InTheMusic: Lucio Leoni, interview

Classe 81, nasce e cresce a Roma, fatta eccezione per una parentesi statunitense, Lucio Leoni è un cantautore che si dedica alla musica dal 2000. Sotto lo pseudonimo di Bucho nel 2011 si approccia al mondo del canatutorato e da lì comincia a costruire un suo stile. Nel 2015 un ulteriore successo con “Lorem Ipsum” che prosegue nel 2017 con “Il lupo cattivo”: con quest’ultimo vince numerosi riconoscimenti ed entra ufficialmente nel mondo della musica. “Dove sei pt.2” chiude una storia cominciata qualche mese con “Dove sei pt. 1” fa ed è il frutto di un approccio sonoro nuovo e non scontato. 7 i brani che lo compongono, tutti con una storia da raccontare.

Nome: Lucio
Cognome: Leoni      
In arte: Lucio Leoni             
Età: 39           
Città: Roma    
Nazionalità: Italiana
Album pubblicati: Lorem Ipsum, Il lupo cattivo, Dove sei pt1/pt2
Periodo di attività: dal 2015
Genere musicale: canzoneteatro, teatrocanzone, spokenword 
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Parlaci di te Lucio!

Sono uno che scrive parecchio, che non conosce il dono della sintesi e che ama tentare di mettere queste numerose parole in musica.  Ho studiato teatro, e musica elettronica e con questo piccolo bagaglio mi diverto a smontare gli stilemi più classici della forma canzone. Attualmente, come molti, sono un disoccupato. Attendiamo schiarite.

Classe 81, nasci e cresci a Roma, fatta eccezione per una parentesi statunitense, ma quando è nata la tua passione per la musica?

Ho studiato intensamente chitarra classica dai sette ai quattordici anni. Poi ho mollato completamente lo strumento dimenticando quasi completamente la tecnica. nel 1999 ho assistito ad un concerto dei Fear Factory; In apertura suonava una band all’epoca poco conosciuta: I System of a down. Quel concerto mi ha fatto pensare che fare il musicista sarebbe stata un’esperienza assolutamente divertente così ho messo in piedi una band “da garage” e ho cominciato a scrivere canzoni e girare l’Italia per palchi più o meno importanti. Quando ho capito che la cosa mi piaceva davvero molto ho deciso di approfondire e ho deciso di affrontare il mondo del conservatorio finendo per laurearmi in composizione elettroacustica. 

Nel 2000 formi la tua prima band: com’è stato approcciarsi a questo mondo e cosa ti ha insegnato quell’esperienza?

Come dicevo poco prima era la classica band da garage. Facevamo punk Hardcore, ska punk etc. Ci siamo divertiti moltissimo e abbiamo avuto l’opportunità di suonare molto giovani in contesti molto grandi; ci siamo fatti le ossa e ci siamo tolti molte soddisfazioni. Era il periodo del grande sogno, del “diventeremo grandi” , poi come molte di queste esperienze la vita è entrata a gamba tesa e la band si è persa per strada; chi aveva veramente voglia ha continuato (come me) altri hanno intrapreso scelte e strade diverse. Il nostro più grande successo si chiamava “Nerone”, il nome della band “Yugo in incognito”.

Sotto lo pseudonimo di Bucho nel 2011 ti approcci al mondo del canatutorato e da lì cominci a costruire un tuo stile. Chi sono gli artisti a cui ti ispiri particolarmente per la tua musica?

Faccio fatica ad identificare modelli reali. Credo che tutto quello che amo e ascolto in un modo o nell’altro si mischi nel mio modo di scrivere e comporre. Ascolto musica diversa da sempre e non ho paletti formali. È un grande calderone da cui attingo a seconda di quello che sto studiando o cercando in quel momento.

Nel 2015 un ulteriore successo con “Lorem Ipsum” che prosegue nel 2017 con “Il lupo cattivo”: con quest’ultimo vinci numerosi riconoscimenti ed entri ufficialmente nel mondo della musica. Cosa è cambiato nel tempo nella tua musica e cosa, invece, è rimasto sempre presente?

È cambiato il modo con cui affronto il pensiero musica. Negli anni è diventata sempre di più qualcosa di “serio” e di profondo con cui relazionarmi. Scopro che nel tempo ho trovato delle chiavi con cui condurre e personalizzare la mia scrittura ma mi diverte continuare ad indagare percorsi alternativi. Quello che è rimasto integro e non è mai cambiato è il rimanere agganciato alla regola fondamentale del “Non prendersi mai (del tutto) sul serio”.

Infine, nel maggio 2020 esce la prima parte del progetto discografico “Dove Sei”. Quali sono le emozioni che vuoi trasmettere ai tuoi ascoltatori con questo album?

È difficile pensare di trasmettere emozioni. Io racconto storie e provo a condividerle con chi ha pazienza di ascoltare. Quelle storie, possibilmente, aprono percorsi emotivi in chi ascolta e ognuno, a modo proprio, mischia a quelle storie il proprio vissuto. Quello che ne risulta è un’esperienza del tutto personale e privata. Io faccio domande: a me stesso e al “noi” di cui mi sento parte. Chi si sente parte di quel noi vive emozioni diverse, alcune private, come detto, altre condivise, ma il piano d’ascolto è personale e non si può forzare un’emozione.          

“Dove sei pt.2” chiude una storia cominciata qualche mese fa ed è il frutto di un approccio sonoro nuovo e non scontato. 7 i brani che lo compongono, tutti con una storia da raccontare. Com’è stato produrre l’album e come è nato??

È nato dalla voglia di indagare il rito di passaggio che nella cultura contemporanea dovrebbe portare al “diventare adulti”; almeno in termini puramente anagrafici. In realtà è un rito che arriva per tutti in momenti diversi e in modi diversi ed ognuno lo affronta come può. Le storie che racconto hanno tutte a che fare con questo macro-tema ma ovviamente poi si spostano su piani meno universali e più privati, specialmente in questa seconda parte. 

“Nastro magnetico” è accompagnato da un videoclip in bianco e nero che racconta con immagini la storia che racconta il brano. Quali sensazioni hai provato vedendo tradotto in un video il tuo pezzo? 

Mi diverte sempre moltissimo leggere il lavoro di qualcun altro in rapporto al mio. Zero ha realizzato un video incredibile secondo me riscrivendo la canzone che abbiamo composto insieme ai Mokadelic. È un’ulteriore chiave di lettura che mi consente di capire qualcosa di più di quanto ho scritto.

Cosa hai in programma per il futuro? 

Abbiamo la possibilità di esibirci a Milano, Bologna e Roma verso la fine del mese. Occasioni non scontate dato il momento che stiamo vivendo. Per ora mi concentro su questi tre appuntamenti, per il resto: attendiamo schiarite.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Se siete arrivati a leggere fino a qui, siete dei coraggiosi!

Lucio Leoni for Siloud

Credits: Big Time
Ph: Marta Coratella

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