Alberto Manco, in arte L’Edera, è un venticinquenne originario della provincia di Lecce, laureato in Beni Culturali a Parma, con la testa sempre in movimento e un pessimo tempismo. Il suo sbarco su YouTube è il risultato di una forte passione per la musica, la stessa che lo ha portato a scrivere e produrre molti brani. “Asfalto” è il suo nuovo singolo: una storia di crescita che definisci come un romanzo di formazione in tre minuti di musica.
Nome: Alberto Cognome: Manco In arte: L’Edera Età: 25 Città: Lecce, Parma Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Magica; Zattera; Asfalto Album pubblicati: Rampicante Periodo di attività: dal 2013 Genere musicale: Cantautorato, Indie pop Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è L’Edera nella vita di tutti i giorni?
Alberto, un venticinquenne originario della provincia di Lecce, laureato in Beni Culturali a Parma, con la testa sempre in movimento e un pessimo tempismo.
Purtroppo la mia vita di tutti i giorni è drasticamente cambiata nell’ultimo anno, ma spero di ritornare presto a lavorare con la musica e le persone.
A cosa si riferisce il tuo nome d’arte
A dispetto di quanto si possa pensare, il nome L’Edera l’ho preso da un quadro. Stavo studiando distrattamente storia dell’arte quando la mia attenzione è stata catturata da questo dipinto di Tranquillo Cremona, chiamato appunto L’edera. Mi è ritornato in mente mentre pensavo al nome con cui pubblicare le canzoni che scrivevo e l’ho trovato perfetto. Rende bene l’idea di quello che vorrei fare con la musica: crescere e abbracciare ciò che mi circonda, creare connessioni attraverso le canzoni e magari abbellire anche un po’ l’ambiente, come una pianta.. o un quadro.
Il tuo sbarco a YouTube è il risultato di una forte passione per la musica: quando ti sei approcciato ad essa e perché, ad un certo punto, hai avuto la necessità di condividere col mondo questo tuo amore?
Alla musica mi sono approcciato fin da piccolissimo. Inconsciamente attraverso gli ascolti dei miei genitori da cui ero sempre rapito, insieme alla chitarra che suonava mio fratello maggiore. A 6 anni ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte, a 10 scrivevo rime sognando di fare il rapper, a 12 volevo suonare il basso in una band punk e a 14 scrivevo le mie prime canzoni sulla chitarra acustica che avevo imparato da autodidatta. Durante l’adolescenza ho militato in diverse band, ma solo intorno ai 18 anni, spinto da mio fratello e dall’apprezzamento dei miei amici, ho caricato le prime demo su Youtube, che hanno riscosso un discreto successo e mi hanno convinto a continuare.
Quali sono i tuoi principali riferimenti musicali e a quali ti ispiri maggiormente?
Passo periodi musicali diversi e mi colpisce tutto ciò che mi suona “diverso” e sincero. Sicuramente la musica italiana l’ha sempre fatta da padrone tra i miei ascolti, un po’ perché sono molto attento all’utilizzo che si fa della lingua, un po’ perché mi riesce meglio il confronto con quello che faccio. Credo sia stato fondamentale venire a contatto con la scena underground italiana degli anni ’10 quando ero adolescente. Ho scoperto che c’era un modo differente di far musica, svincolato dal pop mainstream che passavano radio e tv e ho capito che quello che facevo poteva avere un senso e un pubblico anche in Italia. La conferma è arrivata con l’esplosione dell’indie qualche anno dopo.
“Asfalto” è il tuo nuovo singolo: una storia di crescita che definisci come un romanzo di formazione in tre minuti di musica. Come nasce e quali tematiche affronti?
Asfalto racchiude una storia che racchiude tante altre cose. È la distanza, concreta o percepita, reale o immaginaria. Quella che ci separa e ci allontana dagli altri per rinchiuderci in noi stessi. La strada da percorrere per salvarsi, o anche solo per andare via, che spesso è la stessa cosa.
In che modo questo singolo si ricollega alle tue produzioni passate e in che modo, invece, anticipa l’album che sarò online in primavera?
Il filo conduttore tra i miei brani è sempre l’approccio alla scrittura. La voglia di uscire da tematiche e modi di raccontarle già sentiti, rimanendo comunque diretto e comprensibile, con uno stile tutto mio. La produzione musicale ha continuato a evolversi nel tempo e in particolare in Asfalto ci sono degli elementi nuovi, o che comunque avevo approfondito poco nei brani passati, come l’utilizzo di tastiere e synth, che si collegano con quello che verrà.
Facciamo ora un passo indietro. Quali pensi siano le caratteristiche della tua musica che ti distinguono da altri artisti del panorama italiano?
È fatta con passione e cura per i dettagli. In più lo faccio da quasi dieci anni con lo spirito da ascoltatore più che da musicista, creando quello che mi piacerebbe sentire e che magari non trovo in giro, non mi interessa emulare nessuno né seguire nessun trend.
Volendo tracciare su una linea del tempo il tuo percorso artistico fino ad oggi, quali sono i momenti fondamentali che ti hanno segnato?
Dopo la nascita de L’Edera nel 2013 con delle demo registrate malissimo in casa e pubblicate su Youtube, sicuramente il trasferimento a Parma nel 2014, che mi ha permesso di fare gavetta dal vivo, conoscere la scena musicale locale ed entrare per la prima volta in uno studio di registrazione. Nel 2016 la pubblicazione del mio primo ep autoprodotto e la conseguente promozione live che mi ha portato ad aprire diversi artisti della scena indipendente italiana. Poi sicuramente nel 2018 la partecipazione al Rockcontest di Controradio e la vincita del premio Fondo Sociale Europeo che mi ha permesso di rientrare in studio, ma questa volta a Milano col produttore Simone Sproccati; e infine nel 2020 l’entrata nel roster Romolo Dischi e la pubblicazione dei primi due singoli, Magica e Zattera.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a scrivere e pubblicare canzoni finché non sarà possibile portarle dal vivo in tour.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Scoprite ciò che vi piace, non fatevelo dire.
L’Edera for Siloud
Instagram: @ledera_musica Facebook: @LEderaMusica YouTube:@lapostrofoedera Credits: Ivonne Ucci