InTheMusic: Colewsky, interview

Colewksy è un ragazzo di soli 21 anni che dal 2018 è entrato nel mondo della musica. Lui definisce il suo stile molto personale perché parla esclusivamente di sé, della sua vita. Molte persone dicono che riesce a far immedesimare l’ascoltatore come pochi altri ed è un aspetto della sua musica di cui va molto fiero. “Stanza/327 ” è il suo ultimo disco che rappresenta quello che è stato il suo ultimo anno a partire dall’incidente fino alla fine della quarantena.

Nome: Lorenzo
Cognome: Caratelli
In arte: Colewsky
Età: 21
Città: Roma
Nazionalità: italiana
Brani pubblicati: Non ti porto a ballare, Metro B Reloaded feat. Raze, Suburra
Album pubblicati: Stanza/327, Voce EP, Io e la musica
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: rap
Piattaforme: Spotify, Soundcloud, YouTube

Chi è Colewsky nella vita di tutti i giorni?

Colewsky nella vita di tutti i giorni è Lorenzo, per gli amici semplicemente Cole, un ragazzo romano di 21 anni (ad un mese dai 22). Lavoro in un ufficio a pochi passi da Garbatella.

Come hai scelto il tuo nome d’arte?

Da più piccolo mi piaceva fare graffiti. Il fratello maggiore di un mio amico mi disse che la propria tag era composta con l’ultima sillaba del nome e la prima del cognome ma non mi piaceva come idea visto che il nome faceva ridere. Così mischiando qualche lettera qua e la è uscito Cole. A scanso di equivoci però, visto che Cole a Roma già esisteva, ho cambiato nome in Colewsky senza un apparente motivo effettivo.

Pur essendo molto giovane, hai cominciato a fare musica da molto piccolo. Qual è stato il tuo percorso fino ad oggi?

Ho sempre frequentato studi di registrazione accompagnando i miei amici ma ho registrato il primo pezzo solo a fine Marzo 2018. Ho iniziato pubblicando singoli per qualche mese e poi ho rilasciato il mio primo mixtape a fine Marzo 2019, un anno dopo praticamente. Era una raccolta di brani vecchi a cui tenevo particolarmente e ho voluto registrarli a tutti i costi. Poi da li mi sono fermato un po’ a causa dell’incidente per poi tornare con due EP (su Soundcloud e Spotify) a Marzo 2020 e poi il disco a Febbraio 2021.

Quali sono i generi (e i relativi artisti) che più ti influenzano?

Il genere principale rimane il rap, gli artisti che ascolto di più (e se vogliamo anche quelli che mi hanno insegnato a rappare metaforicamente parlando) sono: Gemitaiz, Salmo, Emis Killa, i Dogo, insomma i più grandi. Oltre al rap c’è anche tanto RnB.

Parliamo ora di musica, della tua musica. Riusciresti a definire il tuo stile in poche righe?

Credo originale e personale: mi baso anche sui messaggi che mi arrivano e, in molto di questi, mi viene scritto che il mio stile non si riesce ad accostare ad altri rapper (emergenti e non) della scena, il che mi fa sentire onorato. Personale perché parlo di me, della mia vita, niente di più. Molte persone mi dicono che riesco a far immedesimare l’ascoltatore come pochi altri ed è un aspetto della mia musica di cui sono molto fiero.

È da poco online “Stanza/327”, il tuo primo disco nonché concept album. Come nasce e cosa rappresenta?

Nasce sempre dal mio bisogno di esprimermi con la musica e rappresenta quello che è stato il mio ultimo anno a partire dall’incidente fino alla fine della quarantena. Racconta di come ho vissuto questo isolamento “prolungato” (tra clinica e quarantena sono rimasto chiuso in stanza per 7 mesi e mezzo) e di come io sia riuscito ad uscirne a livello sia fisico che personale.

Si tratta di un concept album, fatto di 13 tracce che ripercorrono il tuo ultimo anno. Qual è il filo conduttore tra le varie tracce? 

Diciamo che i fili conduttori sono due: l’incidente e la quarantena. Sono accomunati entrambi dalla presenza di una “stanza” e proprio per questo è presente uno slash a metà del titolo e nella tracklist ci sono due title track: “stanza 327” è la stanza della clinica di riabilitazione mentre “stanza” rappresenta, appunto, la stanza della quarantena dove io (come tutti quanti) ho passato tutto il periodo della quarantena. Il disco è scritto in maniera cronologica infatti, non a caso, la prima traccia si chiama “Pronto Soccorso” perché è il momento in cui tutto è iniziato. Le prime sei tracce sono state scritte tra ospedale e clinica di riabilitazione mentre le ultime sei dentro la stanza di casa dove sono stato per tutta la quarantena. La traccia numero 7 è un interludio che rappresenta proprio quel breve mese di transizione dalla clinica a casa.

Come pensi che questo album anticiperà le tue produzioni future? 

Non saprei. Spero di riuscire a dare un tocco di spensieratezza e di “leggerezza” in più ai miei brani.

Quali progetti hai per il futuro? 

Far uscire tantissima musica, questo è il mio unico progetto.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Spero che il disco possa piacere a tutti, è un pezzo della mia vita nei vostri impianti. Nel caso non l’aveste ascoltato, buon ascolto!

Colewsky for Siloud

Instagram: @colewsky
YouTube: colewsky

Credits: Riccardo Zianna, Giorgia Groccia

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