Nox, nome d’arte di Mohamed Naji, classe 2002, è un cantante e rapper valdostano. Nato in Marocco, vive in Italia da quando aveva quattro anni, cresce influenzato dalla musica mediorientale e la trap americana e da questi stili parte per un viaggio personale tra note moderne dal sapore mediterraneo. Esce il 18 dicembre su tutti i Digital Store con il suo ultimo singolo intitolato “Testa Alta“, fuori per l’etichetta torinese Shape]U[, edito da GRM Management, distribuito da Artist First.
Nome: Mohamed Cognome: Naji In arte: Nox Età: 18 Città: Aosta Nazionalità: Marocchina Brani pubblicati: Quello Che Mi Pare Periodo di attività: dal 2019 Genere musicale: Pop, Rap Piattaforme: Youtube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon music, ecc.

Chi è Nox nella vita di tutti i giorni?
Sebbene per tutti sia oramai Nox, mi chiamo Mohamed Naji e sono nato nel 2002.
Nato a Fèz, in Marocco, mi sono trasferito con la mia famiglia in Valle d’Aosta quando avevo quattro anni. Vivo ad Aosta e frequento il liceo delle Scienze Umane.
Quando Mohamed Naji è diventato Nox?
Come detto, sono uno di tantissimi ragazzi cresciuti in Italia ma nati all’estero. Spesso venivo deriso perché mi chiamo Mohamed, per le mie origini, o per il semplice fatto che la mia famiglia non potesse permettersi tutto quel che avevano le altre. Col passare degli anni ho capito che chi mi faceva male senza motivo lo faceva perché probabilmente non aveva ancora nemmeno trovato la pace con sé stesso: è sempre così. Mi sono fatto grande, promettendomi mai più permesso mi si mettessero i piedi in testa, ma senza farmi contagiare dalla malvagità di quelle persone.
Chi è Nox? È l’alter ego che canta ciò che Mohamed pensa. Penso sia sempre esistito.
Quando hai scoperto l’amore per la musica?
Sono cresciuto ascoltando molta musica Urban americana (Eminem, Rihanna, Drake) ma affiancandola a quella mediorientale (Umm-Kulthum, Fairuz), di cui mi ha fatto innamorare mamma. Il mio stile risente delle mie influenze: cerco di portare il mio mondo nei miei brani. Vorrei che la mia musica fosse un viaggio per chi mi ascolta.
E soprattutto, quando hai deciso di cominciare a far musica?
Credo avessi dodici o tredici anni quando ho scritto la prima prima canzone, ma tutto è cambiato quando un anno fa ho conosciuto Mont Black, il mio producer. Mi ha convinto a intraprendere la carriera musicale con convizione e impegno.
Cresciuto influenzato dalla musica mediorentale e dalla trap americana oggi il tuo sound è moderno e mediterraneo. Com’è nato?
Molto è frutto del lavoro in studio con il mio producer, Mont Black. È un sassofonista blues ma anche un fine conoscitore dei generi moderni (Trap, RnB) e di quelli esotici (avendo lui origini marocchine come me).
Ci capiamo al volo e credo sia per questo che le sue strumentali si intrecciano bene con la mia voce.
“Testa Alta” è il tuo ultimo singolo, cosa volevi raccontare con questo pezzo?
Faccio musica perché mi piace, ma prima ancora perché ne ho bisogno. È semplicemente liberatorio. Con questo brano vorrei però anche dire a tutte quelle persone che sono state messe in un angolo senza aver commesso nessuna colpa che non sono sole. Che non è necessario diventare cattivi per sopravvivere in questo mondo. Perché alla fine chi ama vince sempre su chi odia. A TESTA ALTA.
Anche la copertina ha un messaggio importante: chi l’ha disegnata e cosa rappresenta?
La copertina è stata disegnata da Renato Angelone, che è un giovane illustratore torinese. Gli ho fatto ascoltare il brano chiedendogli di rappresentare visivamente qualsiasi cosa gli avesse trasmesso: così è nata la copertina.
Com’è stato mettersi di nuovo all’opera dopo il successo di “Quello che mi pare”?
Quello Che Mi Pare, mio singolo d’esordio, ha riscosso risultati che andavano ben oltre le mie più rosee aspettative ma è solo il primissimo tassello della mia carriera.
Ho tantissime cose da raccontare e vorrei continuare a farlo con il mezzo che mi è più congeniale: la musica. Testa Alta, come tutti i miei brani, è nato da un’urgenza espressiva
Cos’hai in programma per il futuro?
È in arrivo a gennaio 2021 il mio terzo singolo: Chiamo Momo. Ha un ritmo parecchio incalzante e non vedo l’ora di farvelo sentire!
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Mi auguro indubbiamente che la situazione pandemica si risolva, cosicché tutti possiamo tornare alla normalità. Al di là del danno infinito che sta subendo il mondo della musica, privato di ciò che più di tutto lo rende speciale – ovvero i concerti -, sono preoccupato per tutte quelle persone che soffrono silenziosamente durante questa pandemia che ci ha improvvisamente distaccati gli uni dagli altri e imprigionati nelle nostre case. Le persone sono nervose, arrabbiate, pronte a litigare.
Spero davvero che ci sia più spazio per il volersi bene nel 2021, tutto qui.
Un abbraccio, Nox The Real
Nox for Siloud
Instagram: @noxthereal YouTube: Nox Credits: Giorgia Groccia, Riccardo Zianna