InTheMusic: Bais, interview

Bais nella vita di tutti i giorni è Luca Zambelli Bais. Nato ad Udine, oggi vive a Milano. Ha un sound estremamente caratteristico che lo distingue da qualsiasi altra produzione; è come se fosse la versione più pop di Chet Faker, con un sound che per certi aspetti rimanda alla psichedelia.
Apnea” è il suo album di debutto, fatto di cinque brani di un’eleganza avvolgente, che descrive come “un’esperienza sonora di puro pop immersivo, in cui tuffarsi armati di cuffie”.

Nome: Luca
Cognome: Zambelli Bais
In arte: Bais
Età: 27
Città: Udine
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Alghe, Dèjà Vu, Vudù, Mina, In Limousine
Album pubblicati: Apnea
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Pop
Piattaforme: Spotify, Youtube, Apple Music, Tim Music, Amazon Music

Chi c’è dietro Bais?

Mi chiamo Luca e ho 27 anni. Sono nato ad Udine, ma i miei si sono subito stabiliti a Bassano del Grappa dove sono cresciuto. Mi sono trasferito poi a Milano (dove vivo attualmente) per l’università e successivamente ho iniziato a lavorare come fotografo parallelamente alla musica.

In che modo sei passato da Luca Zambelli a Bais?

Nessun significato, è soltanto il mio secondo cognome. Ci ho messo un po’ per sceglierlo ma alla fine ho capito che era quello giusto, mi suonava bene, era strano e non si capiva bene se era italiano o inglese quindi mi son detto ok, ci sta. Non mi sarei mai sentito a mio agio con un altro nome inventato, cambio spesso idea e gusti e probabilmente sarei finito per odiarlo.

Come ti sei avvicinato alla tua musica e quando hai capito di voler diventare un artista?

Ho iniziato a suonare la chitarra intorno ai 16 anni e per un po’ è stata soltanto una passione che comunque portavo avanti con impegno. Ho capito che sarebbe potuto diventare un lavoro solo quando ho iniziato a suonare con il mio precedente gruppo ‘Zebra’, un trio dove io suonavo la chitarra e cantavo. Dopo quattro anni con loro ho sentito il bisogno di provare a scrivere in italiano qualcosa per conto mio e piano piano sono arrivato fino ad oggi.

Hai un sound estremamente caratteristico che ti distingue da qualsiasi altra produzione: in cosa si caratterizza la tua musica e cosa pensi riesca a differenziarti da tanti altri artisti del panorama musicale nazionale e internazionale?

Non saprei. Penso che ogni artista, per quanto venga catalogato in un genere, si differenzia dal resto, ci sarà sempre un qualcosa che ci rende tutti unici. Nel mio caso penso che il suono della chitarra nei miei pezzi sia abbastanza riconoscibile.

È come se fossi la versione più pop di Chet Faker, con un sound che per certi aspetti rimanda alla psichedelia! Quali sono i tuoi riferimenti artistici e quale pensi sia il genere musicale che più ti si addica?

Mi fa sorridere perché non ho mai ascoltato Chet Faker, però vi ringrazio è un complimento, mi fa piacere. Ascolto tanta musica e mi lascio contaminare da tantissimi input diversi. In Italia i Verdena sono sempre stati i miei preferiti ma soprattutto negli ultimi anni ho ascoltato tanto Battisti, Dalla e altri grandi del passato. Mi piacciono molto King Krule, Tyler, Blood Orange, Connan Mockasin e la lista potrebbe continuare a lungo…

Siamo curiosi di conoscere tutto il processo produttivo che c’è dietro un tuo brano. Da cosa parti e come poi arrivi a chiudere un singolo?

Non ho un vero processo produttivo, la maggior parte delle volte parto dalla musica ma capita altre volte di avere in testa una frase o una melodia per la voce e da li mi metto al piano o alla chitarra e ci costruisco un vestito attorno. La sensazione di non sapere cosa succederà quando inizio a scrivere è bellissima, mi dà energia. Non vorrei mai imparare a scrivere una canzone, avere una formula, perché toglierebbe tutta quella sana dose di incertezza, paura e meraviglia che contribuisce a far si che la musica sia onesta ed originale.

“Apnea” è il tuo album di debutto, fatto di cinque brani di un’eleganza avvolgente, che descrivi come “un’esperienza sonora di puro pop immersivo, in cui tuffarsi armati di cuffie”. Come hai lavorato a questo progetto?

Ho lavorato con Paolo Caruccio (Fractae), che ha co-prodotto insieme a me l’Ep. Abbiamo iniziato a fare qualche session e da lì sono nate delle idee che successivamente abbiamo sviluppato e poi registrato in studio. È stato un processo molto naturale e divertente, abbiamo lasciato molto spazio alle intuizioni e all’istinto senza ragionarci troppo.

In che relazione “Apnea” si pone con le tue produzioni passate?

Apnea” è l’evoluzione delle mie produzioni passate. Non c’è stato nessun cambio brusco nel mio modo di scrivere o produrre, soltanto una naturale evoluzione e (spero) miglioramento. Sicuramente il fatto di lavorare e produrre il disco con un’altra persona mi ha permesso di avere una visione più aperta e di sviluppare idee che da solo non avrei mai avuto.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei tanto fare un tour, non vedo l’ora di portare in giro il disco con una band. Al momento però bisogna solo avere pazienza. A parte questo, voglio continuare a scrivere nuova musica. Vista la situazione attuale, fosse per me, rientrerei subito in studio a registrare qualcosa di nuovo.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Se volete un antidoto per l’autunno e per le prossime restrizioni/lockdown, provate a farvi un viaggetto in Apnea. A presto!

Bais for Siloud

Instagram: @luca_bais
Facebook: @musicbybais

Credits: Nina Selvini, Astarte Agency, Sugar Music, Tuttomoltobenegrazie

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