Appassionato agli strumenti musicali già all’età di un anno, Andrea Abruzzetti ha deciso di entrare nel mondo della musica come Caravelle. Il suo genere non è solo indie, ma qualcosa di più innovativo e sperimentalista.
Incontrarsi di nuovo, capirsi, vivere un’emozione al 100% e mettere tutto in musica. È su queste basi che poggia “Muro di Berlino”, il suo nuovo singolo disponibile dal 18 Marzo su tutte le piattaforme digitali. Per l’occasione gli abbiamo fatto qualche domanda per scoprire qualcosa in più!

Ciao Andrea, prima di ogni cosa, com’è nato “Muro di Berlino”?
Ciao a tutti! “Muro di Belino” nasce dopo essermi rivisto con una persona importante e con la quale ho trascorso una parte della mia vita. Le emozioni provate sul momento sono uscite liberamente mentre ero di ritorno a casa; come spesso accade molte idee sono venute post confronto e infatti ero lì che ripensavo a come avrei potuto rispondere o a cosa avrei potuto dire. In altre parole ero un mix di felicità, tristezza, consapevolezze, concetti detti e non detti, quindi non appena sono rientrato a casa ho preso la chitarra e ho riordinato le idee.
Qual è il tema del brano?
Più che di tema parlerei di fermo immagine. Proprio per come nasce il brano infatti, in “Muro di Berlino” troviamo tutto ciò che mi è passato per la mente durante e post incontro. È chiaro che, come in ogni situazione, ciascun pensiero espresso poggia non solo su ciò che è stato appena vissuto, ma anche su consapevolezze maturate nel tempo e che hanno influenzato inevitabilmente il pensiero stesso. Direi comunque che “Muro di Berlino” è appunto un bel fermo immagine della mia mente, strettamente legato a quell’incontro.
Il brano è stato prodotto da Zafa. Com’è stato collaborare con lui?
Con Giovanni ormai ci conosciamo bene, abbiamo lavorato insieme su diversi brani e con lui sento di potermi esprimere come voglio, perché c’è una grande intesa che parte dal mondo musicale e arriva a quella quotidiana. Per “Muro di Berlino” è stato comico il momento in cui abbiamo avuto l’idea di mettere la cassa dritta nel ritornello, perché eravamo completamente proiettati su un’altra tipo di canzone. Partendo appunto da un’idea e facendo piccoli cambiamenti abbiamo pian piano intravisto un’altra strada, così abbiamo iniziato a strafare per divertirci e fomentarci allo stesso tempo, solo che più lo facevamo per scherzo e più realizzavamo che non ci stava male. Così è nata “Muro di Berlino” e questo aneddoto spero faccia capire come sia per me collaborare con lui; come dicevo, c’è un’intesa professionale e di amicizia che vanno di pari passo e, se non si fosse capito, lo ringrazio per il lavoro svolto.
Un carico ricco di intensità, perché hai deciso di metterti a nudo con i tuoi ascoltatori?
Ma in realtà non è diverso da tutte le altre volte. Nel senso che magari in questa canzone, rispetto ad altre, ho espresso concetti più intimi, tuttavia credo che ogni artista si metta a nudo dal momento che inizia un’opera, e questo vale per ogni tipo di arte. Nel caso musicale, in particolare, si capisce subito il mood in cui è l’artista nell’istante o periodo in cui ha scritto il pezzo; ad un orecchio attento, non servono le parole per capirlo, la musica parla da sé.
Programmi per il futuro?
Prossimamente usciranno altri due singoli: il primo rappresenterà un’introduzione all’estate, mentre il secondo l’estate inoltrata, o meglio l’estate nella sua pienezza. Dopodiché ragionerò su un possibile album, ma il percorso è ancora molto lungo. Grazie per le domande, un abbraccio agli amici di Siloud!
Il brano, prodotto da Zafa e distribuito da Artist First, è un vero e proprio flusso di sensazione lasciate libere di abbracciare, in musica, il mondo interiore dell’artista.
Caravelle for Siloud
Instagram: @__caravelle__
Credits: Riccardo Zianna, Giorgia Groccia