Lunghe esposizioni, fine estate e Venezia in bianco e nero.

La Basilica di San Marco, a Venezia è la chiesa cattedrale e sede del patriarcato di Venezia. È uno dei simboli dell’arte veneta e della cristianità. Dall’esterno, diviso in tre differenti registri — piano inferiore, terrazza, cupole — prevale la larghezza, poiché in una città come Venezia, che appoggia su un terreno sabbioso, si tendeva a realizzare gli edifici in larghezza, dal peso più equilibrato. È infatti lunga 76.5 metri e larga 62.60 (al transetto), mentre la cupola centrale è alta 43 metri (28,15 all’interno). La facciata presenta due ordini, uno al pian terreno che è scandito da cinque grandi portali strombati che conducono all’atrio interno. Quella centrale è decorata in senso monumentale. Il secondo ordine forma una terrazza percorribile e presenta quattro arcate cieche più una centrale in cui si apre una loggia che ospita la quadriga.

Il campanile di San Marco è uno dei simboli più importanti della città di Venezia. Assieme all’omonima basilica e all’omonima piazza sottostante, da cui prende il nome, è il principale monumento di Venezia e uno dei simboli d’Italia. Alto 98,6 metri, è uno dei campanili più alti d’Italia, ergendosi, isolato, in un angolo di piazza San Marco di fronte alla basilica. Di forma semplice, si compone di una canna di mattoni a pianta quadrata, scanalata, avente un lato di 12 metri e alta circa 50 metri, sopra la quale si trova la cella campanaria, ad archi.

Le Procuratie sono imponenti edifici che sorgono a Venezia, nel Sestiere di San Marco, e che avvolgono su tre lati piazza San Marco. Prendono il nome dal fatto che vi alloggiavano i procuratori di San Marco. Sono distinte in tre ali che delimitano quasi interamente la parte della piazza antistante alla basilica di San Marco: le Procuratie Vecchie a nord, l’Ala Napoleonica a ovest e le Procuratie Nuove a sud. Le Procuratie Vecchie (in foto) si estendono per 152 metri, dalla Torre dell’Orologio verso l’Ala Napoleonica, con un portico di 50 arcate, cui corrispondono le 100 finestre dei due piani superiori. Sebbene esse siano chiuse a tutto sesto, la leggerezza delle aperture ricorda lo stile veneto-bizantino delle prime procuratie, edificate nel XII secolo sotto il doge Sebastiano Ziani e destinate ad appartamenti per i procuratori “de citra”, altissimi magistrati.

Il Palazzo Ducale, anticamente anche Palazzo Dogale in quanto sede del doge, uno dei simboli della città di Venezia e capolavoro del gotico veneziano. Contraddistinto da uno stile che, traendo spunto dall’architettura bizantina e da quella orientale, ben esemplifica di quale intensità fossero i rapporti commerciali e culturali tra la Serenissima e gli altri stati europei, la sua bellezza si basa su un astuto paradosso estetico e fisico, connesso al fatto che la pesante mole del corpo principale è sorretta da colonnati intarsiati apparentemente esili. Antica sede del doge e delle magistrature veneziane, fondato dopo l’812, più volte colpito da incendi e di conseguenza ricostruito, ha seguito la storia della Serenissima, dagli albori sino alla caduta: annessa Venezia al regno d’Italia e passato l’edificio sotto la giurisdizione di quest’ultimo, esso divenne sede museale.
Kristi Josifi for Siloud

Laureando in Architettura presso lo IUAV di Venezia, si è appassionato alla fotografia quando ha deciso di intraprendere questo percorso di studi.
Kristi Josifi è un viaggiatore incallito, momenti in cui colleziona i suoi scatti migliori. Il suo sogno, citiamo testualmente, è “diventare bravo almeno un decimo del grande Fernando Guerra“.
Instagram: @kristijosif
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