Verena, in arte e all’anagrafe, è un’artista di 25 anni che divide la sua vita tra musica, amici e amore. Oggi studia canto pop al Conservatorio Nicola Sala di Benevento e si sente pienamente rappresentata dal suo nome. Usa la tecnica al servizio delle sue emozioni, ma parte tutto dall’emozione, che per lei è la cosa che arriva per prima, senza il bisogno di essere spiegata. lI suo ultimo singolo si intitola “Spine” e nasce a quattro mani in collaborazione con la Black Diamond Records.
Nome: Verena Cognome: Crisci In arte: Verena Età: 25 Città: Airola Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Spine Periodo di attività: dal 2020 Genere musicale: Alternative pop, lo-fi Piattaforme: Spotify

Chi è Verena nella vita di tutti i giorni?
Descrivermi mi viene sempre un po’ difficile… Ho 25 anni ma mi sembra di averne a volte mille e a volte quattro. Sono cresciuta ad Airola, un paese in provincia di Benevento, un territorio che mi ha insegnato prima ad accontentarmi di ciò che ho e poi mi ha aiutata a capire quanto è importante agire affinché i desideri si tramutino in realtà. Studio canto pop al Conservatorio Nicola Sala di Benevento e il resto del tempo lo divido tra musica, amici, musica e amore.
Perché hai deciso di utilizzare il tuo nome anche nel campo artistico?
Da piccola odiavo il mio nome. Ero una bambina che amava stare al centro dell’attenzione per cui a volte era soddisfacente sentir dire “che bel nome, non l’ho mai sentito”, altre volte dovevo accontentarmi di essere chiamata Serena, Veronica, ecc. Crescendo ho riscontrato nel significato del mio nome un’impeccabile descrizione di me stessa. Verena probabilmente deriva dal verbo latino vereor, e significherebbe “timorosa” o al passivo “temibile”. Non so bene come spiegarlo a parole ma ho sempre ottenuto qualcosa provando paura, o incutendone (si intende in senso lato, ovviamente…)
Quando hai scoperto la tua passione per la musica e come l’hai coltivata nel tempo?
Ho scoperto la mia passione per il canto sotto la doccia da bambina. Mia madre a volte mi ricorda che non ero per niente brava, ma io ricordo che mi impegnavo tantissimo a trovare il modo più giusto per emettere i suoni, e come descrivere quel tipo di emissione. Mi ricordo che da piccola facevo una distinzione tra “voce grossa e voce sottile”, che tecnicamente si chiamano “registro di petto e registro di testa”, ma l’ho scoperto solo dopo. Mi affascina tantissimo infatti l’anatomia dell’apparato vocale. La musica invece ti entra dentro senza che lo decidi tu, e io mi sento costantemente piena di musica, in qualsiasi momento della giornata e devo ammettere che gli studi che sto facendo mi aiutano decodificare ancora meglio gli aspetti di quest’arte meravigliosa apprezzandola ancora di più.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Non credo di essere presuntuosa nel dire che la mia cantante preferita sono io, sono solo meno ipocrita di altri/e. Detto questo, la musica va ascoltata senza pregiudizi perché anche in un solo di chitarra o di un flauto trovo ispirazione per colorare e muovere la mia voce, così come potrebbe ispirarmi la sirena di una volante o il rumore di un tuono per una composizione. Se hai dentro di te la musica la ritrovi ovunque, e tutto ti sembra più familiare. Se devo fare un nome è Alycia Keys.
Sei una grande appassionata della voce, per cui immaginiamo che il canto sia il centro intorno a cui ruotano le produzioni che portano il tuo nome. Quando hai scelto di avviare un percorso artistico e con quale obiettivo?
Ho sempre disegnato la mia strada del futuro vedendomi insegnante. Ammetto di essere stata vittima del “partendo da un paese così non posso puntare su nient’altro”. Non voglio essere fraintesa, credo che l’insegnamento sia un’arte e perseguivo questa strada con una grande fierezza. Ma ad un certo punto ho capito che non avrei potuto servire la musica da insegnate se non l’avessi prima indossata io stessa. Tutto è coinciso con un incontro speciale e da circa un anno si è avviato questo percorso artistico che mi ha cambiato la vita, e l’obbiettivo è esattamente continuare questa catena, voglio incontrare l’anima delle persone attraverso la mia voce e la mia musica e creare nuove strade, nuove domande e nuove risposte in ognuno di loro.
Immagina di doverti raccontare ad una persona che non ha mai ascoltato nulla di tuo. Quali pensi siano i caratteri principali della tua musica e come definiresti ciò che fai?
Non credo che userei le parole, credo che la inviterei semplicemente da indossare un paio di cuffiette e ascoltare qualcosa di mio. Uso la tecnica al servizio delle mie emozioni, ma parte tutto dall’emozione, che è poi ciò che arriva per prima, senza il bisogno di essere spiegata.
Il tuo ultimo singolo si intitola “Spine” e nasce a quattro mani in collaborazione con la Black Diamond Records. Come avete lavorato a questo brano e cosa avete voluto raccontare con esso?
Il brano nasce in studio. Io e Fabio Mosk Moscatiello, (producer e compositore) abbiamo una forte intesa e la comunicazione avviene durante la creazione senza la necessità di parlare. Di solito lui mi accompagna dolcemente verso le direzioni che gli suggerisco. Sono veramente fortunata ad aver trovato la Black Diamond Records in questo periodo della mia vita. Il brano racconta di quanto siano indispensabili le spine per capire la bellezza delle rose, dunque di quanto grazie, a volte, al dolore diventi tutto più tangibile, anche la gioia. Rappresenta lo switch che ogni donna compie oltrepassando la linea della giovinezza e addentrandosi in un ruolo che ne contiene altre mille. Perché una donna, è donna, ma anche uomo, è femminile senza per forza doversi scoprire, è dolce ma anche feroce. E’ la sua capacità di decidere che la rende donna.
In che relazione questo brano si pone con le tue produzioni passate?
In realtà Spine rappresenta il mio primo progetto discografico. Mi trovo infatti immersa in un entusiasmo senza paragoni. Il mio primo singolo, il mio primo video… ah e questa è la mia prima intervista!
Quali progetti hai per il futuro?
Ci sono in cantiere tantissime idee, l’ultimo anno è stato utile per tante riflessioni e ispirazioni. Per il momento dico EP.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Volevo raccontare brevemente una cosa. All’età di 18 anni e mezzo sono stata inghiottita da un vortice di negatività di cui ricordo solo la forza con cui mi attirava. Non ho mai smesso di ascoltarmi, anche nella confusione. Nonostante non sia stato mai facile, le cose belle non le ho mai perse di vista; anzi, sono venute loro a cercarmi come l’amore, l’amicizia, la musica e anche i viaggi. Oggi mi sento nel posto giusto al momento giusto in ogni istante.
Verena for Siloud
Instagram: @forseverena Facebook: @forseverena Credits: Fabio Moscatiello, Black Diamond Records