InTheMusic: Chris Lavoro, interview

Chris Lavoro, ha messo su un progetto super interessante, con un forte concept sulla musica sostenibile. Per Chris la musica torna così a essere in prima persona e la proiezione di esperienze e stili che incontrano momenti acustici e rock, beat urbani e spazi più sognanti. Atmosfere figlie dei suoi ultimi vent’anni, vissuti tra momenti estemporanei (come ritrovarsi sul palco di MTV con Vinicio Capossela o Andy Summers dei Police) o più duraturi, come l’esperienza da polistrumentista, tra 2018 e 2020, in oltre novanta date nelle arene di tutto il mondo insieme a Eros Ramazzotti. La prima traccia del nuovo progetto, registrato e suonato in maniera sostenibile usando esclusivamente energie rinnovabili, è proprio MATE Y BOMBILLA.

Nome: Christian
Cognome: Lavoro
In arte: Chris Lavoro
Età: 43
Città: Pienza, Toscana
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Mate Y Bombilla
Album pubblicati: Moka ‘’Fai Tu’’, Surfinia
Periodo di attività: dal 2007
Genere musicale: Blues organico, Alt Pop
Piattaforme: Spotify

Chi c’è dietro Chris Lavoro?

Sono un mega appassionato di musica, un divoratore di musica, praticamente un devoto, la musica per me è una divinità sacra! Suono, sono un musicista, scrivo per me e per altri, ho 43 anni e vivo in Toscana. 

Mi ritengo fortunato, poter fare il musicista è uno dei migliori lavori al mondo, anche se in un certo senso si è sempre all’inizio di un percorso che può essere molto duro ma a volte arrivano ricompense epocali: tra il 2019 e 2020 con Eros abbiamo fatto quasi 100 date in tutto il mondo, un’esperienza stratosferica. 

Ascolto parecchie cose molto diverse tra loro, e come musicista cerco di trasformare e centrifugare il tutto a modo mio.

Come è nato il tuo nome d’arte?

Per gli amici stretti sono ‘Job’ ma in generale chi mi conosce mi ha sempre chiamato Chris, mentre Christian per esteso lo usano solo i miei genitori e la cosa mi richiama sempre all’attenti! 

Per carità, mi piacciono i soprannomi, sicuramente mi giocherò qualche nickname assurdo per altri progetti, qui sono veramente io e ho lasciato il mio nome, appunto. Poi oh, siamo qui per la musica, no?!

Quando ti sei avvicinato alla musica e cosa puoi dirci del tuo passato nel settore? 

Mio padre da ragazzo cantava swing con una band super ‘60s, anche mia madre arriva da una famiglia di musicisti e in casa c’è sempre stato il giradischi. Forse c’è qualcosa nel nostro DNA, in famiglia c’è sempre stata musica. 

Da piccolo trovai una chitarra elettrica nella spazzatura sotto al cortile del nostro palazzo, in un certo senso da lì è partito tutto. Da sbarbato andavo a montare i palchi, cercavo una strada per entrare in quel mondo, era sfiancante ma, per dire, oltre a vedermi i concerti mi son ritrovato in situazioni interessanti, tipo con i fratelli Gallagher in camerino, che era parecchio r’n’r! Sono super riconoscente a mio fratello più grande (Nikki) che mi ha coinvolto in radio (Deejay), da lì si è aperta una possibilità per un programma su MTV (Kitchen), etc… situazioni dove puoi conoscere persone e in qualche modo farti notare.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici?

Mi piace chi ha sempre voglia di rinnovarsi e confrontarsi con il mondo fuori dalla propria ‘comfort zone’. Mi piacciono quei personaggi trasversali, eclettici, magnetici, chi in qualche modo ti può aprire delle porte e far conoscere altri mari. Se dovessi darti dei nomi di riferimento di personaggi con un percorso che ammiro profondamente ti direi: The Beatles, Beck, Bowie, Eros, Jovanotti.

Il tuo è un progetto con un forte concept sulla musica sostenibile: cosa significa e, più in generale, qual è l’obiettivo che ti sei preposto con Chris Lavoro?

Non sono un invasato 😉 Prendo anch’io l’aereo o la macchina se necessario però cerco a mio modo di fare quello che posso per non sprecare risorse preziose. Mi viene naturale chessò, mangiare in un certo modo, muovermi a piedi o in bici, in generale fare attenzione ai consumi, no? Per casa ho fatto un abbonamento che mi garantisce elettricità da fonti rinnovabili, la cosa mi da molto gusto. Un obiettivo incredibile sarebbe riuscire a compensare le emissioni di qualsiasi attività, perché non un tour?!

A me piace questo pianeta, vorrei che fosse un posto ospitale anche per chi lo abiterà in futuro. 

Quali sono i caratteri principali della tua musica?

La mia ‘ricetta’ è molto tradizionale, se vuoi. Mi piacciono gli strumenti veri e suonati, le drum machine, le scatole valvolari per registrare ma anche il computer, ovviamente come alleato. Cerco sempre un sound ‘organico’, indipendentemente dal tipo di canzone.

Non ho un vero e proprio metodo, in genere parto da un’idea con la chitarra o con un giro al piano e quando sento di avere un cantato con delle parole che mi muovono mi metto al lavoro.

Se sento che ho registrato un po’ troppo vado a scremare, il mio motto è sempre ‘Less is more’ e in genere ritorno all’idea di base, cioè di creare qualcosa di semplice e fresco senza fronzoli; se stai troppo davanti al computer rischi di perdere la spontaneità del momento.

“Mate Y Bombilla” è il tuo ultimo singolo: come è stato prodotto? 

Avevo questo testo che mi scuoteva da un po’ e un giorno ho provato a sussurrarlo su un beat funk soul, ho sentito quel brivido (pazzesca questa cosa della pelle d’oca, no?!) e in poco avevo registrato tutto, basso, chitarra acustica, etc. Ho usato anche un piano elettrico che si chiama Wurlitzer, ha una voce incredibile, mi fa sempre impazzire. 

In che modo questo progetto si relaziona con le tue produzioni passate e in che modo anticipa quelle future? 

Ai tempi della MOKA con ‘’Fai tu’’ ero decisamente più caotico, certe cose che facevo suonavano a metà tra Captain Beefheart e i Beastie Boys di ‘’Aglio e Olio’’, con le dovute proporzioni, ovviamente. Quello spirito ‘punk’ inteso come ‘faccio a modo mio’ c’è sempre ma ora che ho un’età (!) forse sono un po’ più calmo e centrato. In futuro chissà, magari torneremo a registrare tutto live in presa diretta come si faceva in passato? Jack White lo fa già da un po’.

Quali progetti hai per il futuro? 

Mi piacerebbero delle collaborazioni stimolanti, meglio se di persona; scambiarsi i file è interessante, certo, ma il contatto fisico è sempre più elettrico.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

La musica può anche essere un lavoro ma è soprattutto un piacere. È qualcosa di energetico, l’entusiasmo è fondamentale. In inglese, per esempio, per giocare e suonare, dici solo ‘Play’.

Oh, grazie mille ragazzi, ciao!

Chris Lavoro for Siloud

Instagram@chrislavoro
Facebook@christianlavoro
YouTube:   Chris Lavoro
Sito: www.chrislavoro.com

Credits: Marco Negro, Astarte Agency

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