Dietro i Best Practice ci sono quattro musicisti milanesi con background abbastanza differenti ma accomunati dalla passione per tutto ciò che è urban. Propongono una rielaborazione di hip hop, funky, trap ed edm, cercando di non dimenticare i loro trascorsi più melodici. Gravitano tutti attorno al mondo della musica, chi come insegnante, chi come performer, chi come producer. “Dove” è il titolo del loro ultimo brano, online dall’8 aprile.
Band: Best Practice
Componenti: Serena Aldrighetti, Andrea Antichi, Leonardo Caruso, Daniele Roveda
Età: 28, 34, 27, 26
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: STIC***I, Olga e Andrej
Periodo di attività: dal 2021
Genere musicale: Urban
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer

Chi c’è dietro i Best Practice?
Siamo quattro musicisti milanesi con background abbastanza differenti ma accomunati dalla passione per tutto ciò che è urban. Proponiamo una rielaborazione di hip hop, funky, trap ed edm, cercando di non dimenticare i nostri trascorsi più melodici. Gravitiamo tutti attorno al mondo della musica, chi come insegnante, chi come performer, chi come producer.
Qual è il significato del nome che avete scelto per rappresentarvi?
Il progetto nasce già tre anni fa ma è solo nell’ultimo anno che ha effettivamente preso la forma attuale. Fino all’anno scorso esistevamo come Practice: il nostro genere era una specie di hip hop old school acustico e suonavamo regolarmente in molti locali milanesi insieme al rapper romano/milanese Diamante.
Il nome nasce da un bellissimo brano di August Greene che ci sembrò estremamente adatto al nostro progetto, in quanto il concetto di “pratica” è valido in ogni sfaccettatura della vita, artistica e non. Dopo aver deciso di separare le nostre strade abbiamo avuto un periodo di iniziale smarrimento dal quale siamo usciti facendo pratica, appunto. Grazie a una ricerca in studio durata mesi abbiamo trovato una nostra identità e diverse sonorità che ci caratterizzano. A quel punto ci è sembrato naturale trasformare il nome in Best Practice.
È ovvio che ognuno di voi nutre una forte passione per la musica. Quando però avete deciso di metterla in comune e di creare un progetto artistico insieme?
La cosa bella è che ci siamo conosciuti proprio con questo intento. Andrea, Daniele e Serena hanno iniziato rispondendo qualche anno fa al classico annuncio su villaggiomusicale proposto, ironia della sorte, da un cantante che ha abbandonato quasi subito il progetto. Quando Leo è entrato a far parte del gruppo nel 2019 abbiamo subito trovato la giusta sintonia.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
Electro Deluxe, Marracash, Ricky Le Roy. Il fatto è che abbiamo gusti e formazioni molto diversi. Ci piace pensare che il nostro obiettivo debba essere quello di unire questi mondi apparentemente incompatibili.
Quali sono i vostri percorsi nella musica fino ad oggi e, sempre per ognuno di voi, quale pensate sia stato il momento più importante?
Andrea: Ho iniziato a suonare la chitarra classica ma sono presto passato al basso e successivamente alla produzione. Il momento più importante per quanto mi riguarda è stata la discussione avuta con Leo riguardo le produzioni in studio o in sala prove e mi fa piacere riconoscere che aveva ragione lui.
Leo: Ho passato l’infanzia a studiare il pianoforte classico senza capire molto quel mondo. Ascoltando cose completamente diverse mi sono appassionato davvero alla musica e mi sono accorto di volerla produrre oltre che ascoltare. La svolta per noi credo sia arrivata quando Sere ha inviato un vocale con la prima bozza di un brano che ancora deve uscire e che al momento non nominiamo.
Serena: Ho iniziato a suonare il pianoforte classico poi sono passata al canto, che oggi insegno. Il momento più importante per me è stato quando mi sono resa conto di sentirmi a mio agio anche rappando e che questo avrebbe potuto aggiungere carattere alle nostre produzioni.
Daniele: Fin dalle elementari ho studiato batteria, fino a frequentare il conservatorio negli anni del liceo. Da lì in poi ho sempre fatto il musicista e per fortuna ho avuto molte occasioni di salire su palchi anche importanti. Quando è uscito il nostro primo singolo per me è stato un momento molto significativo: dopo tanti anni passati a suonare musica di altri, finalmente qualcosa di nostro!
Parliamo ora del vostro progetto: abbiamo notato che con Best Practice cercate di dare un’impronta più ‘classica’ e d’autore a sonorità molto moderne, dandogli un tocco di unicità e di novità. Quali pensate siano i tratti principali di ciò che fate?
Avete detto tutto voi. In studio cerchiamo sempre di imparare e utilizzare diverse tecniche di produzione con la stessa cura con cui da ragazzini studiavamo i nostri strumenti. Ci divertiamo a mescolare approcci attuali con altri più tradizionali senza veramente preferirne uno all’altro.
“Dove” è il titolo del vostro ultimo brano, online dall’8 aprile. Come avete lavorato a questo singolo e cosa avete voluto comunicare agli ascoltatori?
Questo singolo è un brano a cui siamo particolarmente legati perché è stato il primo in cui abbiamo davvero messo in pratica ciò di cui parlavamo prima. Siamo partiti da un pianoforte dal timbro vintage e abbiamo cercato di costruirci attorno un’impalcatura più moderna. Senza dimenticarci dell’anima poetica di Franchino e della sua magia che ha portato via Serena nella scrittura del testo.
In che relazione si pone questo singolo con le vostre produzioni passate?
“Dove”, così come gli altri singoli, rappresenta per noi un’evoluzione significativa. Con questo brano, inoltre, per la prima volta ci siamo imbattuti in un arrangiamento più carico che ci ha molto stimolati sia in fase di scrittura che di produzione e mix.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
“Dove” è il terzo di cinque brani che verranno pubblicati nelle prossime settimane, ognuno con una copertina disegnata da un artista differente che ha avuto carta bianca per esprimere graficamente ciò che il brano gli suscitava. Durante l’estate usciranno diverse collaborazioni con alcuni artisti locali ma nel frattempo siamo già al lavoro per altri inediti.
C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?
Grazie di supportare questa pagina e, di conseguenza, tanti artisti che hanno qualcosa da dire!
Best Practice for Siloud
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