Band: Clio and Maurice Componenti: Clio Colombo, Martin Nicastro Età: 24, 27 Città: Milano Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Lost Album pubblicati: Periodo di attività: dal 2017 Genere musicale: Pop Piattaforme: Youtube, Spotify, Apple Music, Deezer, ecc.
Chi sono Clio & Maurice?
Martin: Clio and Maurice sono Clio Colombo e Martin Nicastro, rispettivamente di 24 e 27 anni, coinquilini di un piccolo monolocale a Milano.
Da un paio di anni la musica è la nostra prima attività, in senso allargato: è quello che studiamo e insegniamo, e, ovviamente, il modo in cui cerchiamo di esprimerci.
Cosa rappresenta il nome che avete dato al vostro duo?
Clio: Ho deciso di mantenere il mio nome per il nostro progetto, Martin ha preferito optare per un nome d’arte come un omaggio a Maurice Ravel, che ammira molto. Anche perché “Clio e Martin” siamo noi come coppia e ci sembrava strano allargarlo alla nostra identità di colleghi musicisti.
Il vostro è un duo molto particolare: perché avete scelto di fare qualcosa insieme?
Martin: Siamo una coppia da molti anni e in fondo abbiamo sempre voluto suonare insieme. Il tempo e le coincidenze della vita ci hanno chiarito le idee. Ascoltando gli Honeybirds and Peacedrums ci siamo detti: “Ma se loro riescono ad essere un gruppo completo solo batteria e voce perché non provare a fare la stessa cosa violino e voce?“
Ad ascoltare i vostri brani sembra che la musica per voi sia una sensazione, un sentimento da trasmettere. Cosa vi ha avvicinati ad essa? La vostra è una preparazione da autodidatta o ci sono dei veri e propri studi?
Clio: Abbiamo preparazioni un po’ diverse: Martin ha il diploma di violino al Conservatorio di Milano e il suo approccio alla musica pop è stato da autodidatta, soprattutto attraverso la sua esperienza nella sua band precedente, i Pashmak.
Entrambi ci siamo avvicinati al nostro strumento intorno ai 13 anni, io ho studiato in diverse scuole a Milano, tra cui la Nam, e attualmente sto studiando canto jazz alla Civica. Studio musica da quando ero bambina e l’ho sempre ritenuta parte integrante della mia vita, e durante gli studi alla Nam ho deciso di farne la mia professione. È stato un colpo di fulmine, ma per trovare la sicurezza come cantante ce n’è voluto di tempo. Martin è sempre stato amante dei Radiohead e recentemente si è avvicinato a Bjork, James Blake. Io sono passata dal pop al jazz, poi al soul e di nuovo al jazz, con particolare amore per Nina Simone e Billie Holiday.
Una voce e un violino sono tutto ciò che serve per creare un’atmosfera… sbalorditiva! Cosa volete trasmettere a chi vi ascolta?
Martin: La risposta non è così semplice!
Ogni brano per noi è un piccolo mondo, ognuno con le proprie regole, i suoi suoni e i suoi contenuti; come nascono questi mondi non è sempre facile da spiegare perché non ne abbiamo completo controllo, spesso si palesano tra le nostre mani senza che ci sia stato modo di progettare nulla. Su una cosa possiamo essere sicuri: per noi la musica è un mezzo di espressione potentissimo, sia individuale che collettivo. Il motore della nostra musica è quello che viviamo come individui, ma cerchiamo sempre di parlare agli altri e non solo a noi stessi.
Vi si definisce “duo impossibile”, non è molto sbagliata come definizione. Unendo voce e violino siete riusciti a rompere gli schemi. Perché questa scelta di ricercare una dimensione comune?
Clio: Un po’ per necessità, perché è nata prima l’idea di suonare insieme che di unire proprio questi due strumenti, e questo è quello che sappiamo fare.
Inizialmente i pezzi erano un flusso di coscienza, delle idee improvvisate e ci facevamo guidare dalle sensazioni e dai suoni, su cui poi formare il brano; ora prestiamo più attenzione alle strutture. Grazie all’utilizzo dei pedali, Martin riesce a fornire una base armonica sulla quale posso costruire una melodia vocale, che con il solo violino non è sempre facile. Ci piace sperimentare con le forme e con i suoni, quindi in alcuni pezzi utilizziamo solo voce e violino, in altri dei loop, in altri ancora delle basi registrate con il violino.
Non siete dei novelli nel mondo della musica, avete alle spalle live in vari Paesi dell’Europa e un tour (da poco terminato) in Marocco. Qual è stato il vostro percorso nella musica e come siete riusciti a portarla in giro per il mondo?
Martin: Portare lontano da casa la propria musica è in qualche modo il suo coronamento, perché verrà accolta semplicemente per quello che è da persone che non ti hanno mai visto prima.
Le nostre tournée nell’ultimo anno sono state un momento di crescita fondamentale, perché ci hanno permesso di capire cosa volevamo e come potevamo realizzarlo.
“Lost” è il vostro primo singolo: come lo avete realizzato?
Clio: “Lost” è la nostra prima canzone vera e propria. È stato il pezzo su cui abbiamo meditato più a lungo e il cui testo parla di un momento molto preciso, rispetto ad altri che hanno forme più libere e parlano di sensazioni più vaste.
Sicuramente siete coscienti di essere una novità assoluta nel panorama musicale. Cosa porterete di nuovo in futuro?
Martin: Abbiamo diverse tracce registrate insieme a Lost negli scorsi mesi e in questo momento stiamo registrando due brani nuovi e ne stiamo scrivendo altri ancora. Insomma stiamo lavorando per pubblicare qualcosa di nuovo in tempi brevi!
C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?
Grazie per essere arrivati fin qui!
Clio and Maurice for Siloud
Credits: Ufficio stampa Conza Press