InTheMusic: Napoleone, interview

Davide Napoleone, il cui cognome è un perfetto nome d’arte, è già autore per grandi nomi della musica italiana. Solo di recente ha intrapreso una sua carriera cantautorale raccontando la storia di Vito Manzo: un falegname / musicista vissuto ad Amalfi, morto in circostanze misteriose prematuramente nel 1957 a meno di 40 anni. Da Vito Manzo nascono due canzoni, la prima delle quali si intitola “Amalfi”, la seconda, invece, “Porta Pacienza”.

Nome: Davide
Cognome: Napoleone
In arte: Napoleone
Età: 27
Città: Torino
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: I mostri che hai, Amalfi, Porta Pacienza
Periodo di attività: dal 2016
Genere musicale: Pop / Rock
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi c’è dietro il progetto Napoleone?

Dietro il progetto Napoleone c’è una vera e propria famiglia. Davide Napoleone (che sono io) ci mette la faccia ma è tutto frutto del lavoro e la passione di tanti amici e colleghi tra cui Paolo Caruccio, Simone Sproccati, Gianluigi Manzo, Andrea Campajola, Alessandro Cappai…

Il tuo cognome è un perfetto nome d’arte: quando hai capito che potesse rappresentarti anche in ambito artistico?

Me lo fece notare la prima volta Pietro Paletti, prima di un concerto a Torino. Mi esibivo ancora usando uno pseudonimo. Lui mi disse “Ma con un cognome cosi fico perché usi uno pseudonimo?” 

Già autore per grandi nomi della musica italiana, di recente hai intrapreso una tua propria carriera cantautorale. Facendo un salto indietro nel passato, quando hai cominciato a fare musica e come poi sei arrivato a ciò che sei oggi?

Ho iniziato a fare musica fondamentalmente perchè nel paesino da dove vengo in provincia di Salerno le offerte di svago per i ragazzini sono sempre state scarse quindi o ti inventavi qualcosa o ti annoiavi. Ho iniziato credo come tutti, per gioco. Suonavo le canzoni che mi piacevano, sognavo di suonare negli stadi e di poter cambiare il mondo con le mie canzoni. Poi a un certo punto cresci e quella cosa o ti rimane dentro o passa. A me è rimasta e l’ho fatta diventare il mio lavoro.

Quali sono i tuoi maggiori riferimenti musicali?

Ne ho a decine, ti direi così al volo Brian Wilson, Elliot Smith, Lucio Dalla, Totò Savio.

Nelle tue canzoni hai deciso di raccontare la storia di Vito Manzo: chi è questo personaggio? 

Vito era un falegname / musicista vissuto ad Amalfi, morto in circostanze misteriose prematuramente nel 1957 a meno di 40 anni. Sognava di diventare un grande musicista ma in quegli anni era molto difficile inseguire un sogno soprattutto per un falegname del sud Italia. Lui credeva di non avercela fatta, sono qui invece a sostenere il contrario perchè la sua storia sta ispirando la mia musica a distanza di più di 50 anni.

Da Vito Manzo nascono due canzoni, la prima delle quali si intitola “Amalfi”. Di cosa si parla in questa canzone e come è stata prodotta?

Amalfi parla della sua morte. Lui è stato trovato privo di vita sulla spiaggia del duoglio in circostanze misteriose. Ho voluto immaginare una morte dolce, al tramonto, accompagnata da un canto di una sirena. Ho scritto questa canzone durante il lockdown a Torino, in un momento difficilissimo perchè mi mancava tanto casa e il mare. Dopo una prima stesura sono andato in studio con Paolo Caruccio che ha trovato il vestito adatto per il brano.

Il secondo capitolo di questa storia è “Porta Pacienza”, il tuo ultimo progetto. Come nasce questo brano e in che modo si ricollega al precedente?

Con Porta Pacienza faccio un salto indietro nella vita di Vito e racconto della sua storia d’amore con Maddalena, una giovane amalfitana. Un amore clandestino e poco voluto dalla famiglia di lei: una famiglia nobile che per la figlia ha già disegnato un futuro al nord, a Milano.

Saremmo curiosi, a questo punto, di conoscere la tua musica più in generale: come la descriveresti a chi non ti conosce e quali pensi siano i suoi caratteri principali? 

Di certo uno dei caratteri principali è la scrittura che a mio avviso è molto cinematografica, poi grazie anche a Paolo Caruccio posso avvalermi di sonorità ricercate e molto accattivanti che vanno a completare la ricetta per una buona canzone pop d’autore.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

Mi piacerebbe scrivere per il cinema o per la tv. 

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Continuate a leggere Siloud che fa bene all’anima e ascoltate le mie canzoni!!

Napoleone for Siloud

Instagram@suonanapoleone
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Credits: Giulia Perna

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