Dieu Merci in arte Mustik, originario del Congo e trasferitosi in Italia all’età di 8 anni ha cominciato a far musica da piccolissimo. Proprio questa passione lo aiuta a non abbandonare mai la sua identità culturale di provenienza. Oggi ha 26 anni, vive e lavora a Manchester da un anno e ma non ha mai smesso di produrre. Oggi il suo obiettivo è far arrivare l’Afro Urban in Italia e il suo primo passo è “Motema”, il suo singolo d’esordio.
Nome: Dieu Merci
Cognome: Lutumba Mukoko
In arte: Mustik
Età: 26
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Faya, Motema
Periodo di attività: dal 2019
Genere musicale: Afro Urban
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Audiomack, Boomplay, Deezer, YouTube, Tidal

Chi c’è dietro Mustik?
Ciao, sono Dieu Merci in arte Mustik, originario del Congo, mi sono trasferito in Italia a l’età di 8 anni ricordo ben poco di questi primi anni di vita. La musica mi ha aiuta a non abbandonare mai la mia identità culturale di provenienza. Ho 26 anni compiuti a febbraio, attualmente mi trovo a Manchester da un anno per lavoro. Ho una forte personalità non mi do mai per vinto, è uno dei miei pregi ma è un’arma a doppio taglio a volte bisogna fare un passo indietro per prendere meglio la rincorsa.
Come sei passato da Dieu Merci Lutumba a Mustik?
Il mio nome d’arte deriva da l’unione di due parole francesi Music ciò musica e Mystique cioè mistico, ho iniziato a fare musica con un obbiettivo, portare l’afrobeats in Italia la mia musica era qualcosa di nuovo un terreno ancora inesplorato.
È iniziato tutto per gioco un pomeriggio insieme a qualche amico ci siamo messi a fare freestyle su una base presa da Youtube, era la mia prima volta sinceramente il contenuto era quello che era, l’ho trovato troppo divertente, qualche settimana dopo un mio amico grafico e artist manager di Como venne a Roma per un weekend e una delle primissime cose che mi disse fu “ho sentito il tuo freestyle, lascia perdere il contenuto ma secondo me hai flow “. In me è scattato subito qualcosa! Non so manco il perché l’unica cosa che so è che da quel pomeriggio non ho fatto altro che scaricare basi e scrivere canzoni.
Quali sono i tuoi riferimenti artistici?
In assoluto il mio artista preferito è Fally Ipupa, artista congolese, provengo da un paese dove la musica è un elemento fondamentale della vita sociale, la rumba congolese è il genere che più mi ispira e mi condiziona anche inconsapevolmente, qualsiasi cosa che scrivo tendenzialmente lo rapporto sempre a una figura femminile, nella rumba congolese la donna è oggetto di culto, in generale l’afrobeat è così. Ascolto e sono ispirato anche da Ninho, Burna Boy, Wiz Kid e Meek Mill.
Dancehall e Afro pop sono i generi nei quali stai concentrando la tua sperimentazione musicale. In che modo stai cercando di ottenere uno stile personale ed unico?
La bellezza di questi due generi è che non hai limiti non esiste il conformismo, io lavoro e mi concentro molto sul sound, le parole sono importanti anche perché sono le mie emozioni ma cerco di esprimerli nella maniera più melodica è questo quello che mi rende diverso e unico.
Quali sono i caratteri principali della tua musica e in cosa pensi di differenziarti da altri artisti?
Sicuramente a livello di produzioni, contenuti e il sound, la mia originalità sui brani si percepisce si dai primi secondi, sopra il beat sono me stesso, la mia musica è genuina è qualcosa che esce dal cuore.
Nelle mie canzoni metto in risalto quelli che sono i miei punti di forza e anche le mie debolezze, oggi sono tutti un po’ Pablo io non lo sono e manco vorrei esserlo.
In questi due anni ho lavorato duramente per consolidare le mie capacità artistiche entrando in contatto con più persone possibile, ascoltato nuova musica ma soprattutto provando e riprovando.
“Motema” è il titolo del singolo d’esordio: come è nato e come è stato prodotto?
Motema è stato amore a prima vista, ho trovato il beat in uno dei canali YouTube che segue, 30 minuti dopo aver scaricato il beat avevo già scritto il testo e tutto, ho contatto subito il producer. Il beat è prodotto da Clarobeat ma il mix e mastering è di Cizzy un mio carissimo amico, appena gli ho girato il progetto mi ha ricontattato e conferma il mio entusiasmo aggiungendo che se avessi voluto rendere la canzone ancora più spumeggiante avrei dovuto fare un feat e lui aveva la persona giusta, il caso ha voluto che questo artista fosse un mio amico ciò star Vicy.
Con Motema mi sono discostato un po’ a l’afrobeats perché la base non è proprio afro ma è il mio approccio a livello di flow che in qualche modo richiama un po’ alla scena afro.
È molto diversa anche da Faya, il mio primo singolo, ma solo a livello di produzione, sono due singoli che se inseriti all’interno di un progetto unico starebbero benissimo insieme.
In che modo questo progetto si relaziona con le tue produzioni passate e in che modo anticipa quelle future?
La relazione come dicevo è data dal mio approccio, di base sono due produzioni molto melodiche, con Motema ho capito che posso creare un qualcosa riconducibile solo a Mustik non più un Mustik che guarda la scena francese o artisti africani ma è un Mustik che cerca di portare l’afrobeats in Italia segmentando ulteriormente l’afrobeats in un sottogenere tutto suo.
Motema è molto diversa da Faya, il mio primo singolo ma solo a livello di produzione, sono due singoli che se inseriti all’interno di un progetto unico starebbero benissimo insieme.
Quali progetti hai per il futuro?
Per il futuro sono focus su un unico obbiettivo: afrobeats in Italia. Per ora ho solo questo nella testa.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Restate connessi seguitemi su tutti i social è solo l’inizio!
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