Giorgia Bisanti si occupa di fotografia in vari settori, ha accumulato esperienze diverse tra loro, sperimentato la fotografia sia come linguaggio più introspettivo ed intimo sia come mezzo di condivisione per progetti altrui. Inizialmente tendeva a vedere la ricerca personale e quella professionale due strade separate tra loro. Oggi, però, ha capito di non poter tenere a distanza queste due parti di sè stessa e ha dato vita ad un progetto fotografico davvero entusiasmante!
Nome: Giorgia Cognome: Bisanti Età: 26 Città: Napoli Nazionalità: Italiana Professione: Fotografa e artista visuale

Ciao Giorgia, parlaci di te!
Ciao a tutti! Mi chiamo Giorgia Bisanti, ho 26 anni e sono una fotografa ed artista visuale di Napoli. Amo definirmi una mente creativa (ma anche molto riflessiva). Nel 2017 ho conseguito la laurea triennale in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli e ho iniziato la specializzazione in fotografia come linguaggio d’arte, portata a termine nel 2020. Fare fotografia è il mio modo per poter comunicare agli altri qualcosa di me nonché un mezzo per interagire con altre realtà. Dal punto di vista professionale infatti, lavoro con creativi, artisti, artigiani, professionisti di settore e li aiuto a sviluppare la propria identità, creando contenuti visuali che si adattino alle proprie esigenze. Nel campo artistico, la mia ricerca spazia tra i temi della memoria personale e collettiva, della percezione visiva, del rapporto tra l’uomo e il paesaggio.
I tuoi studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli hanno influenzato sicuramente le tue passioni. Come ti sei avvicinata alla fotografia?
Devo dire che mi sono avvicinata alla fotografia forse più per necessità che per passione; fin da piccola ho iniziato a viaggiare per l’Italia e all’estero con i miei genitori; ricordo che, quando visitavo nelle nuove città, non mi piaceva l’idea di vedere dei luoghi, delle persone per poco tempo e poi lasciarli andare. Così ho iniziato a scattare, avevo visto nella fotografia un mezzo che mi dava la possibilità (o l’illusone) di trattenere dei momenti, di creare dei ricordi. Ma allora, l’atto di fotografare, era per me qualcosa di privato e intimo, non volevo condividerlo con nessuno, se ci aggiungiamo poi la mia introversione, capirete che è rimasta per lungo tempo “un’attività privata”. Ho studiato lingue al liceo, poi ho deciso di continuare i miei studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Scelsi di seguire il corso triennale di Scenografia, in maniera anche un po’ leggera e istintiva, ma devo riconoscere che è stata un’esperienza molto formativa che mi ha dato modo di approfondire la mia conoscenza della Storia dell’Arte e chiaramente del Teatro, un mondo di cui mi sono profondamente innamorata. Nonostante ciò, sentivo che fare la scenografa non era la mia strada, in più quando passeggiavo in Accademia e passavo davanti le aule di fotografia sentivo il mio cuore trepidare, capivo che io volevo essere lì dentro, che se non ci avessi provato sarebbe diventato il mio rimorso. E così, non appena conseguita la laurea triennale mi sono iscritta al biennio specialistico di Fotografia. Lì ho imparato tutto sulla tecnica fotografica, digitale e analogica, ho studiato i grandi autori, ho partecipato a progetti collettivi, ho imparato a progettare, mi sono confrontata a lungo con professori che sono soprattutto importanti autori della fotografia contemporanea, ho conosciuto colleghi che oggi sono i miei più cari amici.
La tua ricerca artistica spazia tra molti temi, qual è quello a cui ti senti più vicina?
Quando ho iniziato a sviluppare dei progetti personali mi sono resa conto che la mia necessità primaria era quella di processare dei ricordi, di partire da una mia esperienza personale per rielaborarla, dargli una nuova forma e rendere partecipi altre persone di questa esperienza. Quello che mi sta a cuore quando faccio un lavoro è essere capace di trasmettere determinate emozioni alle persone che lo vedranno, non mi va di fare dei discorsi autoreferenziali. Per questo motivo spesso mi ricollego a immagini, luoghi o oggetti che hanno un valore non solo nella mia memoria personale, ma anche collettiva. Tutti i temi si intrecciano tra di loro, lo studio della percezione visiva è essenziale quando lavoro attraverso la manipolazione delle immagini, così come il paesaggio è un contesto fondamentale, a mio avviso, quando si a che fare con l’essere umano.
Riusciresti a definiresti il tuo stile fotografico?
Non saprei definire con certezza cosa si intende per stile in fotografia. Io credo che lo stile non sia altro che lo specchio della personalità di un autore. Per questo se dovessi riferirlo a me stessa direi che è creativo, originale, fantasioso, colorato, ricercato ma essenziale, sicuramente vicino al linguaggio visuale contemporaneo.
Tanti gli eventi a cui hai partecipato, qual è quello che ti ha maggiormente formata?
Sicuramente ce n’è più di uno. L’esperienza come fotografa al Festival del Cinema di Castelvolturno (2019) e come seconda camera video al Meeting del Mare (2020) insieme al mio compagno Francesco Ferone, sono state super emozionanti e formative, ho avuto l’opportunità di confrontarmi con importanti professionisti del settore dello spettacolo. Così come aver fotografato tanti spettacoli teatrali, dall’Elicantropo alla Bellini Factory, è stato altrettanto stimolante, lavorare affianco a tanti artisti è una risorsa incommensurabile.
Quali sono gli strumenti con cui ti piace fotografare?
Da anni utilizzo una fotocamera mirrorless della Fujifilm e mi trovo benissimo, è leggera, versatile, veloce. La predisposizione dei tasti e delle ghiere richiama quella delle fotocamere analogiche ed io la trovo molto comoda, la uso soprattutto per lavoro. Nell’ultimo periodo mi diverto anche a scattare con toycam, macchinette usa e getta o sperimento tecniche alternative, non mi limito, uso tutto ciò che riesce a soddisfare le mie esigenze creative.
Che ne pensi di Instagram come vetrina per le foto: svilisce la funzione di quest’arte o aiuta a renderla a portata di tutti?
Credo che Instagram sia un’ottima opportunità per conoscere il lavoro di tanti autori, fotografi, artisti e far vedere il proprio chiaramente. Tuttavia, bisogna sempre ricordare che si tratta di un social, è fatto di strategie e non è sempre meritocratico. Quello che consiglio è di non dare un giudizio di un determinato autore o lavoro basandosi sul riscontro che ha sui social, ma di approfondire sempre la cultura fotografica (o di quel che sia) leggendo libri, visitando mostre, e confrontandosi con altri coetanei o persone che ne sanno più di te.
Tu stessa utilizzi Instagram per il tuo lavoro. Tra le foto pubblicate, c’è qualche progetto che ti ha appassionata particolarmente?
Diciamo che i progetti in collaborazione con altri artisti sono quelli che sicuramente mi hanno permesso di esprimermi al meglio, uno tra questi è stato il lavoro con i “Simple Mood”, un duo emergente col quale collaboro da diverso tempo e che per l’uscita del loro primo album mi ha chiesto di occuparmi della parte concettuale e visuale di quest’ultimo. È un lavoro di cui sono molto soddisfatta, vi mostro l’immagine chiave del progetto, potete vedere il racconto completo sul mio profilo Behance.

Cos’hai in programma per il futuro?
Per il futuro mi auguro di continuare a crescere sia professionalmente che artisticamente. Presto uscirà la copertina di un nuovo singolo di Luca Notaro (altro musicista emergente con cui collaboro) curata da me, seguita da un racconto fotografico molto interessante (non vedo l’ora!). Inoltre, parteciperò a diverse mostre collettive, di cui purtroppo non posso ancora svelare nulla. Infine, sono da poco entrata a far parte del team di Berlinexplorer, un progetto pensato per creare una community di fotografi di valore, pronti a scambiare idee, esperienze e opportunità. Vi invito a dare un’occhiata ai contenuti che proponiamo sui social (interviste, reviews, fanzine, giveaway, etc.) e a seguirci anche su Patreon (https://www.patreon.com/berlinexplorer/posts) per scoprire contenuti extra e per supportarci se vi va!
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
A chi legge vorrei dire che sono sempre entusiasta di conoscere nuove persone ed iniziare nuovi progetti, tutto ciò che faccio e che sono è in costante evoluzione, grazie al continuo scambio con gli altri, quindi se vi va seguitemi e se siete interessati a ciò che faccio sentitevi liberi di scrivermi!
Infine, ringrazio la redazione di Siloud per lo spazio che mi ha dedicato e per la loro gentilezza. Ciao!
Behzad Kodaiveisi al Festival del Cinema di Castel Volturno
Giorgia Bisanti for Siloud
Behance: @Giorgia_Bisanti Instagram: @mooninspiration Patreon: Giorgia Bisanti
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