Manfri è il progetto solista di Manfredi Grigolo, classe 2000. Tutto è iniziato nel 2019, dopo aver scritto il primo pezzo. I suoi stimoli alla scrittura arrivano dalla realtà, mescolando passato, presente e futuro all’interno dei testi in una chiave di lettura senza maschere. Il suo genere è un Indie con influenze Pop e oggi ve lo presentiamo in occasione dell’uscita del suo ultimo singolo “Fragile”.
Nome: Manfredi Cognome: Grigolo In arte: Manfri Età: 20 Città: Arezzo Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Rimedio, Moet, Stanza. Periodo di attività: 2019 Genere musicale: Indie-Pop Piattaforme: Spotify, Apple Music, Deezer, Soundcloud, Youtube, ecc.

Chi c’è dietro Manfri?
Non direi che c’è qualcuno dietro Manfri, perché fondamentalmente Manfri è proprio ciò che a impatto si vede, un ventenne di provincia che cerca di far arrivare la sua musica a più persone possibili.
Come sei passato da Manfredi a Manfri?
In realtà questo passaggio non c’è mai stato, non ho poi pensato di essere nessuno al di fuori di me stesso, pertanto il mio nome d’arte è anche il mio nickname storico. C’è voluto del tempo prima che capissi che il mio nome era quello perfetto per intraprendere il mio percorso. Ciò si riflette nelle mie canzoni, quello che scrive Manfredi lo scrive Manfri e viceversa.
Quando ti sei appassionato alla musica e che importanza ha questa nella tua vita?
Diciamo che ne sono sempre stato appassionato e mi ci sono sempre approcciato in modi anche diversi, suonando vari strumenti anche se con incostanza. Ho passato la mia infanzia ad ascoltare Michael Jackson e Beatles, che forse devo ringraziare per ciò che sto facendo oggi, possiamo dire che musicalmente mi hanno svezzato.
Adesso ascolto musica ogni volta che posso, mentre faccio colazione, mentre lavoro e nel tempo libero… sotto la doccia ci faccio i concerti…
Quali sono gli artisti a cui ti ispiri e in che modo influenzano la tua musica?
Sicuramente Post Malone negli anni fra le mie orecchie c’è stato parecchio, traggo molta ispirazione soprattutto dalle sue composizioni e dalle sue melodie. Per quanto riguarda il cantautorato ho iniziato prendendo spunto da Franco126, Venerus e altri Big del genere, attualmente cerco di coltivare il mio stile per quanto riguarda il lato lirico, cercando di trovare un canale di trasmissione che possa chiamare mio, che mi dia quella certa indipendenza.
Hai scritto il tuo primo pezzo nel 2019. Da allora, quali sono stati gli step più importanti del tuo percorso artistico?
Devo dire che lo step più importante dopo il mio esordio è proprio questo pezzo, perché finalmente ho definito una direzione che mi piace e che mi convince, ci ho messo 9 mesi di inattività per capirlo, ma penso che ne sia valsa la pena. Avrei voluto fare tanto di più, come già sappiamo non è stato semplice nell’ultimo anno, spero di rifarmi in questo 2021.
Un cantautorato particolarmente moderno, all’interno del quale si mescolano influenze pop, indie ed elettroniche: questo è quello che abbiamo percepito delle tue produzioni. Dal lato tuo, come descriveresti la tua musica?
Direi che la mia musica è un insieme di influenze con un cantato melodico che fa da collante, non saprei descriverla in altro modo da un punto di vista pratico…Mi piace sempre cercare la giusta melodia, quella che almeno personalmente mi fa emozionare, che mi porta a dire: “okay voglio riascoltare quel certo punto di quella certa traccia”, quando questo accade nel mio processo creativo so che sto andando nella direzione giusta.
Dai molta importanza ai testi dei tuoi brani: ci tieni a sottolineare che la tua scrittura ha come obiettivo quello di comunicare la tua esperienza, la realtà e null’altro. Perché questa scelta?
Semplicemente perché nella realtà di oggi tutto sa un po’ di falso, di costruito. Spesso i cantanti all’interno dei loro testi raccontano avvenimenti fittizi, cosa che accetto, alla fine raccontiamo tutti delle storie… Ma per me la musica è il mezzo per comunicare con il mondo, per dare voce a ciò che non riesco a trasmettere a parole. Considero un mio pezzo letteralmente una parte di me; non potrei mai raccontare qualcosa di irreale o inventato.
Il tuo ultimo singolo si intitola “Fragile” e mette insieme passato, presente e futuro. Come hai lavorato al brano e in che modo questo si relaziona con le tue produzioni passate?
“Fragile” racchiude in sè tanti episodi, pensieri e impressioni che riguardano la mia relazione passata. È lo stato in cui si vive al momento del break-up, il sentirsi persi e l’incapacità di poter stare senza una figura di riferimento.La melodia del ritornello è stata il punto di partenza per la costruzione del brano, alla base ha pensato Kyv, con il quale nonostante la distanza c’è stata una bella intesa. Anche il testo ha rappresentato la luce in fondo al tunnel di un periodo privo di ispirazione.
Questo pezzo come ho già detto per me rappresenta un nuovo inizio, una sorta di rinascita, lo considero come un punto saldo sul quale poter costruire il mio progetto.Gli altri tre brani usciti in precedenza sono stati necessari per comprendere che tipo di percorso musicale volessi intraprendere, di fatto sono tutti abbastanza diversi fra loro.
Quali progetti hai per il futuro?
Sicuramente ho intenzione di pubblicare musica con più costanza rispetto a come ho fatto fin ora, e come tutti gli altri artisti spero di poter sostenere qualche live il prima possibile.Per il resto continuerò a fare musica come da due anni a questa parte.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Spero che il pezzo vi piaccia!
Manfri for Siloud
Instagram: @themanfri
Credits: Nina Selvini, Marco Negro, Astarte Agency