[Indie Rock, 2020]
Per un paio di mesi, causa pandemia, sono rimasto chiuso nella mia casa ad ascoltare musica, l’unica cosa che mi ha permesso di evadere un po’.
Nonostante le numerose pubblicazioni, dirette di artisti e repost di video, niente mi aveva particolarmente stuzzicato fino ad un rilascio davvero inaspettato: quello dei Tre Allegri Ragazzi Morti.
Li avevo un attimo persi di vista ed eccoli spuntare con Quando, accompagnati da una copertina suggestiva alla Salvador Dalì dove si richiama La Persistenza della Memoria.
Un connubio metaforico che rappresenta idealmente lo scorrere del tempo nella situazione di cui ormai facciamo parte: Quando mi aveva stupito già al primo ascolto. I tre musicisti si presentano in una chiave differente, abbandonando l’eccessivo nichilismo che li ha sempre contraddistinti. Trovo il brano suggestivo e romantico. Ovviamente la lieve nota di malinconia non poteva mancare, è quello che ci piace, ma tutto sommato è un prodotto particolare.
Del ritornello ho capito di esserne diventato succube quando, durante una lezione universitaria (online, visto il periodo), anziché pensare alle spiegazioni cantavo:
Dimmi quando potrò
Passare a prenderti
Non dirmi mai più di no
Vieni giù, arrenditi.
La strumentale è un minuetto nostalgico d’altri tempi, con una batteria soft e arpeggio di chitarra.
Quando è il brano di cui avevamo bisogno, che riempie i buchi di solitudine di questi giorni amari. Vi consiglio di dare un ascolto, i Tre Allegri Ragazzi Morti non sono stati così morti stavolta.
MC