Maria Francesca Duilio della sua iperattività ne sta facendo una professione. I suoi video stanno ottenendo molto successo, merito della simpatia e della (apparente) semplicità delle tematiche di cui tratta. Il filo conduttore è l’ironia: tematiche quotidiane, situazioni comuni e pensieri diffusi prendono voce proprio grazie ai suoi video. Ciò che più le piace fare è letteralmente creare ed è per questo che si sente identificata a pieno dalla parola “creator”.
Nome: Maria Francesca
Cognome: Duilio
Anni: 25
Città: Montesarchio (BN)
Nazionalità: Italiana
Professione: Creator

Ciao Maria Francesca, dicci qualcosa in più su di te!
Sono Maria Francesca, ho 25 anni, e della mia iperattività ne sto facendo una professione. Sono di Montesarchio. Lo so, nessuno conosce Montesarchio, infatti di solito dico che sono di Benevento, che è la provincia, ma mi è capitato di sentirmi dire ‘’Benevento? E dove si trova? Vicino Montesarchio?’’
Andiamo subito dritti al punto: i tuoi video stanno ottenendo molto successo, merito della simpatia e della (apparente) semplicità delle tematiche di cui tratti. Per chi ancora non ti conoscesse, cosa fai sul web e cosa ti ha spinto a prenderne parte attiva?
Il lockdown. Se in condizioni normali ho bisogno di essere sopraffatta dagli impegni per stare in pace con me stessa, figuratevi durante una quarantena. A Marzo Tik Tok iniziava a spopolare, così ho cominciato a postare prima i miei “Monologhi della quarantena”, poi video di ogni tipo su argomenti più o meno impegnati ma sempre sullo stile comedy. Da lì è iniziato tutto. Mai sottovalutare il potere della noia.
Il filo conduttore dei tuoi video è l’ironia: tematiche quotidiane, situazioni comuni e pensieri diffusi prendono voce grazie ai tuoi video. Parli di verità, questo è il punto. Come scegli di volta in volta gli argomenti di cui trattare?
L’ispirazione può venire da qualsiasi cosa: da un’immagine, da una frase, da una pubblicità, dal telegiornale, da quello che mangio, da una cimice che mi entra in camera (letteralmente, ci ho fatto un video), dal nulla… A quel punto o butto giù un piccolo copione o accendo la telecamera e improvviso. L’ironia per me è come una di quelle pistole finte che usano i clown: all’inizio ci credi e ti fa paura, ma quando il pagliaccio preme il grilletto, dalla canna viene fuori una bandierina con su scritto ‘’BANG!’’. Tuttavia, i pagliacci non sono tutti uguali, non sono tutti come Ronald McDonald che porta gli hamburger con la sorpresa ai bambini, alcuni sono come IT, e con la scusa del palloncino, nella pistola ci mettono il piombo. Quale modo migliore per dire una cattiveria e non assumersene le responsabilità se non quello di dire “sono ironic*”?
Facendo un passo indietro, vorremmo capire meglio come nasce questo tuo progetto. Quando hai cominciato a caricare video online e come ti sei appassionata al mondo della “recitazione online” (se così possiamo definirla)?
Forse la mia passione per l’audiovisivo ho iniziato a realizzarla quando ho partecipato al KINO, circa tre anni fa. Il Kino è un evento che si svolge in tutto il mondo – io ho partecipato per due anni a quello di Castellammare di Stabia – generalmente della durata di una settimana, in cui filmmakers da tutto il mondo (scrittori, attori, sound designers, montatori, make-up artists, musicisti…) si incontrano e girano cortometraggi nei luoghi caratteristici della città. Io partecipavo come attrice, ma mi sono ritrovata a fare la traduttrice e la doppiatrice, fino al secondo anno in cui ho girato il mio primo quickie (un corto di trenta secondi). Ma comunque, prima del Kino ho sempre fatto video divertenti che condividevo con i miei amici, è stata la quarantena (la prima) che mi ha spinto a pubblicarli online. Tik Tok mi ha solo ’lanciata’, ecco.
Il tuo è un progetto strutturato, che ha una vision ben chiara. Cosa cerchi di trasmettere a chi ti segue?
Leggerezza. Io voglio essere quell’account in cui ti imbatti alle due di notte quando non riesci a dormire, così guardi un video, poi un altro, poi un altro ancora, e ti ritrovi alle 6 del mattino con gli uccellini che cantano fuori dalla finestra a dire “Che cosa sto facendo della mia vita?”.
Tutto parte da un’idea che pian piano deve diventare concreta. Qual è il processo che, dal concept, porta alla realizzazione di un tuo contenuto?
Idea, scrittura, riprese, montaggio. Però, essendo io stessa autrice totale del video a volte mi ritrovo a riscrivere, girare da capo delle scene, cambiare dei dettagli o stravolgere completamente l’idea perché ne ho avuta una migliore. Insomma, faccio quello che voglio, questo è uno dei lati positivi del lavorare da sola.
Sei una creatrice di contenuti per il web, ma non lo fai come tutti gli altri ed è questo il tuo punto di forza. Pensi di poterti definire più una creator o un’attrice?
Forse il termine attrice mi renderebbe più interessante e altolocata, più intelligente e meno commerciale, ma la verità è che a me piace letteralmente creare. Quindi se un giorno doveste fare una pagina Wikipedia su di me, invece di scrivere “attrice, regista, sceneggiatrice, comica, imitatrice, scrittrice” scrivete solo “creator”.
Abbiamo visto che sei approdata anche al mondo dell’abbigliamento. In che modo hai dato questa nuova prospettiva al tuo progetto?
Su internet va di moda un meme con cui i ragazzi e le ragazze si danno reciprocamente dei portafogli e delle lavatrici. Essendo il tema femmine/maschi molto apprezzato tra i miei video, ho pensato di mettere questi due stereotipi su delle t-shirt, rispettivamente di colore rosa e azzurro. Io credo che dovremmo smetterla di fare a gara a chi ha più diritti. Io credo che su queste magliette ci sia scritto chiaro e tondo che siamo tutt* vittime della stessa società. Poi vogliamo chiamarlo femminismo, vogliamo chiamarlo egualitarismo, vogliamo chiamarlo Alfonso, vogliamo chiamarlo Alfonsina, chiamiamolo pure utopia! – a me va bene qualsiasi cosa, io odio le etichette – l’importante è che restiamo unit*. Certo, queste magliette stereotipate hanno una grande autoironia di fondo, ma credo che nella vita sia fondamentale imparare a non prendersi troppo sul serio, perché è solo così che ne usciremo vivi.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Di sicuro voglio continuare a fare video. Poi vorrei scrivere un libro, scrivere un film, scrivere e dirigere un programma televisivo di seconda serata, far crescere il mio brand, adottare un* bambin*, fondare un’organizzazione di beneficenza, trasferirmi nella città che amo, fare un mega regalo a ogni membro della mia famiglia ed essere la prima a vincere il premio Nobel per l’ironia. Il punto è che non so se avrò il tempo di fare tutte queste cose, anche perché vorrei mantenere l’abitudine di fare la doccia tutti i giorni.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ce la faremo.
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