InTheMusic: Marco Castello, interview

Marco Castello, all’anagrafe e in arte, è un musicista di 27 anni che fin da bambino si è dedicato alla musica. Le sue canzoni riescono ad unire ad uno stile moderno le delicate sonorità del passato: questa è la prima cosa che ci è venuta in mente ascoltandolo. Marco è un polistrumentista e questo sicuramente lo aiuta nel creare un sound molto intimo, personale e caratteristico. “Contenta tu” è il titolo del suo disco d’esordio.

Nome: Marco
Cognome: Castello
In arte: Marco Castello
Età: 27
Città: Siracusa
Nazionalità: Italiana
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Leggero
Piattaforme: Spotify, Apple Music, ecc.

Chi è Marco Castello?

Sono Marco Castello ho 27 anni, vengo da Siracusa e sono un musicista.

Perché hai scelto di mantenere il tuo nome come nome d’arte?

Perchè alla mia etichetta non piaceva il nome che avevo scelto come nome d’arte e credo non mi pentiró facilmente del mio nome.

Quando hai scoperto il tuo amore per la musica e come si è evoluto il tuo percorso fino ad oggi?

Da bambino, ho sempre suonato in qualche modo, poi ho passato gli anni fino a prima dell’università ad avere tantissimi gruppi e poi ho deciso di provare a farlo diventare un mestiere.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Khruangbin, Bob Marley, Mac de Marco, Mild High club, Lucio Dalla, Lucio Battisti, Hiatus Kaiyote, Benny sings, Parcels, The Whitest boy alive, Barry White, Pino d’angió, Enzo Carella, Piero Umiliani, Mario Acquaviva, Patty Pravo, Nada, Ravel, possiamo andare avanti fino a domani mattina.

Le tue canzoni riescono ad unire ad uno stile moderno le delicate sonorità del passato: questa è la prima cosa che ci è venuta in mente ascoltandoti. Dal lato tuo, come descriveresti ciò che fai? 

È tutto molto meno pensato di quanto immaginate, prima c’era un giro di accordi, poi una melodia, poi una strofa e un ritornello, nessuna ricerca particolare, anzi sono convinto che spesso più lunga sia la pensata più grossa sia la minchiata, cerco di non stare troppo su un’idea per non perdere la scintilla iniziale. Cerco i suoni o gli strumenti che caratterizzano la musica che mi piace e di sicuro mi ritrovo meglio con la musica suonata piuttosto che con quella prodotta o computerizzata che è al di fuori delle mie capacità (vorrei colmare le lacune perchè mi piace molto anche l’elettronica) per cui anche volendo non riuscirei ad essere contemporaneo, spero che suonare resti una cosa al di sopra dei tempi.

“Contenta tu” è il titolo del tuo disco d’esordio. Come nasce, come è stato prodotto e quali sono i retroscena più importanti dell’intera produzione? 

Il sound arriva per lo più dall’oro colato che sgorga dalle mani di Lorenzo Pisoni (basso, chitarre belle) e Leonardo Varsalona (tastiere) e dagli strumenti del Butterama Studio di Berlino. Prima di queste canzoni non c’era nessuno stile, sono le prime che scrivo.

Sei un polistrumentista e questo sicuramente ti aiuta nel creare un sound molto intimo, personale e caratteristico: come si è evoluto negli anni il tuo stile e come sei arrivato a definire quello che oggi ti caratterizza?

All’inizio volevo provare a scrivere canzoni solo per vedere se ne fossi capace, poi al di là del risultato ho capito che era una cosa che mi piaceva in un momento in cui ero quasi sul punto di abbandonare l’idea di campare di musica. Quindi quando le canzoni erano abbastanza le ho fatte ascoltare a Marcin Oz (Bubbles Records) che poi ha prodotto l’album.

In che modo questo progetto si relaziona con le tracce rilasciate in precedenza? 

Non ci sono progetti precedenti, le tracce rilasciate in precedenza sono singoli che facevano già parte dell’album, che adesso è uscito per intero.

Quali progetti hai per il futuro? 

Continuare a registrare e cominciare a fare tour.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Non avete una gran voglia di piadina?

Marco Castello for Siloud

Instagram@marcocastelloilfamoso

Credits: GDG Press, Ilenia Visalli
Ph: Glaudo Canalis

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