InTheShot: Irene Ferri, interview

Italiana di nascita ma californiana d’adozione, Irene Ferri è una fotografa, content creator, docente e communication strategist che si divide tra l’Italia e gli States. Quando non è impegnata in reportage di viaggi, aiuta i brand ed i liberi professionisti a tirare fuori il bello dalla loro attività e valorizzare la propria immagine online.
Porta spesso avanti molte iniziative e, a tal proposito, da poco ha avviato un progetto denominato “ITALIA” che culminerà in una mostra finale e in un libro: per questa iniziativa, Nikon Italia le fa da parner tecnica.

Nome: Irene
Cognome: Ferri
Anni: 29
Città: Reggio Emilia, Firenze, Los Angeles
Nazionalità: Italiana (ma adottata californiana)
Professione: Fotografa, consulente di comunicazione e docente
Sito web: www.ireneferri.com/it

Ciao Irene, prima di tutto parlaci di te!

Italiana di nascita ma californiana d’adozione, Irene Ferri è una fotografa, content creator, docente e communication strategist formatasi tra Milano e Los Angeles. Quando non è impegnata in reportage di viaggi, aiuta i brand ed i liberi professionisti a tirare fuori il bello dalla loro attività e valorizzare la propria immagine online. Ha lavorato per brand ed organizzazioni quali Rolling Stone Italia, TEDxReggioEmilia, Huawei Italia, The North Face, Wanderlust, Regione Lombardia, Skate Love Barcelona. E’ stata scelta da Nikon Italia come una dei loro 9 migliori giovani fotografi in Italia nel 2020.

La tua vita si divide tra comunicazione e fotografia: come nasce la tua passione per questi settori?

Ho sempre saputo che mi sarei voluta occupare di comunicazione. Da piccola mi imbambolavo a guardare la pubblicità in tv e da grande, da brava Gemelli, ho continuato su questa via. Mi sono laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità alla Iulm di Milano e ho proseguito gli studi in cinematografia all’UCLA, Università della California Los Angeles.

Ironically, non ho mai davvero studiato fotografia. Ma ho studiato tantissimo cinema e penso che questo emerga molto dai miei scatti.

Formata tra Milano e Los Angeles, i tuoi studi ricalcano le tue passioni. Quali tematiche hai affrontato negli anni di formazione accademica e quanto ti sono serviti per ciò che fai oggi?

Sicuramente studiare e laurearmi alla Iulm con Gianni Canova – il Cinemaniaco di Sky – mi ha arricchita tantissimo. Ricordo la sua passione e la sua dedizione al cinema, mi affascinavano moltissimo. A Los Angeles mi sono poi formata con il Line Producer di Tarantino in Pulp Fiction ed altri insegnanti di altissimo spessore nel mondo del cinema di Hollywood.

Ma soprattutto non ho mai smesso di andare a mostre d’arte, concerti e proiezioni di cinema indipendente. Paradossalmente, guardo molto poco ad altri fotografi e molto di più a cinematografi, cantanti, artisti contemporanei. È il mio modo per rimanere focalizzata sulla mia creazione fotografica. E guardassi troppo ad altri fotografi perderei l’entusiasmo e la voglia di fare.

Ad oggi Irene Ferri è una fotografa, una content creator, una consulente di comunicazione e una docente che si divide tra l’Italia e gli States. In cosa consiste, nello specifico, il tuo lavoro e in che modo riesci a portare avanti attività diverse?

Bella domanda. Mi reputo un ibrido interessante. Una fotografa laureata in comunicazione. Una instagramer che va contro le regole estetiche di Instagram.

Quello che mi nutre l’anima nel profondo è sicuramente il reportage di viaggio, che porto avanti tramite il mio progetto ITALIA. Le cose che mi nutrono l’anima ma che mi fanno anche progredire come digital entrepreneur invece sono: photoshoot di personal branding (ovvero di persone che lavorano), consulenze di comunicazione e soprattutto corsi e workshop di fotografia.

I miei corsi online Venice (https://www.ireneferri.com/it/venice-corso-online-di-fotografia-e-comunicazione/) e Plutone sono stati seguiti in quarantena da più di 800 persone, e anche Io Donna – Il corriere della Sera gli ha dedicato un articolo.

Secondo te, cosa accomuna fotografia, comunicazione e marketing?

L’empatia. L’importanza di vedere piuttosto che guardare. Di sapere leggere le persone. Di mettersi nei panni degli altri.

C’è una definizione che hai dato di una parte del tuo lavoro che ci è molto piaciuta: “Quando non sono impegnata in reportage di viaggi, aiuto i brand ed i liberi professionisti a tirare fuori il bello dalla loro attività e valorizzare la propria immagine online”. Quello di “tirare fuori il bello” è davvero un bel concetto, da intendere anche oltre la fotografia stessa. Come riesci a capire cosa che funziona di qualcosa e come riesci poi a farla emergere?

Saper leggere i clienti è una cosa che si impara con il tempo. A livello estetico e di comunicazione, mi sono allenata fin da giovane a capire se una cosa era efficace o meno. Apro il profilo di un libero professionista (psicologo, architetto, personal shopper, coach) e devo sapere al volo se sta esprimendo al meglio la sua unicità o no.

Molto spesso le persone sono bloccate a livello comunicativo (non mettono la faccia nelle stories, hanno una bio IG poco chiara, hanno un feed disorganizzato o una fotografia poco professionale) ed è mio compito (e piacere) stapparle come una bottiglia di Champagne (o Lambrusco, dato che sono reggiana).

Hai collaborato con noti brand ed organizzazioni; tanto per citarne qualcuno: Nikon, Rolling Stone Italia, Huawei Italia e The North Face. Di volta in volta, come scegli i temi per una collaborazione?

Ogni collaborazione è diversa. Se il brand ha un buon reparto marketing e pr dietro, cercherà in maniera intelligente di adattare a te (content creator) il proprio prodotto e non di forzare una comunicazione che non funzionerebbe sui tuoi canali (“Compra Belmani! Solo 5 scatole in offerta! Swipe up!”).

Apprezzo moltissimo Nikon Italia, mia partner tecnica sul progetto ITALIA, perché ha saputo apprezzarmi per quella che sono: una fotografa MOLTO atipica. Non mi forzano a parlare di tecnicismi che poco si addicono alla mia community e mi supportano nonostante io pubblichi foto ben poco instagrammine.

Porti spesso avanti molte iniziative e, a tal proposito, da poco hai avviato un progetto denominato “ITALIA” che culminerà in una mostra finale e in un libro. Ci parli di questa iniziativa?

Ho intrapreso un lungo viaggio lungo la Penisola per raccogliere le parole degli Italiani e raccontarle in immagini. Il progetto parte dal desiderio di lanciare una sfida alla negatività da cui spesso ci lasciamo travolgere e di ricercare il bello del nostro Paese e delle persone che vi abitano, anche laddove sembra andato perduto, perché mai come in questo momento c’è bisogno di positività e di voglia di ripartire!

Le foto più significative e le frasi più belle saranno raccolte in una mostra finale e un libro: gli italiani (si) raccontano a parole e Irene Ferri traduce in scatti.

Quali progetti hai per il futuro e quale obiettivo ti sei proposta?

Tra pochi giorni rilancerò Venice, il mio corso online (o forse dovrei dire Bibbia) su Fotografia e Comunicazione. Non vedo l’ora di parlare con i nuovi iscritti e continuare a portare avanti una fotografia non noiosa, piena di slanci creativi ed imperfetti.

E poi, come sempre, mi dedicherò a scattare il mio progetto ITALIA.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Allenate la vostra creatività. Sempre. Vi salverà nei momenti più bui.

Irene Ferri for Siloud

Irene Ferri, Progetto ITALIA – Trebisacce (Calabria)
Irene Ferri, Progetto ITALIA – Miramare Rimini
Irene Ferri, Progetto ITALIA – Montalbano – Basilicata
Irene Ferri, Progetto ITALIA – Napoli

Instagram: @ire.ferri
Facebook: @IreneFerriPhotography
Website: www.ireneferri.com

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