InTheMusic: Andrea Mariatti, interview

All’età di 12 anni ha cominciato a far musica con il suo laptop: dai 15 ai 21 anni ha invece rilasciato diverse tracce sotto lo pseudonimo di “Andrea Dub”. Ad un certo punto, però, Andrea decide di fare della musica un vero e proprio lavoro. La sua musica ricorda molto quella dei producer e dj più influenti in questo periodo. Oggi è tornato sulle scene con il progetto Mariatti.

Nome: Andrea
Cognome: Mariatti
In arte: Mariatti
Età: 26
Città: Torino
Nazionalità: Italiano con origini franco-siculo piemontesi
Brani pubblicati: Dark Loto [mau5trap]; K+N=X w/ HolyU [mau5trap]; Underwood/Resonances EP [LUKINS/Get Physical]; Other Vibes [MRTT]; Variable Speed Of Life [MRTT] Patches [MRTT];
Album pubblicati: 1 EP
Periodo di attività: dal 2017 come Mariatti (dal 2009 al 2016 come Andrea Dub)
Genere musicale: Electronic Dance, Progressive House.
Piattaforme:Twitch, Youtube, Soundcloud, Apple Music, TikTok, Deezer, Amazon Music.

Come prima cosa, chi sei Andrea?

Halo! Sono Andrea Mariatti, ho 26 anni, vivo a Torino e produco musica da circa 10 anni. Principalmente mi concentro a creare elettronica sia per ballare che da ascoltare, ultimamente ricercando un ibrido timbrico fra elettronica ed acustica. Quattro anni fa ho costruito uno studio a Torino per potermi dedicare completamente alla produzione musicale in tutti i suoi aspetti: scrittura, arrangiamento, mix e sound design. 

Inoltre, grazie alla collaborazione con Umberto Milanesio e Lorenzo Cavazzana, abbiamo fondato Recall®, un brand di eventi con l’obiettivo di creare uno spazio ideale per appassionati di Clubbing e delle sue sonorità. 

Contemporaneamente, grazie alla collaborazione con Riccardo Dezzani, abbiamo creato un marchio [ Sonic Buildings ® ] con il quale offriamo servizi di consulenza per creare spazi adatti alla produzione musicale.

All’età di 12 anni hai cominciato a fare musica con il tuo laptop: dai 15 ai 21 anni hai, invece, rilasciato diverse tracce sotto lo pseudonimo di “Andrea Dub”. Com’è nata questa passione?

La passione per la musica è iniziata all’età di nove anni, quando il mio padrino mi regalò alcuni CD di Frank Sinatra: da quel momento in poi ho attraversato diverse fasi d’ascolto che mi hanno permesso di esplorare le caratteristiche timbriche di moltissimi generi, passando dal Pop al Blues e sfociando poi nel rap. Un giorno, ascoltando per sbaglio artisti come i Chemical Brothers, i Prodigy ed i Daft Punk, tutto cambiò! 

Ho scaricato FL Studio ed ho cominciato a giocarci. Durante questi ultimi anni ho passato il 90% del tempo ad imparare sperimentando ogni giorno in prima persona, chiedendo consigli e rubando chicche da qualunque tutorial. In seguito, grazie al percorso accademico presso il Sae Institute, ho acquisito una base tecnica da ingegnere del suono che mi permette di superare i miei precedenti limiti dettati dal processo da autodidatta. Prima di frequentare i corsi universitari conoscevo molti aspetti che coinvolgono la produzione musicale, ma non avevo un ordine di ragionamento. Dopotutto le università servono proprio a questo, a darti un mind-set ed un ordine per ottenere il risultato che professionalmente desideri. Appena terminato il percorso universitario, ho cominciato a studiare privatamente pianoforte, composizione ed armonia per poter comprendere ancora meglio un aspetto così fondamentale del mio lavoro.

Ad un certo punto, però, decidi di fare della tua musica un vero e proprio lavoro. Quando e perché hai preso questa decisione?

Il mio percorso professionale ha inizio nel 2009, quando per la prima volta ho firmato un contratto discografico. Da allora non ho più smesso. Nel 2011 dj come Tiesto, Bob Sinclair ed Armin Van Buuren hanno cominciato a suonare i miei brani, e ciò ha permesso non solo di ottenere maggiore visibilità ed attenzione nei confronti della mia musica, ma anche di attirare l’attenzione di alcune agenzie di management. 

Da lì in poi ho avuto l’occasione di fare diverse release con etichette importanti come Cr2, EMI, Scream & Shout, One Love e non solo. Grazie a queste ultime, ho avuto anche la possibilità di fare molte date come ospite in Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Croazia  e Stati Uniti. 

Nel 2013, dopo tante piccole soddisfazioni professionali ed alla fine del percorso liceale, ho deciso di fare della musica un lavoro a tempo pieno.

Terminati gli studi superiori ho vissuto due anni e mezzo a Milano per laurearmi al Sae Institute in Creative Media Industry. Durante il soggiorno Milanese ho lavorato  sodo sui miei limiti tecnici grazie anche ai preziosi consigli dei professori e professionisti del settore presenti in Sae: dopo aver seguito le lezioni in università dalle 9 alle 17, rimanevo  ogni notte a fino alle prime ore del mattino con il laptop e le cuffiette a sperimentare tutti gli appunti presi durante il giorno. [cosa che succede ancora oggi molto spesso 🙂 ]

La tua musica ricorda molto quella dei producer e dj più influenti in questo periodo. Qual è la corrente artistica a cui ti senti più vicino?

Essendo ancora solamente all’inizio di una “carriera” musicale, mi risulta difficile definire un stile ben preciso. Quello che posso dire è che con il mio team abbiamo trovato una formula per descrivere la vibrazione sonora di cui ho sempre avuto bisogno nella ricerca musicale: High-Voltage Grooves ⚡️

Come giá accennato in precedenza, essendo un appassionato di “Electro”, sono costantemente alla ricerca di suoni che rilascino una certa quantità di tensione/carica: ricerco questa vibrazione non solo in tutta la musica che produco, ma anche in quella che seleziono per i dj-set e per il puro piacere d’ascolto.

I musicisti a cui mi ispiro maggiormente sono coloro che, come Trentemoller, Gui Boratto, Chemical Brothers, Apparat, e Jon Hopkins, sono in grado di stupirti dopo ogni nuova uscita perché spaziano attraverso tanti “generi” interpretandoli sempre con sfumature diverse. Ho sempre ammirato questo approccio e, personalmente, ho sempre cercato di interpretare la musica in questo senso: perché fermarsi a rappresentare solo due di tutte le emozioni umane? Molti ritengono che sia un po’ limitativo pensare che la somma di due determinati suoni possa rappresentare una condizione sufficiente per definire un genere. Da un certo punto di vista credo che questo approccio tenda a tarpare le ali dei musicisti e dell’ascoltatore, precludendo ad entrambi quell’ipotetica ma necessaria fase preparatoria alla scoperta musicale, di cui noi millenials stiamo lentamente perdendo il culto.

Oggi sei tornato sulle scene con il progetto Mariatti. Cosa c’è di nuovo e cosa, invece, hai salvato del tuo vecchio percorso musicale?

Il suono “Electro” un po’ distorto è sicuramente uno degli aspetti che porto ancora con me dal percorso Andrea Dub. Si tratta senz’altro di qualcosa a cui cerco sempre di aspirare per la soddisfazione profonda che provo sia nel generarlo che nell’ascoltarlo. Alla fine del percorso A.D. mi resi conto che avevo bisogno di far trasparire maggiormente alcuni aspetti personali e ciò non poteva avvenire sotto un nickname. Nel mercato in cui mi trovavo, più che musicisti, stavano emergendo attori del cinema, personaggi di spettacolo con nomi stravaganti. Per me, invece, è sempre stata solo una questione di ricerca d’ispirazione negli altri per poi inseguito cercare di restituirla sotto forma di musica.

La tua prima release indipendente è stata “Other Vibes”, una traccia davvero diversa dalle altre. Com’ènato il pezzo?

“Other Vibes” nasce 2 anni fa dopo una data entusiasmante con Recall®. O.V. è infatti il motto del brand che HolyU (aka Umberto Milanesio), Lorenzo Cavazzana ed io stiamo coltivando ormai da 4 anni, ed io ho semplicemente cercato di trasporlo in musica. Come si può notare dal brano, le influenze che si possono scorgere provengono da tantissimi generi diversi. Dopotutto il motto rappresenta proprio questo: se si tratta di musica che ti smuove nel profondo non devi dedicare del tempo a comprendere se si tratta di House, Techno, Tech House, Electro House, Progressive House, EDM, IDM, Drum & bass, Downtempo, Hip Hop o Ambient.

Il brano comunque nasce da un colpo di fortuna: mentre stavo testando il mio live-set in studio, per sbaglio i suoni di due tracce non rilasciate si sono sovrapposti. L’abbinamento mi è sembrato subito magico e quindi la decisione di creare una nuova canzone è arrivata naturalmente. Unendo i due mondi sonori è nata così ‘Other Vibes’, che è fondamentalmente un mash-up.

“Variable Speed Of Life”, invece, è il tuo secondo singolo. Uno stile vicino a quello della prima release ma concettualmente un sound differente. Quando e come lo hai prodotto?

“‘Variable Speed of Life” ha una storia completamente diversa. Laddove l’idea del brano è nata in pochissime ore, la lavorazione per concludere la composizione, l’arrangiamento ed il sound design ha invece impiegato diversi mesi. In particolare, sono molto fiero del suono della cassa della batteria. È stato l’elemento che ha richiesto più lavoro, da momento che non ero mai soddisfatto del risultato dinamico. Alla fine, però, sono riuscito a dare il massimo e spero di poterla testare presto all’interno di un club con un sound system performante.

Infine, “Patches”, è il tuo terzo singolo: la chiusura di un cerchio che aveva come filo conduttore la voglia di fare musica vera. Qual è stato il motore alla base di questa produzione?

“Patches” è il risultato di una sfida personale nata dopo l’acquisto del leggendario Korg-MS20: mi sono chiesto perché non provare a fare una canzone utilizzando solo questo sintetizzatore. Ho cominciato a registrare un’unica ‘take’ che è durata diverse ore. Durante tutta la registrazione ho improvvisato una serie di operazioni di suond-design, le più disparate che mi potessero venire in mente in quel momento. Dopodiché ho trascorso tantissime ore a sovrapporre tutti i suoni che avevo generato per arrivare ad ottenere il brano finito. Appena ho comprato questo sintetizzatore ho avuto subito l’impressione che si trattasse di una macchina di cui andare fieri, soprattutto se arrivi dall’Electro. 

Infine, ci piacerebbe scoprire qualcosa in più del progetto Recall fondato insieme al tuo amico e collega HolyU!

Recall® nasce nel 2016 con l’obiettivo, comune a me, Umberto Milanesio e Lorenzo Cavazzana, di creare una community di appassionati di Clubbing e delle sue sonorità. Tutti e tre siamo Dj. Umberto ed io siamo anche produttori, ed abbiamo perciò sentito il bisogno di creare uno spazio ideale dove poter fare le nostre scelte musicali e commettere quegli errori fondamentali per la crescita professionale di giovani musicisti. Cerchiamo perciò di garantire sempre ai nostri amici e fan un’esperienza di livello perché se stiamo crescendo come dj, musicisti e produttori lo dobbiamo soprattutto a loro. Durante questi 4 anni abbiamo creato tante tipologie di esperienze musicali differenti, trasportando il pubblico nei club Torinesi come il Q35 e l’Azimut e in location esclusive come la Palazzina di Stupinigi. Nell’ultimo anno grazie alla collaborazione con i nostri amici milanesi di Ufeel® abbiamo trasportato le nostre #othervibes in club speciali come l’Apophis.

HolyU è un progetto in cui ho creduto appena ci siamo conosciuti, non solo per il sound su cui stava lavorando ma anche per la serietà e la serenità nell’affrontare le grandi e piccole situazioni lavorative quotidiane. 

Quali sono i tuoi prossimi programmi?

Prossimamente mi piacerebbe continuare a rilasciare tanta musica e sto lavorando duramente per questo. Infatti, stiamo già programmando le prossime release. Inoltre, la mancanza del contatto con il pubblico inizia a farsi sentire, spero vivamente di poter tornare a suonare live molto presto.

Attualmente lavoro molto in studio, collaboro con tanti amici musicisti e produttori su diversi progetti distribuendo le energie tra scrittura, arrangiamento, sonorizzazioni, sound design e mix. 

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

There’s no goal… it’s just about the love for doing.

Andrea Mariatti for Siloud

Soundcloud: @Mariatti
Instagram: @mariattimusic
Facebook: @mariattimusic
Twitch: @mariattimusic
Bandcamp: @mariattimusic.bandcamp.com
Twitter: @mariattimusic
Tik Tok: @mariattimusic

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