InTheMusic: ‘A67, interview

Un trio formato da Daniele, Enzo e Gianluca: il loro gruppo si chiama ‘A67, che tradotto dal dialetto vuole dire “La 167”. Nel 2005, con il disco d’esordio “’A cammorra song’ io”, attirano l’attenzione dei media italiani ed esteri. Oggi sono tornati con “Naples Calling”, un album dal linguaggio internazionale e con diverse importati collaborazioni. La title track è una storia, un messaggio forte, un invito a ribellarsi. A guidare il popolo c’è un Pulcinella rivoluzionario che arriva a un atto estremo. “Il male minore”, per esempio, è il brano in collaborazione con Caparezza, una fotografia ironica dei nostri tempi.

Inoltre, gli ‘A67 hanno ricevuto dall’associazione daSud il Premio Restart 2020 per l’impegno antimafia. Oggi, 10 ottobre, infatti, in occasione della premiazione si esibiranno live insieme a un ospite speciale: Zulù dei 99 Posse.

Band: ‘A67
Componenti: Daniele Sanzone, Enzo Cangiano, Gianluca Ciccarelli
Età: 42, 44, 47
Città: Napoli                          
Nazionalità: Italiana                                    
Album pubblicati: 4
Periodo di attività: dal 2005
Genere musicale: Crossover 

Un trio formato da Daniele, Enzo e Gianluca: chi siete nella vita quotidiana?

Viviamo tutti a Napoli e di musica anche se non campiamo solo di musica.

Il vostro gruppo si chiama ‘A67, che tradotto dal dialetto vuole dire “La 167”. Cosa c’è dietro la scelta di questo nome?

C’è la volontà di raccontarci e raccontare il mondo che ci circonda partendo dal nostro quartiere, Scampia, per arrivare al maggior numero di persone possibile.

Nel 2005, con il disco d’esordio “’A cammorra song’ io”, attirate l’attenzione dei media italiani ed esteri, ma com’è è nata l’idea di formare un gruppo? 

Sentivamo di avere centinaia di storie dentro che scalpitavano per uscire e farsi ascoltare, così ci siamo incontrati e abbiamo messo su un gruppo come capita in ogni parte del mondo.

‘A67 non è solo musica, lo si capisce dai testi, dal sound, dall’atmosfera che riuscite a creare con i vostri pezzi. Quali sono le storie e gli artisti dai quali vi lasciate influenzare?

Ascoltiamo di tutto: funk, rap, rock, musica elettronica… e ci lasciamo influenzare da tutto ciò che attrae la nostra curiosità: cronaca, cinema, canzoni, sentimenti, insomma la vita.

Come dicevamo, il vostro progetto musicale, seppur vario, ha un filo conduttore che parte dal 2005 e che non si è mai spezzato. Qual è la storia che volete raccontare?

Più che storia, direi le storie che vogliamo raccontare. Storie accomunate dal bisogno di provare a far riflettere chi ci ascolta su temi che riteniamo importanti o semplicemente condividere pensieri, riflessioni e sentimenti.

Oggi siete tornati con “Naples Calling”, un album dal linguaggio internazionale e con diverse importati collaborazioni. Cosa c’è dietro questo nuovo progetto?

C’è sicuramente la sfida della lingua italiana, infatti Naples calling è il primo album ad avere più canzoni in italiano che in dialetto. E la voglia di confrontarci con un suono più elettronico da qui la scelta di Massimo D’ambra come produttore artistico. Per quanto riguarda le canzoni cambiano i temi trattati ma non lo sguardo che è rimasto lo stesso degli inizi.

La title track è una storia, un messaggio forte, un invito a ribellarsi. A guidare il popolo c’è un Pulcinella rivoluzionario che arriva a un atto estremo. Come è nato il brano?

Siamo stanchi di vedere la nostra amata città soffrire, quindi partendo da un brano meraviglioso, Suonno d’ajere, di Pino Daniele in cui c’è un pulcinella che smette di far ridere per incazzarsi in mezzo alla gente, ci siamo immaginati che questo stesso pulcinella per svegliare il proprio popolo arrivasse a un atto estremo: incendiarsi in mezzo piazza Mercato – come Jan Palach nella primavera di Praga – nella speranza di una rivoluzione. E il titolo Naples Calling era perfetto anche per omaggiare una band, The Clash, che amiamo nel quarantennale di London calling.

“Il male minore” è il brano in collaborazione con Caparezza, una fotografia ironica dei nostri tempi. Com’è nato il pezzo?

Volevamo giocare sul concetto de Il Male Minore, paragonandolo a un malanno. Una scelta che oggi riteniamo il vero male di questo paese, perché come diceva Hannah Arendt “Chi sceglie per il male minore dimentica troppo in fretta di aver scelto comunque per un male”.

Cosa farà ‘A67 nel futuro?

Cercheremo di portare in giro il nuovo album, covid permettendo, visto che la pandemia ci ha bloccato il tour il giorno prima.

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

Sostenete l’arte 

‘A67 for Siloud

Sitowww.a67.it
Youtube'A67
Facebook@A67official
Instagram@A67_official

Credits: Big Time

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