InTheMusic: Laurino, interview

Laurino ha deciso da adolescente di dedicare tutto se stesso alla musica e così, appena maggiorenne, ha lasciato la scuola e inciso il primo disco. Il pop è il suo mondo, c’è poco da girarci intorno. Capelli lunghi, scrittura disarmante e sonorità ultramoderne: ecco i tre lati che messi insieme più rappresentano Laurino. Le sue canzoni sono una perfetta alchimia tra la forte personalità vocale e l’immediatezza dei suoni, a cui si unisce una scrittura non convenzionale. Oltre ad essere un cantante, è anche un produttore e tra le varie cose si è occupato della produzione di uno degli ultimi progetti di Miglio. Oggi ci parlerà di questo e di tanti altri progetti tra cui il suo ultimo singolo.

Nome: Simone
Cognome: Laurino 
In arte: Laurino
Età: 24
Città: Verona 
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Volume, Buddha, Funerale
Album pubblicati: 1
Periodo di attività: dal 2014
Genere musicale: Pop
Piattaforme: Spotify, YouTube, Apple Music, ecc.

Chi c’è dietro Laurino?

C’è un ragazzo di 24 anni che abita in provincia di Verona. 

Qual è il significato del tuo nome d’arte?

Credo sia più un cognome d’arte. Mi piace l’idea di chiamare in maniera tempestiva qualcuno, senza farsi il tragitto del nome e cognome. Un po’ come il discorso di Massimo Troisi in “Ricomincio da tre” anche se era più improntato sui nomi da dare ai figli, Ugo effettivamente è corto ed efficace. Laurino pure, credo. 

Hai deciso da adolescente di dedicare tutto te stesso alla musica e così, appena maggiorenne, hai lasciato la scuola e inciso il tuo primo disco. Come si è evoluto negli anni il tuo rapporto con la musica? 

Si è evoluto di pari passo con la vita. Dopo aver lasciato la scuola (scelta presa ingenuamente ma in maniera totalmente istintiva) mi sono beccato diversi schiaffi, come tanti credo, sostanzialmente penso che la mia musica ne abbia risentito in bene. Ho cominciato piano piano a togliere le velleità di una sorta di egocentrismo latente e a scremare quello che non sentivo in un certo senso autentico all’interno delle mie canzoni. Ci sono ancora dentro in un questo processo ma non smetto di scavare anche se è una bella rottura di palle a livello psicologico. Ma sono così. 

Il pop è il tuo mondo, c’è poco da girarci intorno. Quali sono gli artisti a cui più ti ispiri? 

Ce ne sono molti, tanti non li so nemmeno io perché non mi concentro su qualcuno per ispirarmi, semplicemente ci finisce dentro. A istinto comunque ti direi i Tame Impala, Pino Daniele e Mac DeMarco. 

Capelli lunghi, scrittura disarmante e pop ultramoderno: ecco i tre lati che messi insieme più rappresentano Laurino. Le tue canzoni sono una perfetta alchimia tra la tua forte personalità vocale e l’immediatezza dei tuoi suoni, a cui unisci una scrittura non convenzionale. Come definiresti il tuo modo di fare musica?

Direi casuale, le canzoni fluiscono senza forzature. E se capita che voglio forzarle mi ringhiano dietro e mi minacciano di uscire orrende. Comunque ti ringrazio molto per tua analisi sui pezzi, mi fa davvero piacere che ti siano arrivate così. Anche se onestamente “ultramoderno” mi mette un po’ paura, non è già vecchio parlare del moderno? 

Il tuo modo di fare pop è assurdo, il concetto di “moderno” finisce quando si ascoltano i tuoi brani. In che modo sei riuscito a trovare un sound nuovo che non smetterà mai di essere attuale?

E chi può dirlo? A me non sembra di esserci riuscito ancora. Sono in esplorazione, mi sto concentrando molto sui testi ultimamente, infatti scrivo davvero poco. Sono in un periodo un po’ di crisi in cui affronto le mie canzoni con estrema autocritica (a tratti autolesionista). 

Dalle tue prime produzioni ad oggi, come si è evoluto il tuo modo di fare musica? 

In meglio spero. Adesso mi piace senz’altro di più. Ho fatto un disco a diciott’anni che mi sono autoprodotto in uno studio di registrazione spendendo i soldi che sarebbero stati destinati all’università. È venuta fuori una cosa che se la sento adesso mi sembra orrenda, sembravo Cesare Cremonini. E nulla contro Cremonini, mi piace abbastanza, la cosa che mi colpisce di più è la mancanza di personalità e il fatto che non volessi proprio trovarla all’interno dei miei pezzi. Volevo trovarci i miei idoli del tempo, non volevo trovare me stesso. 

Prima di passare al tuo ultimo singolo, c’è un ulteriore aspetto del tuo lato artistico che vorremmo conoscere meglio. Oltre ad essere un cantante, sei anche un produttore e tra le varie cose ti sei occupato della produzione di uno degli ultimi progetti di Miglio. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti anche alla produzione musicale di altri artisti? 

La verità? La fame. Ho fatto svariati lavori da quando ho lasciato la scuola e a un certo punto ho cercato di ricavare qualche soldo anche facendo dei piccoli lavori di produzione in un home studio a casa mia (studio nel quale lavoro tuttora, solo che al tempo era tipo una cantina). Quando quei soldi hanno superato quelli che prendevo nell’altro lavoro mi sono buttato solo sulla musica. Anche se non escludo di tornare a fare il cameriere prima o dopo. 

Dico due parole anche su Miglio visto che l’hai citata. È una grande scrittrice, le parole colpiscono dritte in ogni dove nelle sue canzoni. Mi trovo davvero bene a lavorare con lei.

Da poco hai cominciato un nuovo percorso artistico e “Funerale”, il tuo ultimo singolo, prosegue su questa scia ed evidenzia una scrittura più matura sia dal punto di vista stilistico che tematico. Cosa racconti con questo brano?

Racconto la figura di mio padre nella mia vita, racconto un’assenza e una forte rabbia interiore che si esaurisce con una dolorosa ma pacifica accettazione. 

In autunno sarà online un tuo nuovo disco, che in parte stai anche anticipando con i singoli che stai rilasciando in questo periodo. Cosa puoi dirci di più a riguardo? 

Che devo ancora scrivere i pezzi nuovi! Ma ce la farò! Ho molte idee che mi ronzano in testa, devo solo unire qualche punto in più. 

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Siete bellissimi e andatevi a sentire i pezzi se vi va. Ma solo se vi va. 

Laurino for Siloud

Instagram:@iononsonolaurino
Facebook:@simonelaurino

Credits: Conza Press

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