Adriano Di Mauro si è dilettato in tantissime arti: dal disegno alla pittura, alla fotografia, al montaggio video. Le sue passioni più grandi, però, sono due: la musica e l’illustrazione. “Adriano” è il suo progetto musicale, grazie al quale psichedelia e fantasia diventano realtà. La sua musica si associa principalmente al mondo elettropop, ma nelle sue produzioni si possono trovare tracce di cantautorato, elettronica, pop e lo-fi. “Galleggiare” è il suo ultimo progetto, un EP fatto di emozioni, sogni e ricordi.
Nome: Adriano Cognome: Di Mauro In arte: Adriano Età: 26 Città: Catania Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Vieniconme, Movimento, Cosa ci facciamo qui?, Galleggiare Album pubblicati: Galleggiare Periodo di attività: dal 2017 Genere musicale: Synth Pop Piattaforme: Spotify, YouTube, Apple Music, iTunes Store, Deezer, Tidal, Amazon Music

Chi è Adriano Di Mauro?
Bella domanda! Ho sempre cercato di capirlo e la musica mi sta aiutando a farlo. Ho 26 anni e vivo a Tremestieri Etneo, un paesino alle pendici dell’Etna (dove, tra l’altro, sono nato).
Non ho mai fatto solo il musicista, mi sono dilettato in tantissime arti: dal disegno alla pittura, alla fotografia, al montaggio video. Ma le passioni più grandi, quelle a cui ho dedicato maggiore attenzione, sono la musica e l’illustrazione. Tuttora studio all’Accademia di Belle Arti di Catania e ho recentemente iniziato a realizzare video animati.
Perché la scelta di utilizzare solo “Adriano” in ambito artistico?
Quando iniziai questo percorso musicale da solista non sapevo che nome scegliere e decisi, nella più sincera ingenuità, di usare il mio nome. Non voglio nascondermi dietro pseudonimi, ci ho pensato spesso, però in fondo preferisco metterci la faccia.
Qual è stata la prima volta che ti sei avvicinato alla musica e come si è evoluto il tuo rapporto con essa nel tempo?
Ho questo buffo ricordo di me che a circa 10 anni cerco disperatamente di trasferire delle canzoni da un disco al computer di casa, senza riuscirci. Quel disco non era mio e volevo possedere quella musica a casa mia. Ho tutta l’infanzia piena di ricordi legati alla musica: mia madre che mi fa ascoltare dischi e mio padre che suona ogni volta che ne ha la possibilità. Inevitabilmente ho cominciato ad avere voglia di suonare anch’io. Le prime volte ero imbarazzato nel suonare davanti a qualcuno e tuttora mi emoziono moltissimo ad esibirmi in contesti intimi, davanti a poche persone. Mi piace stare sul palco, mi sento a mio agio, l’energia del pubblico mi dà sempre molta carica.
Unisci molti generi nelle tue canzoni: cantautorato, elettronica, pop e lo-fi. Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato di più?
Da piccolo sentivo mio padre che suonava, in casa o alle feste, brani dei Beatles, di James Taylor e di Carole King al pianoforte. A circa 12 anni ho scoperto “Demon Days” dei Gorillaz e sono andato in fissa con tutto l’album. Aveva dei suoni che a quell’età mi trascinavano in un’altra dimensione. Poi, alle superiori, ho scoperto gli Arctic Monkeys e gli Strokes ed è iniziato il mio periodo rock, che mi ha trasportato fino alla scoperta degli anni ’80 e dei suoni elettronici, di cui mi sono innamorato. Alla musica italiana mi sono avvicinato successivamente. Mi sento molto influenzato da artisti come Sergio Caputo, Samuele Bersani, Cesare Cremonini, Cosmo, Battisti, Mina.
Sei un cantautore e un illustratore, due ambiti appartenenti sempre al mondo artistico-creativo ma apparentemente molto diversi. In che modo sono riusciti a fondersi nella tua vita?
Amo il mondo dell’immaginazione in tutte le sue forme. La musica e l’illustrazione riescono entrambi a farti immaginare, a trasportarti da un’altra parte. Amo il rapporto tra suoni e immagini e sono riuscito a mettere insieme le due cose quando mi sono avvicinato all’animazione. Ho creato i video animati dei miei singoli e questa per me è stata un’esperienza bellissima, che mi ha permesso di mettermi alla prova e di scoprire nuove capacità.
La tua musica si associa principalmente al mondo elettropop, fatto di sonorità elettroniche dall’approccio pop. Psichedelia e fantasia diventano realtà nei tuoi brani. Come definiresti il tuo stile e come sei arrivato a trovare il tuo sound?
Premetto che non riesco bene a definirmi o a riconoscermi in uno stile o in un genere, anche perché i generi musicali sono in continua evoluzione. Però la mia ricerca è stata molto lunga. In un primo momento ho cercato di capire quali sono i suoni che più mi piacciono, come creare un determinato effetto di synth e cose del genere. Successivamente Livio Lombardo de L’Eretico, il mio management, mi ha presentato Federico Doria, con cui ho iniziato a lavorare alla produzione dei miei brani. E dal confronto con Federico si sono sviluppate nuove scelte stilistiche.
Adesso mi sto concentrando maggiormente sulla scrittura e sulla sua caratterizzazione.
Dallo scorso anno hai pubblicato diversi brani: ognuno, nello stile, sembra essere l’esatto continuo di quello precedente. Il filo logico di completezza che si crea tra i vari singoli è davvero rilevante. Ci parli di tutte le produzioni firmate Adriano?
Per me è molto rilevante, soprattutto nel caso di questo EP che ho appena pubblicato e che si può intendere come un concept, dal momento che racchiude tutto un mio mondo che cerco di far venir fuori sia attraverso la musica che attraverso le animazioni. Questo però non esclude la possibilità di creare nuova musica che sia totalmente slegata dai progetti precedenti, purché abbia un suo contenuto e una sua identità.
“Galleggiare” è il tuo ultimo progetto, un EP fatto di emozioni, sogni e ricordi: ogni traccia al suo interno racchiude una piccola storia. Tra mille significati e richiami alla tua vita, come nasce questo progetto?
Tutto è nato dalla traccia “Vieniconme”, che ho scritto durante un viaggio in camper per visitare la Spagna. Ero ancora in Francia in quel momento e, guardando fuori dal finestrino, mi venne in mente tutto il testo, che cercai di non scordare.
Una volta tornato a Catania iniziai a comporre diversi brani, tra cui quelli che fanno parte di “Galleggiare”. Le sensazioni che fanno da ponte tra un brano e l’altro sono la leggerezza, la spensieratezza, il cercare di non prendersi troppo sul serio e di non dare un peso eccessivo alla vita.
Dal 2017 il progetto Adriano si è molto evoluto, tra ottimi riscontri, successi vari, esibizioni live e vittorie. Quali sono i principali momenti della tua carriera da musicista fino ad oggi?
Non scorderò mai il mio primo live, in un locale di Catania dove c’erano solo tre persone: in quel momento pensai che stavo sbagliando tutto! A parte questo ho ricordi bellissimi di ogni live, ma sicuramente quelli più emozionanti sono legati al tour di “Vieniconme”. Ricordo in particolare un live a Roma, uno dei primi nel quale ho suonato senza la band: ero emozionantissimo. Inoltre sono molto contento dell’ultimo concerto che ho fatto, perché mi ha permesso di passare le selezioni per il Mish Mash Festival, al quale non vedo l’ora di suonare.
Progetti per il futuro ne hai?
Sì, tantissimi! Ho un bel po’ di brani ai quali sto lavorando e che pian piano ho intenzione di far uscire. Sento praticamente ogni giorno i ragazzi de L’Eretico, per confrontare idee e discutere su come portare avanti il progetto. Mi sto anche dedicando a trovare nuovi modi di esprimermi musicalmente, quindi sono in una ricerca infinita. E spero di tornare a suonare presto in giro.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Consiglierei a tutti di fermarsi ogni tanto a pensare a quali sono le cose che li fanno stare bene e a cercare di custodirle il più possibile. E di cercare di prendere la vita con un po’ di leggerezza e ironia. Ogni tanto fa bene allo spirito.
Adriano for Siloud
Credits: L'Eretico Booking, Unomundo