Comincia a scrivere brani nel 2014 e li presenta con la sua band in cui era il chitarrista, solo nel 2017 intraprende la carriera da solita ed in quel momento Mattia Orlandini diventa FRANK!. Prima sperimenta con sonorità elettroniche, scrive in inglese, poi si dedica alla composizione in italiano e si avvicina al cantautorato italiano e al pop, arriva in finale al festival anti-Sanremo di Cecchetto e dal 7 gennaio è in tutti i digital stores con il suo singolo d’esordio “Benzina”.
Nome: Mattia
Cognome: Orlandini
In arte: FRANK!
Età: 24
Città: Padova
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Benzina
Periodo di attività: Dal 2017
Genere musicale: Indie, Itpop
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Itunes Store, YouTube Music, Amazon Music, Tidal

Chi c’è dietro FRANK!?
Sono Mattia Orlandini, ho 24 anni e sono di Padova. Nella vita cerco di fare della mia passione il mio lavoro. Scrivo molto e produco le mie canzoni, per poi ultimarle in studio con il mio produttore, Lorenzo Sebastiani. Sto intraprendendo anche un percorso come autore per altri artisti, mi piacerebbe molto sviluppare anche questa strada.
Cominci a scrivere brani nel 2014 e li presenti con la band con cui suonavi come chitarrista, solo nel 2017 intraprendi la carriera da solita, ma qual è stato il tuo primo approccio con la musica?
La mia passione per la musica è nata quando da piccolo, con mia sorella Sara, ascoltavo mio papà suonare il pianoforte di domenica mattina, era un appuntamento fisso. A 6 anni ho iniziato a prendere lezioni di piano per poi passare allo studio della chitarra. Strumento che ho studiato per molti anni.
E invece, quanto ha significato per te suonare in una band e poi scegliere di proseguire come solista? Cos’è cambiato da allora?
Penso che tutto succeda per una ragione. In seguito allo scioglimento della band in cui suonavo non ho considerato nemmeno per un istante di fermarmi, anzi, è stata l’occasione di iniziare a studiare canto e dare voce ai miei testi. Testi che in precedenza non cantavo io. Questo passaggio lo vedo come una sorta di maturazione artistica, come la presa di coscienza del mio carattere artistico, che si è fatto sempre più chiaro con il passaggio dalla scrittura inglese a quella in lingua italiana. Il mio percorso musicale mi ha aiutato a fare la cosiddetta gavetta, a vedere la musica da più punti di vista. Sono cresciuto con la crescita della mia musica.
Ad un certo punto Mattia diventa FRANK!. Perché questo pseudonimo?
Tutto nasce ai tempi della scuola media, quando durante le ore di educazione fisica indossavo la maglia di un giocatore di calcio di nome Frank. Un mio compagno di classe e amico iniziò a chiamarmi con quel nome e di conseguenza tutti gli altri. Il punto esclamativo invece l’ho aggiunto più tardi per dare un’idea chiara del carattere della musica che faccio. Mi pongo molti interrogativi nel processo di scrittura dei miei pezzi e quando li finisco diventano punti esclamativi. Ecco il perché del mio nome d’arte.
Cominci con sonorità elettroniche, scrivi in inglese, poi ti dedichi alla composizione in italiano e ti avvicini al cantautorato italiano e al pop. Qual è oggi il tuo sound?
Non mi piace molto l’idea di etichettarmi in un genere. Sicuramente il mio suono è ibrido e frutto delle mie influenze musicali. Le immagini all’interno dei miei testi hanno dei colori indie, le sonorità invece richiamano molto la musica elettronica. Il mio stile lo definirei fluido.
Tra le esperienze che ti hanno formato come artista c’è sicuramente la partecipazione e l’arrivo in finale al festival anti-Sanremo di Cecchetto. Cosa ti ha insegnato questo percorso?
Sicuramente grazie a questo percorso mi sono reso conto di quanto forte sia lo strumento della condivisione, di quanto possa fare la differenza il mondo del web al giorno d’oggi e soprattutto di quanto possa essere facile arrivare a confrontarsi con personalità di spicco del settore musicale come quella di Claudio Cecchetto.
Dal 7 gennaio è disponibile il tuo singolo d’esordio “Benzina”. Com’è nato?
Tutto nasce dall’idea dell’odore di benzina. Dal fatto che sia così nitido nelle nostre idee ma così astratto nelle nostre parole. Ho voluto scrivere un pezzo che raccogliesse tutte queste sensazioni, vissute da ognuno di noi nella vita di tutti i giorni. Sensazioni e situazioni che conosciamo bene ma che non riusciamo a spiegare altrettanto bene. Mi piace come questa canzone riesca a creare un’atmosfera molto decisa ma allo stesso tempo incerta, quasi onirica.
E com’è stato produrlo e registralo?
La produzione e registrazione del brano è stato un vero e proprio viaggio. Insieme al mio produttore Lorenzo Sebastiani abbiamo fatto una ricerca attenta e minuziosa della dimensione sonora in cui volevamo si collocasse il brano. L’arrangiamento del pezzo era già ben presente nella mia testa e si trattava solo di dargli forma. Ho buttato giù l’idea del brano in maniera molto naturale e subito mi sono accorto di come, pur essendo ancora in forma grezza, avesse già un’identità ben precisa. Le registrazioni sono avvenute a Londra per le parti ritmiche con Alex Reeves batterista della band Elbow e turnista per molti artisti di punta del panorama musicale mondiale come Justin Timberlake, Birdy, Paul McCartney. A Rimini invece sono stati registrati gli altri strumenti: il basso con Marco Dirani bassista per Annalisa, Umberto Tozzi, le chitarre con Andrea Morelli chitarrista di Cesare Cremonini e Il Volo. I synth sono stati suonati da me e Lorenzo Sebastiani. Oltre alle voci e alcuni synth, ho avuto modo di registrare anche diverse chitarre. Il tutto è stato masterizzato allo Sterling Studio di New York da Greg Calbi.
Cos’hai in programma per il futuro?
Spero di riuscire a suonare le mie canzoni dal vivo, magari condividendo il palco con qualche artista noto e che stimo. Voglio continuare a pubblicare nuovo materiale e non vedo l’ora che tutti possano conoscere sempre più colori di me.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Innanzitutto voglio ringraziarli per la loro lettura. Invitarli ad ascoltare il brano, qualora non l’avessero ancora fatto, e lasciarsi trasportare dalle loro emozioni e sensazioni, di scatenarsi a ritmo di musica. Auguro a tutti di spaccare di brutto come l’odore di benzina.
FRANK! for Siloud
Instagram: @_frankmusic_
Facebook: @followingfrank
Credits: Federico Cardu, PressaCom