InTheMusic: Antefatti, interview

Gli Antefatti si sono formati circa 16 anni fa, seguendo quella che al tempo era la corrente che più gli apparteneva: il punk rock. Pian piano poi hanno cercato di evolversi in maniera naturale, sono cambiati i loro ascolti e sono cambiati loro.
Fango” è l’ultimo disco degli Antefatti, sicuramente il più particolare della loro discografia: il loro stampo in qualche modo si riconosce sempre, ma il suono generale dei brani che lo compongono riconducono più alla  scena post-punk/indie rock, che a quella punk rock da cui sono partiti. Un’evoluzione naturale, partita proprio dalla sala prove.

Band: Antefatti
Componenti: Fausto Firmani, Pierpaolo Canini, Edoardo Vitali
Età: 29/32
Città: Terni
Nazionalità: Italiana
Album pubblicati: 4
Periodo di attività: dal 2004
Genere musicale: Rock, Punk Rock, Indie Rock
Piattaforme: Spotify, YouTube

Antefatti

Chi sono gli Antefatti?

Gli Antefatti sono una band come tante altre probabilmente, ma che esiste da molti anni… questo possiamo dirlo forte! Ci siamo formati che eravamo giovanissimi, ai tempi delle scuole superiori per intenderci. Abbiamo iniziato seguendo quella che era la corrente che più ci apparteneva al tempo: il punk rock. Poi pian piano abbiamo cercato di evolverci in maniera naturale, sono cambiati i nostri ascolti e siamo cambiati noi.

Abbiamo registrato il primo disco quasi subito e pian pano sono incominciate ad arrivare le prime date. Forse è più giusto dire: “Abbiamo incominciato a cercare le prime date”. Da lì altri dischi e veri e propri tour.

Il nome della vostra band sembra rimandare a dei fatti accaduti nel passato: cosa rappresenta e perché lo avete scelto?

Ma diciamo che ci siamo accorti con il tempo che riguardo il nostro nome ognuno ha una sua interpretazione, noi però smentiamo sempre ogni voce di corridoio affermando che lo abbiamo trovato per puro caso.

Dovevamo cercare un nome così abbiamo aperto il vocabolario e questa parola ci ha letteralmente chiamato…ci siamo fermati alla A! Sforzo minimo insomma. Antefatti suonava bene!

Siete insieme dal 2002 e avete base a Terni, in Umbria. Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di trasformare la vostra amicizia in una band?

Io, Fausto (chitarra e voce della band), conosco Pierpaolo (bassista) sin da quando eravamo bambini in quanto mio storico vicino di casa. Siamo passati in maniera naturale dalla Playstation allo strumento, in quanto avevamo anche gli stessi gusti musicali. Per quanto riguarda Edoardo, invece, non è stato il nostro primo batterista, lo conoscevamo solo di vista e noi eravamo già una band con un disco all’attivo. Quando abbiamo avuto l’esigenza di cercare e sostituire il vecchio componente, che per ragioni personali ha lasciato la band, abbiamo subito pensato a Edoardo, giusto qualche prova di assestamento per fargli imparare i pezzi e due settimane dopo era già in furgone per il suo primo weekend live con noi… e dal 2008 siamo rimasti così.

Il Punk Rock è il genere a cui siete più vicini. Quali band o artisti seguite? C’è qualcuno a cui vi ispirate?

Siamo partiti ascoltando Blink 182, Offspring, Green Day e tutto quel filone che a fine anni ’90-primi 2000 spopolava un po’ in tutto il mondo. Un genere molto energico che a quell’età ci ha cambiato letteralmente la vita. Sono sicuramente questi gli ascolti che ci hanno reso una band, poi ovviamente imparando a suonare uno strumento e crescendo abbiamo in parte cambiato i nostri ascolti e con questo anche il modo di scrivere e comporre canzoni.

La vena punk rimane sempre e comunque anche nel nostro ultimo disco e non intendiamo sbarazzarcene per ora. Comunque chi ci conosce bene, da sempre, ha saputo ascoltare l’evoluzione e la crescita fatta dai primi passi ad oggi.

Il genere che producete è appartenente sempre al rock, tra i sottogeneri si possono nominare: indie rock, punk rock e post punk. Come definireste ciò che fate?

Le auto definizioni sono sempre difficili da dare, sicuramente nel nostro sound c’è come base il punk rock anche perché, come dicevo, è da lì che siamo partiti. Evolvendoci poi si possono notare influenze più indie rock che hanno scurito un po’ quelli che erano i toni colorati e spensierati che hanno caratterizzato la nostra formazione come band. Un’evoluzione naturale fatta di maturazione sia personale che musicale.

Una delle cose su cui ci siamo più dedicati in questa evoluzione è sicuramente la scrittura dei testi, nelle nostre canzoni parliamo sempre di più di esperienze e viaggi personali. Il nostro ultimo disco “Fango” è sicuramente l’album più introspettivo della nostra discografia.

Sin dal primo momento, quindi da subito dopo la formazione della vostra band, avete cominciato a scrivere pezzi vostri. Nel 2005 il primo disco, poi avete suonato live in giro per l’Italia e avete lavorato sempre a nuovi progetti. Parlateci della vostra attività nel mondo della musica, tra eventi, manifestazioni e nuovi dischi!

Il primo disco “Agisci” lo ricordiamo sempre con un sorriso, andavamo ancora a scuola e per noi è stato un traguardo eccezionale, anche perché siamo andati in provincia di Venezia a registrarlo, in uno studio importante e con la collaborazione di professionisti. Una buona rampa di lancio che ci ha portato ad avere la base per presentarci ad etichette indipendenti e a i locali che in quel periodo facevano musica live.

È stato poi qualche anno dopo con l’arrivo del secondo disco “è solo cadere con stile” che abbiamo fatto il salto di qualità, se cosi si può dire. La gente incominciava a cantare le canzoni, a comprare magliette e dischi e i nostri concerti in giro per l’Italia incominciavano ad essere seguiti e apprezzati dal pubblico. Dopo di che abbiamo suonato praticamente ovunque: festival, feste di paese, locali sgangherati, locali fighissimi, centri sociali, feste di compleanno, abbiamo fatto la band spalla a gruppi più importanti e allo stesso tempo abbiamo avuto noi band che aprivano i nostri concerti. Inoltre, abbiamo conosciuto tantissimi gruppi musicali con cui abbiamo stretto vere e proprie amicizie che durano ancora.

Il Punk Rock è un genere molto vicino alla tradizione americana: in che modo avete cercato di portare queste sonorità in Italia?

Sicuramente si tratta di un genere proveniente dagli USA, ma anche in Italia nel periodo in cui ci siamo formati c’era un movimento che possiamo dire simile: questo non solo ci ha permesso di poter prendere spunto anche da band italiane, ma anche di entrare a far parte di quel circuito indipendente che aveva una vera e propria cerchia di seguaci e fedelissimi.

Negli USA il genere a quel tempo andava forte e riempiva gli stadi, qui al massimo si riempiva un centro sociale, ma è stato bello farne parte, tuttora abbiamo contatti con promoter e locali conosciuti in quel periodo perché se bene la scena si sia modificata lo zoccolo duro in questo genere musicale è rimasto sempre.

Il vostro ultimo album è del 2019 e si intitola “Fango”. Come nasce questo progetto e cosa ha di differente rispetto a quelli passati?

Come accennavo prima, il nostro ultimo disco “Fango” è sicuramente il più particolare della nostra discografia. Il nostro stampo in qualche modo si riconosce sempre, ma il suono generale dei brani che lo compongono riconducono più alla  scena post-punk/indie rock, che a quella punk rock da cui siamo partiti. Un’evoluzione naturale partita dalla sala prove, abbiamo dedicato molto più tempo alla struttura dei pezzi e alla scrittura dei testi, cercando di ottenere una sonorità più scura e cupa rispetto a quella che avevamo fino ad allora. Abbiamo impiegato circa tre anni a scrivere questo album, fino ad allora non ci eravamo mai fermati per cosi tanto tempo, al contrario possiamo dire di avere fatto tutto senza pause e questa volta invece la sentivamo quasi necessaria.

Il disco è stato registrato, prodotto e  mixato da Emanuele Fusaroli, noto per avere registrato e prodotto album degli Zen Circus, Management, del Dolore post operatorio, dei Tre allegri ragazzi morti e molti altri ancora. Siamo stati più di un mese chiusi in studio a Ferrara con lui e abbiamo dato effettivamente vita a “Fango”!

Avete collaborato con molte persone, nella vostra carriera, fino ad oggi. Con chi avete intenzione di collaborare nel futuro e a quando la prossima uscita?

Più che collaborazioni gli Antefatti in questi anni si sono circondati di tante band amiche. A partire dalle Cattive abitudini (band punk italiana storica) che ha cantato un pezzo con noi nel primissimo disco fino ad arrivare poi alle collaborazioni intraprese con i gruppi del circuito Snatch records, etichetta indipendente con cui abbiamo organizzato date in giro per tutta l’Italia, stringendo legami che vanno ben oltre la semplice collaborazione lavorativa. Da poco siamo presenti a 360 grandi nel circuito web di realtà come Indie Italia MagazineSeituttolindie che ci hanno supportato sui vari digital stores.

I nostri obbiettivi non sono tanti, direi pochi ma buoni o meglio essenziali. Vogliamo continuare a suonare in giro per la penisola e riprendere il tour che purtroppo è stato interrotto dall’emergenza sanitaria. Come tutti, anche noi supereremo questo momento, recupereremo tutte le date perse e ne faremo uscire altre e tante, continuando a portare Fango in giro per l’Italia.

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

Mandiamo un caloroso abbraccio a tutti i vostri lettori e vi ringraziamo per il tempo e lo spazio concessoci. Dovrebbero esistere più realtà come la vostra che permettono a band indipendenti di poter spiegare meglio il lavoro che c’è dietro ad un disco, un progetto, un concerto.

Chi ancora non lo ha fatto è ancora in tempo per incominciarci a seguire. A presto!

Antefatti for Siloud

Instagram: @antefatti_
Facebook: @Antefatti
Credits: Giulia Massarelli

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