InTheMusic: Ormai, interview

Partito con l’idea di lasciare un segno in questo mondo, ma tormentato dall’idea che per lui sia già sempre troppo tardi, ORMAI, nome d’arte di Alessandro Pacco, inizia il suo percorso nella musica sperimentando con il collettivo Inquietude. Oggi ha ventitré anni e nonostante si senta ancora perso di brutto non è più solo nel suo progetto: Pietro Fichtner (producer) lo accompagna nel suo percorso e insieme hanno appena iniziato a collaborare con l’astronave Canova Rec. Meglio Ora che Mai insomma. Da martedì 16 febbraio è disponibile anche il suo ultimo singolo Singolo.

Nome: Alessandro
Cognome: Pacco
In arte: Ormai
Età: 23
Città: Como
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Polvere e sole, Sulle punte
Album pubblicati: I ragazzi del molo, I ragazzi annegati
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Indie/Rap
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Parlaci di te Alessandro!

Sono un 23enne che vive in provincia, vicino a Como. Il grigiore della Brianza ha una enorme influenza sulla mia persona e su quello che faccio, ma cerco di non darci troppo peso. La mia formazione è come illustratore e nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma soprattutto lavori in qualche modo artistici: musiche per spot, grafiche. L’idea è di riuscire ad evitare per sempre di fare un lavoro “normale”.

Hai cominciato a sperimentare nel mondo della musica con un collettivo, ma come nasce la tua passione?

Mio padre è musicista, quindi ho avuto in mano gli strumenti per confezionare demo in casa fin da molto piccolo. Sono partito come beatmaker ma a un certo punto. nel 2007. è arrivato in casa “Bugiardo” di Fibra. Quel disco l’ho prima consumato, poi bruciato – sapevo che non sarei più stato la stessa persona. Ho cominciato a scrivere e da lì non ho più smesso.

Perché hai scelto ORMAI come pseudonimo?

Mi ero chiamato Orma nei primi tempi delle jam hip hop a Como. Era un classico nome da rapper e rappresentava più o meno l’idea di voler lasciare il segno. Ho passato poi un periodo estremamente negativo, convinto che fosse troppo tardi per quel famoso “segno” da lasciare, ho cominciato a farmi chiamare Ormai. 

Nonostante tu ti senta “perso”, hai uno stile musicale chiaro e definito. Come lo descriveresti?

La riconoscibilità è sempre stato un punto a mio favore – non importa su cosa scrivo, posso cambiare genere con facilità ma lo stile di fondo si sente sempre. Questo penso sia semplicemente frutto dell’essere molto fedele a quello che provo quando butto giù i testi. (tra tutto quello che tradirei, non mi tradirei mai)

Un altro elemento importante è lavorare con Pietro Fichtner, che è il Producer con il quale ho fatto quasi tutto quello che è uscito di mio. Ci conosciamo da molto e ci si capisce al volo. Poi lui alle macchine è un mostro.

Hai già strutturato un album, “I Ragazzi Annegati”, qual è il filo conduttore di tutti i brani?

L’album si aggancia al mio primo lavoro (I ragazzi del molo) come una sorta di sequel. L’idea è di parlare di sentimenti difficili da affrontare e di eventi complessi, ma con molta leggerezza. Voglio creare un posto in cui chi ascolta può sdraiarsi un attimo e un luogo in cui si può riconoscere una persona con problemi simili a quelli che ho vissuto, anche parlando di dipendenze o salute mentale. 

Dallo stesso album è estratto il tuo singolo “Sulle punte”, come è nato il brano?

Il brano ha una storia curiosa e nasce da una mia idea di voler fare un pezzo sulla storia d’amore di una coppia di tossici. Quindi questa casa in disordine e questa famiglia che è solo un grido distantissimo, mentre tutto si ovatta e scivola verso l’overdose. Tutto sotto una luce romantica però, senza giudizio e senza melodrammi. 

Ad accompagnarti nella produzione c’è il team di Canova Rec. Com’è collaborare con loro?

CanovaRec mi sta offrendo il privilegio di lavorare ai brani dall’inizio alla fine, che poi è ben oltre la pubblicazione. Per uno come me che ha sempre fatto le cose a metà senza saperlo è un enorme passo in avanti, anche in termini di consapevolezza. Poi ovviamente Michele Canova è uno che appena prende brani, anche registrati in una cantina (come i miei precedenti al nostro incontro), riesce a farli brillare comunque.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi ascoltatori?

Che tutto passa – sia il meglio sia il peggio – e che forse ci si può passare attraverso e non morirci. Mai.

Cosa hai in programma per il futuro?

I singoli che stiamo realizzando sono la roba migliore che ho mai fatto. Per ovvi motivi nel senso che si cresce e si migliora e soprattutto non sono da solo a confrontarmi solo con me stesso. Non vedo l’ora.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Forse di perdersi? Credo davvero che tutto sia in qualche modo arte, sia un frammento di discorso, sia una luce particolare una mattina che filtra dalle tende. Sta tutto in come guardiamo le cose. Tanto vale perdercisi dentro. Almeno un poco.

ORMAI for Siloud

Instagram: @or_mai_
YouTube: Ormai

Credits: Alice Cherubini, Valentina Aiuto

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