InTheMusic: Ghiaccio, interview

La voglia di fare musica come necessità è la ragione per cui. Stefano Cocco, 29 anni di Treviso, è diventato Ghiaccio. Nella sua musica avvertiamo influenze molto diverse, che vanno dal punk al pop, dal rock all’indie. “Penisola Spleen” è il suo singolo di debutto che dà inizio all’avventura nel settore musicale.

Nome: Stefano
Cognome: Cocco
In arte: Ghiaccio
Età: 29
Città: Treviso
Nazionalità: italiana
Brani pubblicati: Penisola Spleen
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: dream pop
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music

Chi c’è dietro Ghiaccio?

La fotta di fare musica come necessità. Mi chiamo Stefano Cocco, ho 29 e sono di Treviso. Durante il giorno per pagarmi da vivere faccio il copywriter in un’agenzia di comunicazione, nella maggior parte del tempo che mi rimane faccio musica. Da quando ho iniziato a scrivere canzoni mie a 18 anni per me quest’arte è stata un elemento irrinunciabile. 

Perché un nome d’arte così… ‘freddo’?

Per esorcizzare appunto un “periodo freddo”, in cui mi sentivo bloccato e dovevo sistemare un po’ di cose con me stesso. La musica mi ha aiutato molto ad uscirne. Ghiaccio mi sembrava il nome giusto per veicolare questo immaginario: un freddo interiore che si scioglie grazie alle canzoni. E poi sono appassionato di montagna e natura in generale. 

C’è un evento particolare nella tua vita che ti ha avvicinato alla musica? 

Sì, ricordo abbastanza vividamente di aver ascoltato “Appetite for destruction” a 16 anni e di aver deciso che sarei voluto diventare un chitarrista. All’epoca ero invasato di hard rock anni ‘70/’80!

Dopo un paio d’anni di studio e cover, intorno al 2009, ho sentito la necessità di fare musica originale e ho militato nei 4-5 anni successivi in vari gruppi di rock alternativo come chitarrista, scoprendo il panorama indipendente italiano e approcciandomi timidamente al microfono. Ho iniziato a cantare più seriamente solo dopo, nel 2013, con gli Alcesti, la mia band storica in cui ho suonato fino all’anno scorso.

Nella tua musica avvertiamo influenze molto diverse, che vanno dal punk al pop, dal rock all’indie. Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Punk mi ha sorpreso! Sono un grandissimo fan dei Verdena, sono sempre stati il mio punto di riferimento nella musica italiana dai 20 anni ad oggi. Per restare in Italia, il mio altro punto di riferimento è Battisti, mentre all’estero ho grande ammirazione per i Foals e M83. Nel mix della mia musica penso ci sia anche altro, ma questi sono i miei punti di riferimento sempre validi!

Come nasce il progetto Ghiaccio e cosa cerchi di comunicare a chi ti ascolta? 

È nato tutto molto gradualmente nel corso del 2019. La miccia è stata la possibilità di comporre finalmente delle canzoni complete da solo dopo che un amico mi ha passato Ableton (sì crackato, scusa signor Ableton). Per me è stata una grande svolta, mi ha dato finalmente modo di lavorare ai suoni e agli arrangiamenti come volevo. 

Sinceramente non mi pongo a priori l’obiettivo di comunicare qualcosa in particolare quando faccio musica. Racconto degli spaccati della mia vita, delle mie esperienze e di quello che respiro nell’aria che vivo, ma credo sia più importante che ognuno ci trovi un suo senso. La musica può essere politica o consolatoria. La mia è sicuramente nella seconda categoria.

“Penisola Spleen” è il tuo singolo di debutto che dà inizio alla tua avventura nel settore musicale. Come nasce questo brano e come è stato prodotto? 

Il pezzo è nato nell’estate del 2018 durante una jam session in sala prove con Stefano Petterson, mio grande amico batterista! In un paio di prove abbiamo definito la struttura della canzone, mentre al testo ho lavorato successivamente. A realizzare la produzione vera e propria mi aiutato Tobia Della Puppa, un giovane musicista veneziano molto in gamba. La canzone è stata registrata e mixata poi nel dicembre del 2019 da Edoardo Pellizzari all’Overdrive Recording Studio, tra Treviso e Bassano del Grappa. Alla batteria e al basso ci sono i miei compagni di musica negli Alcesti, Marco Ferrante e Mattia Quaglia. E’ stato un lavoro di squadra!

Questo è il tuo primo reale singolo prodotto oppure ci sono state altre sperimentazioni prima?

Non è stato il primissimo ma sicuramente tra i primi. Penso ci fossero state un altro paio di sperimentazioni/tentativi di produzione ma questa è stata la prima che ho deciso di portare fino in fondo.

Quali sono i tratti della tua musica sui quali stai lavorando per il tuo futuro? 

Penso si possa riassumere tutto nel termine originalità. Voglio trovare sempre di più la mia voce sia musicalmente che a livello di testi. Non mi è mai interessato seguire le mode e i suoni del momento. Credo che non ce ne sia bisogno e che ci sia una certa saturazione in questo senso. Io voglio creare il mio mondo sonoro e fare musica il più possibile originale e sincera.

Quali sono gli obiettivi che ti sei posto, con il progetto Ghiaccio, a breve e a lungo termine? 

A breve termine c’è la finalizzazione di un bel po’ di canzoni che dovrebbero far parte di un disco. Uso il condizionale perché sono scaramantico haha.

A più ampio raggio vorrei riuscire a costruire una band con cui portare in giro queste canzoni, quando si potrà. Mi sto preparando anche all’eventualità di farlo da solo, ma con una band sarebbe tutta un’altra storia.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Beh, se non avete ancora ascoltato Penisola Spleen correte a farlo! 

Ho appena iniziato il mio percorso e questa canzone è solo un assaggio, c’è molto altro che bolle in pentola. Parto in questo momento contro ogni logica, dalla provincia, ma con molta motivazione. Se vi piace il mood seguitemi, spero di dimostrarvi che ne è valsa la pena!

Ghiaccio for Siloud

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YouTubeGhiaccio

Credits: Marco Negro, Astarte Agency

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