InTheMusic: dellarabbia, interview

Marco, Adamo, Piergiorgio, Paolo e Federico, insieme sono i dellarabbia, perché la rabbia è la parola chiave che hanno scelto per ancorarsi a questo periodo storico. Nati da poco ma con una lunga gavetta musicale data dalle esperienze di tutti i componenti. “L’Enigmista”, in uscita a settembre, è il loro primo singolo. Il brano anticipa l’uscita dell’album d’esordio “L’Era della Rabbia“, prodotto da Numero 3 Music e Sony Music Italia previsto per l’inizio del 2021.

Band: dellarabbia
Componenti: Marco De Vincentiis (voce), Adamo Fratarcangeli (voce, Violino, Piano, ukulele), Piergiorgio Tiberia (voce, chitarra), Paolo Notarsanti (basso), Federico Garofali (Batteria, programming)
Età: 28/33
Città: Ceccano (FR), Arnara (FR), Boville Ernica (FR), Cisterna di Latina (LT)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: L’Enigmista, La panchina (come Forrest Gump)
Periodo di attività: dal 2019
Genere musicale: Indie/NuFolk 
Piattaforme: Spotify, Amzon Music, ecc.

In arte siete una band, nella vita quotidiana, invece, chi siete?

Siamo un collettivo o almeno così ci piace definirci. Siamo un gruppo di persone che fa musica in ogni momento in cui la vita ce lo permette. Veniamo tutti da una lunga militanza in band della scena punk rock e alternative italiana. Veniamo da lunghi viaggi in furgone, per suonare in posti fichissimi oppure semivuoti. Da tour europei, in Russia e qualcuno di noi persino in Giappone. Da lavori precari utilizzati per pagare la passione per la musica o anche da percorsi professionali che ci hanno dato soddisfazioni oltre la musica. Nonostante tutto nessuno di noi ha mai smesso, o pensato di smettere, di fare musica in tutti questi anni e dellarabbia rappresenta per tutti un punto di arrivo di maturazione comune. 

Un nome d’arte davvero bizzarro, come nasce dellarabbia?

dellarabbia, perché la rabbia è la parola chiave che abbiamo scelto per ancorarci a questo periodo storico. Quando abbiamo pensato a questo progetto e ai brani ci tenevamo a che si capisse bene, che non saremmo mai potuti esistere in un altro momento storico. La rabbia cresce ovunque, non dobbiamo neanche fare esempi per dovervelo spiegare. La vedete intorno a voi, come capita a noi e la sentite salire dentro, inevitabile. Che ci appartiene e a cui però non dovremmo appartenere. Per questo siamo dellarabbia.

Qual è il momento esatto in cui siete diventati una band?

Non ci sentiamo canonicamente una band, ci piace definirci come un collettivo. Abbiamo un’idea precisa di cosa vogliamo raccontare con la musica e come vogliamo farlo. Non c’è quell’atto creativo che appartiene alle band, scriviamo con lo stesso senso pratico con cui si scrive un libro. Siamo molto amici e ci piace fare quello che stiamo facendo. È la stessa differenza che c’è tra il matrimonio ed il fidanzamento eterno. La vera garanzia è quella di non divorziare mai.

dellarabbia prova a raccogliere senza paura e con suoni moderni la pesante eredità del cantautorato storico italiano. A chi vi ispirate?

Ci lasciamo ispirare da tante cose, i cantautori italiani in primis, di quelli da cassetta nella vecchia Punto di tuo zio, che hanno fermato la definizione generica di musica italiana ad un periodo preciso. Dalla, Rino Gaetano ma anche Brunori, Silvestri o Fabi. Ci piace anche il nuovo folk internazionale, come Mumford & sons, Frank Turner o Will Varley. Dentro al nostro sound ci piace provare a rimescolare le carte a modo nostro, ma quando un’ispirazione si fa molto presente ci vergogniamo certo a lasciare che si senta.

Nati da poco ma con una lunga gavetta musicale data dalle esperienze di tutti i componenti. Quali sono quelle che vi hanno particolarmente segnato?

Veniamo quasi tutti dalla scena punk, perciò abbiamo conosciuto tante nottate in furgone o a dormire sul divano di una persona di buon cuore. Palchi importanti ed anche posti con due persone in piedi davanti. Tour europei, Russia o addirittura Giappone. Veniamo da lontano e ci ricordiamo tutti i passi fatti. Dentro dellarabbia trovi tanti anni di tutto questo.

“L’Enigmista”, in uscita a settembre, è il vostro primo singolo. Come è nato questo pezzo?

L’Enigmista è nata in un caffè dopo pranzo, tra Marco e Americo. È venuta su abbastanza rapidamente, come spesso capita quando abbiamo un’intuizione che ci soddisfa, da una conversazione sull’opportunità di rispondere oppure no ad un commento violento ricevuto su Facebook, in un post sui migranti. In generale scriviamo molto, partendo da quello che ci succedere.

E, invece, com’è stato produrlo?

È stato anche il primo brano prodotto dove abbiamo centrato il sound che cercavamo. Produrlo è letteralmente stato istruttivo. L’Enigmista è un brano con cui volevamo provare a raccontare quell’ansia che ti sale quando in luogo affollato, per un momento stacchi gli occhi dal telefono e ti accorgi di essere l’unico che non se ne sta con la testa bassa. Abbiamo provato a farlo cercando di usare un’ironia da fumetto horror. Come fosse un numero di Dylan Dog suonato.

Il brano anticipa l’uscita dell’album d’esordio “L’Era della Rabbia”, prodotto da Numero 3 Music e Sony Music Italia previsto per l’inizio del 2021. Cosa potete dirci su questo progetto?

Non vogliamo svelare troppo ma l’album per noi venuto come lo volevamo. Abbiamo avuto libertà artistica e assoluto supporto da tutti quelli che hanno collaborato. Anzi la loro partecipazione convinta ci ha spinto a scrivere un numero esagerato di brani per poter scegliere quali mettere nell’album. Parla di tante cose e racconta molte storie su promesse non mantenute, scommesse in sospeso. È un disco di canzoni d’amore e di rabbia.

Che progetti ha dellarabbia?

Usciranno altre canzoni da qui all’album e cercheremo altri interessanti spazi di visibilità come questo per far conoscere la nostra musica. Ci prepariamo pieni di speranze al giorno dopo “tutto questo”, che arriverà, per suonare dal vivo.

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

In questo periodo assurdo supportate i media indipendenti come questo e la scena musicale italiana. C’è davvero bisogno di supporto mai come adesso, ascoltando, leggendo, condividendo, per tenere vivo un fermento a cui non dobbiamo rinunciare, e anche se la politica per prima non capisce quanto sia importante il contributo che la musica da alla vita nazionale, ci sarà un giorno dopo.

dellarabbia for Siloud

Instagram: @dellarabbia
Facebook:@paginadellarabbia
YouTube: Dellarabbia

Credits: Morgana Grancia, Conza Press
Ph: Marzia Bianchi

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