Da qualche giorno Spotify è inondato dal talento di Emma Nolde che, ormai, è in tutte le migliori playlist. Emma ha cominciato a far musica all’età di 15 anni ma sono negli ultimi tempi si è dedicata alla composizione e alla registrazione del suo progetto musicale. Nel 2019 vince il premio Ernesto De Pascale al Rock Contest con il brano “Nero Ardesia” e successivamente si dedica completamente alla produzione del primo album su etichetta Woodworm/Polydor. Dal 4 settembre, infatti, è disponibile “Toccaterra”, un imperativo stanco, dal sound intimo, personale.
Nome: Emma Nolde
Età: 19
Città: Empoli
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: S.fiorare, Resta, Toccaterra, Nero Ardesia, Ughi, Berlino, (male), Sorrisi Viola
Album pubblicati: Toccaterra
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Pop
Piattaforme: Youtube, Spotify, Apple Music, Amazon Music, Tidal, ecc.

Ciao Emma, dicci qualcosa in più sul tuo conto!
Vengo da Empoli, ho 19 anni, studio musica suonando.
Hai cominciato a far musica all’età di 15 anni ma sono negli ultimi tempi ti sei dedicata alla composizione e alla registrazione del tuo progetto musicale. Quando e come è nato il tuo amore per la musica?
In realtà lavoro ad un progetto da circa quattro anni. Solo ora, dopo due anni di lavoro in particolare su Toccaterra, sia a livello musicale che di tutto ciò che sta intorno, abbiamo deciso di pubblicare il disco. Il mio amore per la musica è nato per caso come tutti gli amori.
Nel 2019 hai vinto il premio Ernesto De Pascale al Rock Contest e successivamente ti sei dedicato completamente alla produzione del tuo primo album su etichetta Woodworm/Polydor. Quanto la tua musica è stata influenzata da questi avvenimenti?
Il Rock Contest è stata una bellissima esperienza anche per una come me che di base non è dalla parte di nessun sistema talent-like. Non ha niente a che fare con quel tipo di mentalità. La competizione è di sottofondo, di base c’è volontà di spaccare tutto, lo vedi negli occhi di ogni band. Questo fa estremamente bene, stimola.
Il lavoro del disco, quando ho partecipato al contest, era già stato portato a termine a livello musicale. Il contest è stato importante per sciogliermi, per fregarmene meno della mia compostezza durante i live.
Il tuo sound è intimo, personale. Hai uno stile cantautoriale vecchio stampo, che vuole raccontare una storia, delle emozioni, dei sentimenti, ma non rinunci a un tocco di freschezza. Come definiresti il tuo modo di far musica?
Come ho risposto altre volte, non lo so. Riesco a definirlo solo attraverso il significante del nome che ho scelto, Nolde. Penso che suoni come quello che faccio.
Dal 4 settembre è disponibile “Toccaterra”, il tuo album d’esordio. Cosa c’è dietro questo progetto?
C’è tanto tanto sudore, sperimentazione, squadra. C’è la mia adolescenza, il mio tentativo di evitarla, il mio modo strano di amare.
“Toccaterra”: un imperativo stanco, così lo hai definito. Quanto di personale ha questo album?
Tutto, dalla prima all’ultima parola. Berlino è l’unica traccia in cui mi sono concessa di allontanarmi dalle mie riflessioni quotidiane ed evadere, guardarle da un altro punto di vista, ma è stata una scelta consapevole.
“(male)” è stato il primo singolo ad anticipare l’uscita di “Toccaterra”. Cosa rappresenta per te questo pezzo?
Rappresenta l’accettare la vergogna e farne uno strumento di conoscenza personale.
“Nero Ardesia” è il secondo brano d’anticipo all’EP e il pezzo con cui hai vinto il Rock Contest. Un testo vivo, che arriva dritto all’ascoltatore. Com’è nato?
Avevo 15 anni, sono tornata a casa dopo una serata con i miei amici e ho preso la chitarra in mano. La produzione a distanza di anni si è evoluta, fino ad arrivare alla versione del disco.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Suonare live il più possibile. Sperimentare. Conoscermi meglio.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Se volete, ascoltate il disco e scrivetemi cosa vi ha suscitato. Sono curiosa di sapere il vostro punto di vista.
Emma Nolde for Siloud
Instagram: @emmanlde
Facebook: @emmanoldee
Credits: Roberta Giucastro