InTheMusic: Andrea, interview

Messico” è il primo singolo di Andrea, giovane artista della scena romana. Il pezzo, fuori dal 23 ottobre, su tutte le piattaforme digitali, distribuito da Artist First e prodotto da Zafa è un inno alla rivoluzione. Chi ascolta Andrea nota subito due cose: la prima, un sound forte, dolce, attuale, lontano dalla scena musicale italiana e più vicino a quella d’oltreoceano, la seconda, una voce pulita, pop, cantautoriale. Scoprite di più!

Nome: Andrea
Cognome: Pasqualini
In arte: Andrea
Età: 21
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Messico
Periodo di attività: dal 2014
Genere musicale: Pop

Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Ciao Andrea, parlaci di te!

Sono Andrea, ho 21 anni e vengo da Roma. Ho da qualche anno finito gli studi presso la scuola di cinematografia Roberto Rossellini e oggi mi divido tra il lavoro da musicista e l’università. Studio Letteratura Musica e Spettacolo alla Sapienza.

Sappiamo che sin da piccolo nutri interesse e dedizione nei riguardi dell’arte, della musica e del mondo dello spettacolo. Come è nato questo amore?

Sin da quando sono bambino ho sempre amato la musica, pensate che mia mamma mi addormentava facendomi ascoltare Gino Paoli. La musica era l’unico rimedio per calmarmi e anche oggi è per me un’ottima cura per evadere dai momenti più brutti ma anche un’ottima amica che mi accompagna nei momenti più belli. L’amore per la musica secondo me è innato. La musica scorre nelle mie vene sin da quando ero in grembo.
Sin da piccolo ho sempre amato la musica, ballavo e cantavo in continuazione. Mia madre mi faceva addormentare con lo stereo acceso. Era l’unica cosa che mi calmava.

All’età di 13 anni ho capito che il canto e la musica fossero la strada giusta per il mio futuro, perché mi sentivo che attraverso questo potevo riuscire a fare qualcosa per il mondo. Sentivo già a quell’età che avevo qualcosa da dire, qualcosa di importante da fare e che non potevo più tener dentro. Da qui ho deciso di iniziare a studiare da autodidatta. Dopo, un anno, ho iniziato a studiare con insegnanti di canto molto validi e, grazie a loro, alla mia costanza e alla mia voglia di migliorare sono riuscito ad ottenere ottimi risultati ed essere soddisfatto di me stesso.

Oggi tutto ciò che avevo da sempre sognato, lo sto pian piano realizzando, superando qualsiasi ostacolo. È proprio vero, se credi in ciò che fai riuscirai a raggiungere ciò che vuoi. I sogni non hanno limiti, la scalata può essere anche difficile ma alla fine il panorama è stupendo. 

Chi ti ascolta nota subito due cose: la prima, un sound forte, dolce, attuale, lontano dalla scena musicale italiana e più vicino a quella d’oltreoceano, la seconda, una voce pulita, pop, cantautoriale. Naturalmente tutto questo è il frutto degli artisti che ascolti e a cui ti ispiri. A tal proposito, cosa puoi dirci di più?

Questa è una delle domande che adoro di più. Potrei stare ore a parlare solo di questo. Io sono un grande fan del pop oltreoceano, partendo da Madonna fino Lady Gaga. Quella musica che ti scatena e che allo stesso tempo può lanciare messaggi ben precisi e importanti. 

C’è un’artista a cui io sono legato in modo molto particolare: Miley Cyrus.

Seguo Miley da ormai parecchi anni e per me è stata, è e sarà la mia più grande fonte di ispirazione e punto di riferimento (dal punto di vista musicale e anche umano). 
Miley è stata colei, oltre anche alla mia famiglia ovviamente, a darmi la forza di liberarmi, di uscire dagli schemi della società, di essere me stesso.
Vorrei che ogni tanto la gente andasse oltre la sua immagine provocatoria, come per esempio una linguaccia buttata lì, che invece può essere vista come un simbolo di ribellione contro i “costumi” e ai “filtri” che molte persone usano solo per apparire o per essere apprezzati. Una lingua di fuori che può semplicemente dire: sii libero. 
Ecco, questa è Miley, questa è la mia spirazione e questo è ciò che voglio fare attraverso la mia musica.
Utilizzare un bel ritmo, che ti scatena, ti libera incastrato a dei messaggi sociali importanti. Mi sento come una sorta di erede di Miley. Vorrei fare musica per cercare, anche se nel mio piccolo, di cambiare ciò che non va. Aiutare i più deboli.

La tua parola d’ordine è Libertà. Da dove nasce l’esigenza di dare voce ai più deboli e agli emarginati?

Si esatto. La libertà per me è il centro, il principio della mia vita. Ci basta semplicemente accendere un telegiornale in televisione per restare sconvolti da quante ingiustizie ci sono nel mondo.
Essere liberi per me è l’aria che respiriamo. Essere liberi ci permette di non avere limiti, ci permette di sentire e di vivere a pieno la felicita che, ahimè, molto spesso viene completamente schiacciata dai più forti.

Mi sono sempre definito una persona che va fuori dagli schemi, controcorrente.

Ho sempre cercato di andare oltre i miei limiti andando nella direzione opposta al mondo. Ho sempre cercato e cercherò, nel mio piccolo, di aiutare il prossimo, aiutandolo a sentirsi libero e vivo.

Viviamo in una società egoista, cupa dove la voce dei più “potenti” viene messa in primo piano mettendo in disparte quella dei più “deboli”.

A volte dovremmo ricordarci di essere semplicemente persone. Dovremmo ricordarci che sopra di noi c’è un unico cielo, un unico sole e un’unica luna. Dovremmo ricordarci che l’uno senza l’altro non sarebbe nessuno. 

La nostra voce, di ognuno di noi, è potente e non dobbiamo farci intimidire o abbattere da chi si crede più “forte”… perché spogliato del proprio ego, dalle proprie ricchezze è esattamente uguale a noi. 

Bisogna sentirsi liberi di tirar fuori la nostra voce facendoci sentire e anche quando ci sembrerà di non esser ascoltati, ricordiamoci che un grido fa sempre rumore. Abbiamo tutti qualcosa da dare a questo mondo. 
Io attraverso la mia musica vorrei utilizzare la mia voce, come se fosse un megafono, e dar voce a noi, a loro, messi in secondo piano solo perché non abbiamo potuto avere la fortuna di avere qualche soldo in più per avere una posizione migliore nel mondo.
Avere un posizione salda nel mondo ai nostri giorni significa anche prendere decisioni per gli altri e non vorrei vivere in un mondo in cui le “minoranze” debbano soffrire sulle decisioni altrui, solo per scopi di lucro o per ideologie retrograde che vanno a sfavore delle proprie tasche.
Siamo tutti uguali, nati liberi. 

Fuori dal 23 ottobre, su tutte le piattaforme digitali, distribuito da Artist First, il tuo primo singolo “Messico”. Come e quando nasce il pezzo?

In realtà avevo sempre voluto scrivere un pezzo che centrasse in pieno la mia voglia di rivoluzionare un mondo che pian piano crolla sempre di più. 

Il pezzo è nato Durante la quarantena, dopo una cena a guardare il solito telegiornale, ho spento la tv e sono rimasto con lo sguardo fisso nel vuoto. In quel momento ho detto: basta! bisogna cambiare qualcosa, non si può più vivere in un mondo così. 
In una notte ho scritto la prima versione di Messico che poi, tranne alcuni versi, è stata cancellata e riscritta per altre 4 volte. Si, sono un perfezionista. 

Non appena finita la quarantena mi sono incontrato immediatamente con il mio bassista Mirko e con il mio Producer Zafa per buttare giù la prima demo di Messico. Sentivo una forte necessità di dar forma e vita a questo brano, proprio come la mia voglia di scatenare questa rivoluzione. Ho pensato immediatamente che questo sarebbe stato il miglior singolo per poter esordire finalmente nell’industria musicale perché racchiude in se tutto ciò che vorrei trasmettere con la mia musica: un messaggio chiaro, deciso e allo stesso tempo un brano che ti permetta di viaggiare con i pensieri, di ballare e di sentirti libero.

La produzione è stata curata da Zafa, com’è stato lavorare con lui?

Zafa è stato essenziale per me. Lui, dal primo momento in cui ci siamo conosciuti, ha capito immediatamente ciò che volevo ed era così follemente felice di poter lavorare a questo brano che in pochissimo tempo aveva tirato giu la prima demo. 
La precisione e il modo in cui ha lavorato è stata la base di tutto che poi ha dato vita anche ad una bella amicizia. 

È ora di scatenare la rivoluzione, questo il messaggio che hai voluto lanciare agli ascoltatori con il tuo singolo. Qual è la storia che volevi raccontare?

La mia intenzione è quella di sfogarmi contro un mondo che non funziona più e di mettermi dalla parte dei più deboli. Messico è un vero e proprio inno alla rivoluzione. La voglia di voler utilizzare la mia voce a nome di tutti coloro che non si sentono all’altezza in questo mondo e che vogliono cambiarlo ma hanno paura di farlo. È come se urlassi: avete superato tanti ostacoli e ce la faremo, insieme, anche a superare l’ostacolo più grande: la società, la gabbia che ci tiene bloccati.
Qui sottolineo la voglia di voler scappare in Messico, che rappresenta in senso metaforico un posto nuovo, migliore, che anche se lontano da dove ci troviamo e ciò che ci separa è un oceano enorme e profondo di mezzo, comunque lo si può raggiungere.

Non vediamo l’ora di ascoltare altro, cosa hai in cantiere? 

Grazie mille! Non posso svelare troppo ancora ma stiamo lavorando ad un’altra bomba.

E soprattutto, quali sono i tuoi progetti a lungo termine?

Sono una persona che ha obiettivi ben saldi e che cerca di portare a termine ma allo stesso tempo penso step by step e mi concentro molto sul presente, cercando di dare il massimo ad ogni cosa che vivo e che realizzo. Sicuramente uno dei miei progetti a lungo termine è un album.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Sentitevi liberi di essere voi stessi senza mai farvi intimidire da nessuno, voi sapete quanto valete e nessuno deve buttarvi giu. Tutti abbiamo qualcosa da dare a questo mondo.
… e ovviamente andate ad ascoltare “Messico” su tutti i digital store.

Andrea for Siloud

Instagram: @andreapasqualni

Credits: Giorgia Groccia

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