell’espressione e l’ho trovata nella pittura inizialmente e dopo qualche anno sono passata ad usare il filo.

Nelle mie opere c’è una realtà interiore molto spiccata con visione realistica dei dettagli di landscape (paesaggi) o strutture meccaniche (ponti) piuttosto che macchinari (pullman) o stati d’animo o voluti momenti di “critica” o ribellione verso un mondo frenetico, che va troppo veloce e si contrappone ai veri sentimenti o emozioni importanti che hanno sempre bisogno di tempi diversi per essere vissuti con intensità. Mi piace fermarmi. Non mi piace l’omologazione, cosa a cui tendono troppe persone.

Vivere d’arte è molto bello, ti appaga e ti riempie la vita, certo se c’è il riscontro di apprezzamento e di curiosità verso il tuo lavoro. Io continuo e lavoro sempre, molti dei miei colleghi o amici artisti hanno abbandonato questo mondo dorato ma difficile. Gli spunti e le ispirazione un vero artista le ha sempre, in qualunque momento della sua vita, che sia felice o che sia triste, che viaggi o che resti a casa, che sia solo o in compagnia. Il mondo interiore è ricco di emozioni, pensieri, sensazioni, dilemmi e creatività. Non ci si ferma mai, non si può decidere di andare in vacanza con la mente. O lo sei o no.

Essere e fare l’artista è una responsabilità, dopo anni, per chi ci segue, ci guarda, ci ascolta. Io spero di trasmettere valori o nozioni o emozioni che possano “aiutare” a vivere meglio e capire qualcosa in più della vita e del mondo in cui viviamo. A volte l’arte è difficile da capire, dobbiamo avvicinarci alla comprensione generale in modo che si guardi a questo mondo con il sorriso ma anche con una profondità di spirito importante. I greci dicevano che l’arte è l’elevazione dello spirito e questo è vero, sono perfettamente d’accordo.

L’arte è il mezzo perfetto per esprimere la propria creatività e la propria personalità. Nel tuo caso, la definizione corretta è “artista tessile”: il tuo fare arte si mescola alla perfezione con il mondo tessile. Da dove nasce l’idea di utilizzare il filo?

Artista tessile è un po’ limitato a mio avviso, non mi piace particolarmente, è vero che la materia che uso è prevalentemente il filo ma credo che l’idea del tutto sia fondamentale; mi definirei artista visiva in generale.

La scelta del filo è stata fortuita e casuale: durante una passeggiata a Roma in uno dei tanti mercati di antiquariato vidi una rocca di 500 g color beige e mi ispirò. Iniziai ad abbinarlo ai miei acrilici fino a diventare materiale preferito e unico dei miei lavori.

Nei miei quadri si possono distinguere varie tecniche, dall’astratto al geometrico e rigoroso. Ormai le uso tutte a seconda del momento psico-fisico.  Dico psico–fisico perché per la realizzazione di un’opera è importate sia lo stato psichico che quello fisico, visto che non sempre il nostro corpo e la nostra testa sono uguali. Sì, uso il filo come se dipingessi, le varie sfumature del colore le creo a seconda dei passaggi di filo che faccio ed anche a seconda della quantità di filo che utilizzo o della tecnica che uso. Le tecniche sono varie: lineare, discontinua, geometrica, attorcigliata, prospettica, astratta, ecc..

Il filo è il soggetto principale delle tue opere: questo ti rende unica nel panorama artistico nazionale e non. Riusciresti a dare una definizione della tua tecnica e del tuo stile?

Grazie! La mia tecnica ha una sua identità di linguaggio, la mia è un’arte sensibile. Il tempo per me è un concetto particolare, non ho tempi definiti nell’esprimermi, quindi i miei chilometri di filo di utilizzo rendono il lavoro ricco di intensità. Essendo un materiale tessile possono trasmettere sicuramente qualcosa in più rispetto a tanti altri materiali freddi; sono una donna passionale, quindi credo che il mio linguaggio mi identifichi e classifichi assolutamente. La mia astrazione fisica e mentale la rimando ai miei lavori, a volte sono sfuggente o misteriosa, quindi in termini artistici potremmo usare “astratto”, a volte sono precisa e potremmo usare quindi “geometrico o lineare”. Queste sono due caratteristiche sia del mio carattere e della mia personalità che, conseguentemente, del mio lavoro.

C’è una tua opera a cui sei particolarmente legata?

Le opere che mi rappresentano da anni sono la serie “Metropoli”: sono opere che io amo profondamente, che hanno la visione metropolitana in sé, viaggi che ho fatto (sia fisici che mentali) riportati poi sui miei quadri, ma anche dei viaggi immaginari. Questa serie è una delle più conosciute.

In questo nuovo anno 2020, sto realizzando opere molto geometriche, con pattern nuovi e con il plexiglass colorato, giallo, verde, blu; in più ho iniziato un lavoro molto interessante con il marmo, abbinato al filo o alla corda, nuovi materiali, nuove tecniche e quindi nuove scoperte di unione di materia differente.

Carla Mura, Silence

L’opera sopra si intitola “Silence“: il plexiglass diventa elemento fondante dell’opera, il colore è fondamentale per dare vita all’immagine ed anche per descrivere una carica forte e d’impatto nel quadro specifico. Il silenzio è il motivo che voglio sottolineare come se ci fosse un viso, con due occhi grandi e una bocca chiusa; fondamentale vivere in silenzio, fondamentale la solitudine per conoscersi meglio, fondamentale stare in silenzio in questo momento che viviamo con problemi di bullismo, di offese gratuite, di eccessi di verbalizzazione. Motivo di riflessione nelle mie opere, questo lo credo profondamente. Ho aggiunto in quest’opera anche la lana per dare più intensità al messaggio e all’opera specifica.

Vanti molte mostre in giro per l’Italia, diciamo che hai avuto molte occasioni per mostrare al pubblico la tua tecnica e le tue opere. C’è un evento che ti è rimasto impresso?

Sì, ho fatto tante mostre in Italia e anche qualcuna all’estero, ormai credo che molte persone riconoscano il mio lavoro e molte mi seguano, sempre di più. Sono contenta di questo, vuol dire che faccio un bel lavoro (sorrido).

Iniziai a Cagliari ad esporre, la galleria che mi seguiva era il Man Ray ed anche la Galleria G28, successivamente a Roma ho avuto la Galleria della Tartaruga, la Diagonale e tante altre, alcune ancora attive. Sono entrata nel giro di Achille Bonito Oliva che ha visto e apprezzato il mio lavoro. Adesso, stando a Padova, lavoro prevalentemente con Milano, sono entrata nella collezione Versace, nella collezione Benetton e molti appassionati d’arte, anche attori e persone dello spettacolo hanno i miei quadri a casa. Milano mi piace molto, mi piacerebbe vivere lì, ti allarga la mente e c’è uno stile inconfondibile che mi stimola molto: moltissime case arredate veramente con gusto e tanti appassionati d’arte che sostengono e amano gli artisti. Questo è ciò che dovrebbe essere in tutte le città d’Italia, perché credo che non siamo ancora arrivati a capire che l’Arte rende tutti migliori.

La tua è una tecnica fresca e moderna, è per questo che vederti sul web viene molto naturale. Online sei molto presente, si possono trovare le tue opere sia sul tuo sito (www.carlamura.com) che su altri spazi. Quanto è importante internet per il tuo lavoro?

Essendo una ex-pubblicitaria, ho sempre amato questo settore e quindi il mio sito l’ho fatto nascere parecchi anni fa con diversi collaboratori. Inizialmente la mia on-page aveva una frase di Nietzsche che io ho sempre voluto come riferimento del mio essere anni fa: “Bisogna avere il caos dentro per partorire una stella che danza”. È una frase molto forte che esprime a pieno quello che io stessa ho provato quando ho iniziato a creare, a fare, i miei quadri. Successivamente ho fatto realizzare il sito da un grafico romano molto bravo e oggi ho un sito semplice, fruibile a tutti, grandi e più giovani, in modo che possano capire il mio linguaggio artistico e avvicinarsi loro stessi a questo.
Nel mio sito si trova il mio percorso artistico, sia in termini di lavori sia in termini di esposizioni. Ovviamente i miei lavori sono selezionati, perché tutti non ci starebbero. Si trovano anche due critiche artistiche di due curatori importanti in Italia: il primo è Luca Beatrice, esperto d’arte da anni che ha presentato una mia mostra alla galleria Vecchiato di Padova, anni fa; l’altro è Alessandro Riva, geniale curatore che segue il mio lavoro da anni e che recentemente mi ha fatto esporre a Milano alla Galleria Vik per un progetto internazionale molto affascinante, lì trovate 11 miei quadri, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Andate a vederli!

Internet per me è molto importante, soprattutto per scambiare idee, confrontarsi quotidianamente, aggiornarsi sulle mostre mondiali, sentire e comunicare con tutti i “reparti” artistici, dagli amici artisti ai curatori, ai galleristi, ai giornalisti. Il mondo è sempre in fermento e noi tutti con lui per non lasciare niente di arretrato e di fermo. Bisogna sempre andare avanti e al passo con i tempi che ci detta la natura in primis.
Ormai possiamo collegarci a Musei di tutto il mondo via computer e vedere mostre stupende da casa, ci sono molto iniziative dal Metropolitan Museum di New York, dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Prado di Madrid, dal British Museum di Londra, e alcuni musei italiani stanno facendo un bel lavoro per adeguarsi ad una fruibile visibilità non fisica. Quindi facciamo a loro gli auguri che possano adeguarsi ai tempi internazionali e alle abitudini che saranno prese da tutto il mondo, sempre di più, in modo che si possano coinvolgere i giovani ma anche i malati o gli appassionati d’arte stando fermi, via web.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il 25 marzo uscirà una pagina dedicata al mio lavoro sull’inserto del Corriere della Sera Style Magazine, la trovate in edicola o via web.

La mia mostra alla Libreria Bocca di marzo è stata rimandata a causa del Coronavirus, quindi definiremo una data utile appena questo tremendo virus passerà. È una mostra che avrà 20 miei quadri, molti lavori nuovissimi, anche del 2020.

In primavera tornerò ad esporre nella città che mi ha adottato per 10 anni, Roma, con una mia personale, in una galleria vicino a Piazza di Spagna, poi Napoli è in cantiere da un po’, e la collaborazione con architetti importanti e bravi che lavorano in Italia e all’estero mi affascina molto ed è iniziata.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Mi rendo disponibile a rispondere alle loro domande direttamente nel miei social o nella mia mail, per qualunque dubbio sul fare arte nel 2020.

Grazie per la vostra attenzione, di questi tempi non è scontato, vuol dire che anche voi avete almeno un po’ l’arte nel cuore. Spero che questo diventi sempre più uno status normale e che fare arte e cultura non sia visto come un tabù. Grazie ancora, un abbraccio virtuale.

Carla Mura for Siloud

Link: www.carlamura.com
Instagram: @carlamura_
Facebook: Carla Mura

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