Il Conte Biagio è la parte artistica di Biagio Conte, un ragazzo proveniente da Palomonte (SA) e da tre anni a Milano. Dalla provincia campana alla nota città lombarda: un cambio di residenza che ha cambiato le sorti della sua musica.
Da giovedì 1 ottobre è tornato con “Università”, un brano triste che non suona triste. Questo singolo rappresenta un nuovo inizio per l’artista, parlando di Napoli e di quegli anni della vita in cui tutto può capitare.
Nome: Biagio
Cognome: Conte
In arte: Il Conte Biagio
Età: 31
Città: Palomonte (SA)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Università
Album pubblicati: La mia depressione (2016)
Periodo di attività: dal 2014
Genere musicale: Pop
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Ciao Biago, chi sei quando non sei il Conte Biagio?
Quando non sono Il Conte Biagio, sono Biagio Conte. Vengo da Palomonte (SA) e da tre anni vivo a Milano, Affori FN precisamente.
Un nome d’arte particolare ma legato al tuo nome di battesimo. Come nasce l’idea?
In realtà mi sono inventato poco. Ho solo invertito nome e cognome e aggiunto “il”. Ho cambiato nome per evitare il paragone con Paolo Conte. Avrei perso in partenza.
Quando e come è nata la passione per la musica?
Molto presto, sui cinque anni. Mio nonno, Biagio Conte anche lui, suonava la chitarra in campagna a Palomonte. Io ero rapito da quello strumento. Siccome la chitarra era troppo grande per me, mio nonno mi costruì una mini-chitarra con le sue mani che conservo ancora. È tipo un ukulele a quattro corde.
Da Palomonte, in provincia di Salerno, a Milano: un cambio di residenza che ha cambiato le sorti della tua musica. Quanto e come questo trasferimento ha influenzato il tuo percorso?
Molto, la mia storia per certi versi ricorda un po’ quella di chi negli anni ‘60 è partito dal Sud in cerca di fortuna. Sono partito all’avventura con una valigia, la chitarra e il Mac. Avevo trovato appoggio in una camera quadrupla in zona Loreto. Un mese di tempo per trovare lavoro e un posto letto. La città era deserta e rovente. Sembrava tutto perso; l’ennesimo tentativo andato male. Gli ultimi due giorni, quando non ci credevo più, le cose sono cambiate.
Grazie ad una campagna promossa da Musicraiser ti sei esibito nelle piazze delle più grandi città italiane, da Milano a Catania, 10 città in 10 giorni. Com’è stato vivere questa esperienza?
È stato entusiasmante. Molto stancante fisicamente, considerando il fatto che ogni sera mi ritrovavo a fare festa con sconosciuti. La mattina mi sposavo da città a città, il pomeriggio suonavo per strada, giravo alcuni video durante la giornata e la sera pubblicavo una sorta di vlog.
Hai raccontato il tutto in un videoclip che è finito anche sul noto tabloid britannino Daily Mirror. Cosa racchiude questo video e perché è così particolare?
In pratica nel video spacco i telefoni ai passanti in giro per Roma. È stata un’idea folle del regista Angelo Cariello.
Da giovedì 1 ottobre sei tornato con “Università”, un brano triste che non suona triste. Qual è la storia che vuoi raccontare?
Per me “Università” rappresenta un nuovo inizio. Parla di Napoli, di quegli anni della vita in cui tutto può capitare. Il primo anno di Università tutti lo ricordano con nostalgia, è l’incerto che ci rende vivi. È un mood che vorrei portarmi sempre dietro. Fare l’alba, rischiare, non dormire, sbagliare.
Chi ti ha aiutato nella produzione del brano e come è stato entrare di nuovo in sala registrazione?
La produzione è affidata ad Antonio Polidoro del Blap Studio di Milano, ci siamo divertiti tantissimo. Con i ragazzi della band Alessandro Salerno, Fabrizio Cannamela, Giacomo Zorzi abbiamo lavorato molto in studio negli ultimi due anni.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Sta per uscire il videoclip di università, sono molto felice di come sta venendo.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Non perdiamoci di vista!
Il Conte Biagio for Siloud
Instagram: @ilcontebiagio Facebook: ilcontebiagio Credits: Morgana Grancia, Conza Press