Leonardo Zaccaria è un ragazzo di 23 anni che sta provando a fare della sua passione il suo lavoro e che, in generale, sta provando a tracciare un puntino nel gigantesco mondo di quella che chiamiamo arte. Scrive canzoni ed è un cantautore: è un artista a tutto tondo e si è fatto conoscere sia tramite la sua voce che tramite la sua scrittura. “MAXXI” è il titolo del suo ultimo singolo, una canzone d’amore che non ha paura del futuro.
Nome: Leonardo Cognome: Zaccaria In arte: Leonardo Zaccaria Età: 23 Città: Roma Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: MAXXI, Hotel Malinconia, Il senso di una storia, ecc. Periodo di attività: dal 2020 Genere musicale: Pop, Cantautorato, Pop acustico Piattaforme: Spotify, YouTube, Apple Music, Amazon Music Deezer, ecc.

Chi è Leonardo Zaccaria?
Sono un ragazzo di 23 anni che sta provando a fare della sua passione il suo lavoro e che, in generale, sta provando a tracciare un puntino nel gigantesco mondo di quella che chiamiamo arte. Scrivo canzoni e sono un cantautore. Vivo tra Roma e Milano, perché da 2 anni lavoro lì come autore di canzoni per Sony Music Publishing e quindi salgo a Milano frequentemente. A causa della pandemia però sono salito molto poco ultimamente, avevo preso anche casa in affitto lì ma è coinciso con l’inizio della pandemia e quindi… potete immaginare.
Ci ha colpito la tua scelta di mantenere il tuo vero nome anche in ambito artistico. Non hai mai pensato ad un nome d’arte?
Sì, effettivamente è una cosa sempre meno comune. E devo dire che come tutti ho pensato anche io a un nome d’arte ma alla fine ogni volta che parlavo con le persone che lavorano al mio progetto, con i miei amici, un po’ tutti mi dicevano che “Leonardo Zaccaria” gli sembrava bello e artistico, come se fosse già un nome d’arte. E che, cosa più importante, rappresentava bene il mio progetto. Così alla fine mi sono convinto anche io.
Quando hai scoperto la musica e quando lei ha scoperto te?
Avevo 6-7 anni, iniziai a suonare il pianoforte e poi la chitarra. Ed è proprio quando iniziai a suonare la chitarra che nacque in me un’esigenza, un sentimento che mi spiazzava, mi faceva intravedere un mondo infinito. Dopo un po’ che la suonavo ho pensato: “Sarebbe bello creare qualcosa di mio”, è una cosa che è subentrata naturalmente. Non so se c’è un momento preciso in cui ho capito di voler fare questo nella vita ma ogni volta che vedo un artista che veramente mi ispira e mi emoziona è come se pensassi: “Ok, questo è il lavoro più bello del mondo, e devi provare a far sì che questo sia il tuo posto”.
Quali sono le tue influenze musicali?
I miei ascolti sono vari e spaziano fra un po’ fra i generi. Nei primi anni in cui scrivevo ho ascoltato moltissimo i cantautori storici italiani, i grandi della canzone italiana. Mi piace lasciarmi influenzare da tutte quelle cose che creano un’atmosfera che mi fa emozionare, anche se molto lontane da me. Ascolto anche rap, che mi piace provare a portare un po’ nel mio mondo con alcune metriche più spezzate. Se devo fare dei nomi delle cose che sto ascoltando di più attualmente sono: Cigarettes after sex, i primi di album di Venditti che non conoscevo in maniera approfondita e i Kings of Convenience.
Sei un artista a tutto tondo: infatti, ti sei fatto conoscere sia tramite la tua voce che tramite la tua scrittura. Quali sono stati, fino ad oggi, i momenti più importanti del tuo percorso nel settore musicale?
Questo inizio 2021 è stato sicuramente un periodo importante per me e che penso ricorderò sempre con piacere. “Il cielo contromano”, la canzone che ho scritto per Deddy, concorrente di Amici 20, è stata accolta molto bene ed è bello vedere il percorso che sta facendo.
Sicuramente il momento da artista più bello fino ad oggi è la realizzazione di “Hotel Malinconia”, canzone su cui Samuele Barbetta ha creato una coreografia ballandola durante quest’edizione di Amici. Questa canzone mi ha fatto arrivare una quantità di affetto e di emozioni inimmaginabile. Se devo tornare indietro nel tempo dico sicuramente la collaborazione da autore con Annalisa nel disco NUDA con “Graffiti”. Più indietro ancora nel tempo penso a Maggio 2018, quando sono diventato un autore per Sony music Publishing. È stato un po’ l’inizio di tutto.
Le tue produzioni fluttuano tra il cantautorato e il pop, tra nostalgia ed influenze artistiche, tra la musica e il cinema. Se dovessi descrivere la tua musica, cosa diresti?
Mi piace immaginare la mia musica come un viaggio. E quindi durante questo viaggio ci sono persone che possono salire su questo treno e paesaggi diversi che si susseguono. Spesso questo viaggio incontra il cinema, come avete detto bene nella domanda, incontra la malinconia e tutte le influenze artistiche che possono darle una sfumatura. Mi piace raccontare la malinconia come un qualcosa di energico e con come qualcosa di statico, motivo per cui c’è sempre un pizzico di malinconia anche nelle mie canzoni più ritmate. Parte tutto dalla mia chitarra e la mia voce e non so bene dove va a finire. Spero però nel cuore di qualcuno.
“MAXXI” è il titolo del tuo ultimo singolo, una canzone d’amore che non ha paura del futuro. Come è nato e come è stato prodotto?
“MAXXI” è nata dopo aver vissuto una sensazione particolare: sentirsi in un’oasi in mezzo al caos totale e non temere il caos quando tornerà. È una fotografia di quei momenti in cui ci sentiamo al riparo da tutto, in cui non ci serve scappare e abbiamo solamente una serenità reale che ci abbraccia. La mia generazione ha spesso paura del futuro, a maggior ragione dopo l’anno particolare che abbiamo vissuto, e mi piaceva raccontare che non dobbiamo sempre sentirci in ritardo o in anticipo rispetto alla nostra vita. Possiamo prenderci dei momenti e goderceli, fermarci per ripartire più forti. Il nemico non è il futuro, semmai lo sono queste paranoie con cui ci ritroviamo a ballare periodicamente.
Questa canzone è un messaggio di una persona all’altra: “Non importa se siamo in ritardo o se siamo in anticipo, se stiamo facendo tutto giusto o tutto sbagliato, godiamoci questo momento, questo amore, questa serenità improvvisata”. Nella produzione Michele Canova ha cercato di mantenere l’energia che aveva il pezzo nella versione acustica, è luminosa ma allo stesso tempo malinconica. Mi piacciono molto le chitarre elettriche che subentrano nei ritornelli che sporcano un po’ la canzone e accompagnano bene le frasi “ribelli” del ritornello.
In che modo questo brano si relaziona con le tue produzioni passate e in che modo pensi che anticipa quello che sarà del tuo progetto artistico?
Sono contento che “MAXXI” sia uscita in questo momento e che sia arrivata dopo le canzoni che ho fatto uscire. È il passo dopo “Hotel Malinconia”, una canzone molto importante per me.
Se “Hotel Malinconia” era un luogo, un posto, una stanza, “MAXXI” è uno spazio aperto. È come uscire da quella malinconia per un po’ e far girare le emozioni alla luce del sole, godersi il momento senza pensare al domani. Mi sembra inoltre una canzone che possa fare da ponte tra quello che è uscito prima e quello che arriverà.
Quali progetti hai per il futuro?
Voglio continuare a far uscire le mie canzoni e per ora non è previsto un album. Nonostante io sia molto legato al concetto di disco, per ora continuerò con dei singoli e so che un progetto più ampio arriverà al momento giusto per il mio percorso. Nel mentre voglio ampliare più possibile il mio modo di esprimermi nel campo artistico, provando ad incontrare sempre più mondi paralleli alla mia musica. È un viaggio, come dicevo prima.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Vorrei dirgli grazie per aver letto quest’intervista. Spero di avervi incuriosito ad andare ad ascoltare le mie canzoni. Grazie Siloud per aver realizzato l’intervista. Penso che sia importante parlare di musica tanto quanto farla. La creazione artistica in fondo è un fuoco d’artificio lanciato nel cielo e quando si parla di musica, di cinema, di letteratura, di arte è bello osservare il modo in cui quel fuoco d’artificio disordina le stelle.
Leonardo Zaccaria for Siloud
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Credits: Alice Cherubini, Valentina Aiuto, Canova Rec