Fusaro è Fabrizio Fusaro, cantautore nato nel 1997 a Settimo Torinese. Nel 2017 trova nella canzone la sua forma d’espressione prediletta e comincia a esibirsi chitarra e voce in alcune serate open mic per combattere l’insicurezza e affacciarsi alla dimensione della musica live. Riservato e introverso come pochi, attraverso la sua musica riesce a comunicare con una forza dirompente. Anticipato dai singoli Dormi Serena e Serie A (feat. Bianco), il primo album di Fusaro, in uscita per Libellula / Vertigo e con la produzione artistica di Ale Bavo, rivela una scrittura matura, consapevole, sicura. Di quel che c’è non manca niente,il suo disco d’esordio, è la prova di quanto la delicatezza possa essere potente.
Nome: Fabrizio
Cognome: Fusaro
In arte: Fusaro
Età: 23
Città: Settimo Torinese (Torino)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Solo un giocattolo, Vile (a riva), Dormi serena e Serie A feat. Bianco
Album pubblicati: Di quel che c’è non manca niente
Periodo di attività: dal 2017
Genere musicale: Cantautoriale, indie-pop
Piattaforme: Spotify, Instagram, YouTube, Tidal, Apple Music, Amazon Music

Chi c’è dietro Fusaro?
Dietro Fusaro c’è Fabrizio, non troppo nascosto in realtà. Sono un ragazzo normale, vengo dalla provincia di torino, ho 23 anni e sogno di potermi preoccupare solo di scrivere canzoni.
In che modo il tuo cognome è diventato anche il tuo nome d’arte?
Nonostante abbia sempre apprezzato i progetti musicali con nomi d’arte fantasiosi, non mi sono mai trovato a mio agio dietro un’etichetta simile. In un primissimo momento scelsi di presentarmi con nome e cognome, poi, per questioni di semplicità di fruizione, decisi di rimanere solo Fusaro.
Quando hai cominciato a fare musica e qual è stato il tuo percorso nel settore?
Cominciai a scrivere canzoni e a presentarli in qualche open mic nella zona in cui vivo. Cominciai a capire il peso della tensione del live e la grandissima emozione che si prova a cantare le proprie canzoni di fronte ad un pubblico. Il Reset Festival del 2017 poi mi diede fiducia selezionandomi per il progetto _reHub. Lì ho conosciuto tutti i professionisti che oggi mi accompagnano in questo percorso.
Quali sono i tuoi riferimenti artistici?
Trovo grande ispirazione ultimamente nell’indie folk/rock, principalmente americano. In artisti come Phoebe Bridgers o Julien Baker. Ma devo ammettere che i miei riferimenti cambiano repentinamente, mi piace perdermi in più universi anche contemporaneamente.
Sei riservato ed introverso, ma la musica riesce invece a tirarti fuori un carattere totalmente diverso. Cosa cerchi di comunicare tramite la musica e quanto di te c’è in essa?
Quando suono tutta la tensione svanisce, come per tantissimi. Nella mia musica e nei miei testi parlo di me e di quello che mi succede, di ciò che mi sta accanto e che mi emoziona abbastanza da far nascere un brano. È bello vedere che chi le ascolta spesso ci si rivede, è una ricompensa bellissima.
Come definiresti la tua musica?
Mi piace definirla sincera, intima e quando è il caso diretta.
“Di quel che c’è non manca niente” è il tuo disco d’esordio: come è stato prodotto?
“Di quel che c’è non manca niente” è una fotografia a lunghissima esposizione che cattura un percorso iniziato proprio nel 2017. Ci sono brani che scrissi anni fa, altri più recenti come “Dormi serena”. È stato prodotto da Ale Bavo, producer torinese conosciuto proprio al _resetfestival. Abbiamo realizzato i 9 brani in due momenti distinti del 2019: quattro in inverno e 5 in estate. Questo mi ha permesso anche di continuare a scrivere e a far crescere il disco durante la sua realizzazione.
In che modo questo progetto si relaziona con le tue produzioni passate?
Questa è la prima volta in cui ciò che realizzo e pubblico inquadra perfettamente la mia idea di musica e di canzone. Il mio primo disco e un punto di partenza di cui sono molto fiero. Scorrendo tra i brani ripercorro tutto il mio percorso di crescita, è tutto racchiuso in questo lavoro.
Quali progetti hai per il futuro?
Non vedo l’ora di poter tornare su un palco per cantare il mio primo disco. Sto continuando a scrivere ogni giorno e sarà bello tornare in studio per aprire un nuovo capitolo. Per ora però, lascerò fare a questo disco il suo corso su dei binari che costruisco da tempo.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Innanzitutto grazie per aver letto questa intervista! Se vi va di ascoltare il disco di cui parlo, sarò felice di farvi compagnia in cuffia. Ascoltate tanta musica e tenete tutte le dita incrociate per un ritorno alla musica live!
Fusaro for Siloud
Instagram: @fusaro_fabrizio Facebook: @fusaromusica YouTube: Fusaro Credits: Paola Ciarrocchi, Libellula Music Ph: Mattia Fusaro