Dietro Frammenti ci sono quattro amici, quattro studenti al termine del percorso universitario, tutti provenienti dalla provincia veneta dove, nelle notti desolate, hanno coltivato il loro rumore. Non c’è una parola precisa per poter descrivere ciò che fanno. Hanno uno stile tutto loro, molto interessante e stimolante. Hanno un profondo amore per la cassa dritta, abusano di sintetizzatori e intrecciano stili e vocalità molto differenti: questo è il modo con cui le loro sonorità li rendono unici.
“Punto di fuga” è il loro nuovo brano, dall’animo elettro-soul e con l’obiettivo di liberarsi dai propri incubi.
Band: Frammenti Componenti: Antonio Cettolin (GinToni), Francesco Da Ros (Paradiso), Alex Michielin (Flebokid), Mauro Serafin (Serafino) Età: 25, 24, 24, 25 Città: Conegliano (Treviso) Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Mi dicono cambia, Come in un film horror, La festa, Punto di fuga Album pubblicati: Istantanee Periodo di attività: dal 2017 Genere musicale: Electro-indie Piattaforme: Spotify, YouTube, iTunes, Applemusic, Deezer, Amazon Music, Soundcloud

Chi c’è dietro Frammenti?
Dietro Frammenti ci sono quattro amici che litigano. Siamo quattro studenti al termine del percorso universitario, tutti provenienti dall’umida provincia veneta dove, nelle notti desolate, abbiamo coltivato il nostro rumore. In media abbiamo 25 anni, quello che pensavamo il limite massimo per potersi realizzare in musica.
Oltre ai componenti musicali, il collettivo Frammenti comprende anche Mattia Cenedese come direttore artistico e Manuel Simioni che cura il nostro management.
Perché questo nome?
Come tutte le decisioni più importanti, anche il nostro nome è stato scelto con le gambe sotto la tavola. Eravamo euforici dopo la terza o quarta sessione di prove, stavamo registrando le prime sperimentazioni e GinToni, dopo una serie di proposte femminili come FABULAE, ha attaccato un pippone riguardo una tesi triennale di filosofia letta da poco, s’intitolava “Frammenti di Specchio“. Non vado nei dettagli, ma la sostanza è: Frammenti sono le parti di realtà che possiamo comprendere e, messe insieme, possono formare qualcosa di più grande, come le nostre influenze musicali diverse.
Vi siete riuniti ufficialmente nel 2016, ma eravate già amici. Come vi siete conosciuti e come siete arrivati poi a formare una band?
La storia è la più tradizionale storia di una band: il liceo. Durante gli anni del liceo succedono talmente tante cose e tutte molto veloci. Durante la giornata di autonomia culturale (autogestione nobilitata), GinToni inizia casualmente a suonare con Flebokid; tempo tre ore e parte la chat su Facebook con questi tre messaggi:
Marty Cettoclash (quello il nome d’arte di Antonio all’epoca): Buondì, a me servirebbe un bassista per un gruppo , tu sei disponibile?
Alex: Che genere fate? 🙂
Marty Cettoclash: Boh, componiamo canzoni noi dunque il genere si inventa.
Non si sa bene perché, ma l’attrazione fu fatale. Si susseguirono vari esperimenti fino a che l’inizio dell’università fece sciogliere questo progetto punk futuristico. L’estate successiva la voglia di fare musica riprese e, dopo aver sentito suonare Serafino ad una festa di fine anno, i due si convinsero che si trattava della persona giusta per delle percussioni non convenzionali. Mancava ancora qualcosa. Le composizioni erano buone, ma troppo legate ai singoli strumenti. Serviva qualcuno che potesse dare spazio al suono: Paradiso. Conosciuto da Serafino sul treno per Venezia, al test d’ingresso per la facoltà di Architettura, Paradiso dovette sottoporsi a quello per far parte di un’innominata band. Luogo di verifica: retrobottega della gelateria di GinToni; risultato: Frammenti.
Nei vostri brani intrecciate stili molto diversi: quali sono le vostre influenze musicali?
Le nostre influenze sono molto disparate e si estendono nel tempo. Paradiso ama Bach e tutta la scuola tedesca sino alla scena techno berlinese. Ultimamente è legato alla ricerca di dolcezza nel suono, questo lo rende capace di apprezzare tanto Christian Loffler, quanto Niccolò Fabi.
Flebokid viene dal rumore e dalla melodia, un bell’ossimoro. Estimatore dei Radiohead ascolta spesso compositori come Einaudi. Ultimamente si è avvicinato al mondo indie italiano (dopo aver consumato gli Artic Monkeys), scoprendo tanti giovani talenti.
Serafino è un amante del soul e della black music, dal jazz, al funk, all’elettronica. Ama le produzioni di Nile Rodgers ed il canto di D’Angelo (non Nino).
GinToni proviene dall’amore per la dissonanza e la stonatura. Il punk americano prima ed il cantautorato di Jannacci, Paolo Conte e Gino Paoli poi hanno segnato fortemente il suo orecchio ed il suo modo di scrivere. In questi ultimi tempi sta riscoprendo la potenza di Fibra e della musica più mondana.
Ciò che mette tutti d’accordo sono album come quelli di Cosmo, Willie Peyote e Frah Quintale.
Non c’è una parola precisa per poter descrivere ciò che fate. Avete uno stile tutto vostro, molto interessante e stimolante. Come parlereste di voi a chi non vi conosce?
Definite le nostre influenze sopra, noi non facciamo altro che metterci gli occhiali della Carraro e le cinture coi fibbioni. Mi spiego meglio. Difficilmente ci precludiamo strade tematiche o musicali, trattiamo molto dell’amore, spesso prendendolo velatamente in giro, facciamo ricerca sonora estrema (potremmo spendere settimane per trovare il basso che più ci garba… e lo facciamo), ma alla fine le nostre origini vincono sempre. Siamo cresciuti negli anni 2000, in tutte le radio suonavano i Crookers e l’elettronica di Gabry Ponte arrivava sempre a fine dei festini pomeridiani, per suonarci bene deve esserci qualcosa che gasi come quella roba lì.
Avete un profondo amore per la cassa dritta, abusate di sintetizzatori e intrecciate stili e vocalità molto differenti: questo è il modo con cui le vostre sonorità vi rendono unici. È dallo scorso anno che rilasciate continuamente nuovi progetti: ci descrivereste le varie produzioni, mettendo in luce anche come si è evoluto il vostro sound?
Una volta pubblicato Istantanee nel 2018 abbiamo iniziato un percorso di studio. Non ci capacitavamo di come un album che consideravamo così fresco ed innovativo non avesse spopolato.
Abbiamo deciso di riarrangiare brani di Vasco e di Battisti e di collaborare con artisti che sembravano essere più prossimi al gradimento del pubblico che condividevamo. Da questa idea nascono tutte le produzioni dell’ultimo anno, che ci hanno portato ad affinare la composizione, a capire cosa tenere e cosa lasciare anche da queste riflessioni vengono i titoli Mi dicono cambia e Punto di fuga, abbiamo scelto di cambiare e di perseverare allo stesso tempo, tenendoci un punto di fuga.
“Punto di fuga” è il vostro nuovo brano, dall’animo elettro-soul e con l’obiettivo di liberarsi dai propri incubi. Come nasce e come è stato prodotto?
“Punto di Fuga” nasce durante la quarantena da rimuginazioni riguardo eventi passati. Il brano tratta infatti il tema del tradimento, facendo un parallelo con il fenomeno della prospettiva, secondo il quale il punto di fuga sarebbe il ‘focus’ del punto di vista e quindi dell’osservatore. Da qui il ritornello è di facile interpretazione: cambiare prospettiva, dimenticare e riarrangiare la propria identità per fare tabula rasa e ricominciare da zero (come il pirandelliano Adriano Meis).
Tutto è cominciato dal ritornello cantato su un abbozzo di beat in cui erano già definite le sonorità R&B/Soul (in primis il piano elettrico e la progressione armonica Nu Soul) che sono state poi implementate in produzione con il nostro peculiare sound ‘Electro’, fatto di sintetizzatori e cassa in quattro.
Fino ad oggi avete fatto molta esperienza e molta strada. Avete aperto importanti date, avete suonato su molti palchi e più volte siete stati inseriti in note playlist di Spotify. Quali sono stati i momenti più importanti dei Frammenti fino ad oggi?
I momenti più importanti sono quelli che viviamo tra un’uscita e l’altra, tra un concerto ed il successivo. I viaggi in camper, i ritiri musicali in montagna per comporre. Tutto il resto è un supporto per coltivare il nostro sogno di lealtà.
Quali sono i vostri progetti per il futuro? Avete pensato ad un nuovo album?
Lo abbiamo pensato. A dire il vero ne abbiamo pensati diversi. C’è tanto materiale, molto eterogeneo, stiamo cercando di fare ordine, chissà che nei prossimi mesi…
C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?
Diteci se siamo degli idioti, perché tante volte uno non se ne accorge da solo. Raga siete dei grandi se siete giunti fino a qui!
Frammenti for Siloud
Instagram: @frammenti_official Facebook: @Frammentiofficial YouTube: Frammenti Credits: Annalisa Senatore, Maionese Project, Matilde Dischi