Maggio è Roberto He, cresciuto a Roma ma di base a Milano da anni. Prima ancora della musica, la sua passione è rivolta anche alla scrittura: questo amore è nato dopo aver scoperto che gli piaceva trovare le parole giuste per descrivere ciò che aveva in mente. È da poco disponibile il suo primo album ufficiale “Nel mentre (Lato A)”, nato per mettere in ordine e ricreare quello che avevo visto e sentito dopo un anno e mezzo.
Nome: Roberto
Cognome: He
In arte: Maggio
Età: 27
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Raffreddore, Latte Versato, Sempre
Album pubblicati: Nel mentre, I nostri fallimenti, Manuale di sopravvivenza per fiati corti
Periodo di attività: dal 2017
Genere musicale: Rap, Emo, Pop
Piattaforme: Spotify, YouTube, Amazon Music, Tim Music, Tidal, ecc.

Chi è Roberto He?
Sono nato a Roma, cresciuto a Bracciano prima di spostarmi a Milano da Roma a 23 anni per fare il grafico. Attualmente ho 27 anni, vivo a Milano Nord-Est e oltre al mio progetto personale faccio parte di un collettivo chiamato KLEN SHEET. Negli anni qui al Nord, ho fatto vari lavori dopo aver lasciato la posizione da grafico per avere più tempo per coltivare ciò che mi interessava di più.
Prima ancora della musica, la tua passione è rivolta anche alla scrittura. Quando e come nasce questo amore?
Quando ho scoperto che mi piaceva trovare le parole giuste per descrivere ciò che avevo in mente. Tirare fuori delle conclusioni e lasciarle lì fino a che non diventano emblema di un periodo della vita era una cosa che mi dava l’idea di dare un senso e di lasciare traccia del mio vissuto. Inconsciamente, credo che il bisogno principale quando ero al liceo fosse questo. Leggendo qua e là dei libri mi è capitato di ritrovarmi nelle parole di altri e da lì è stato un trovare parti di me in frasi altrui per poi arricchirmene. Direi che è uno scambio equo ed anche un ottimo esercizio per comunicare col mondo in entrambe le direzioni.
Romano, ma milanese di adozione: quanto ha significato per te cambiare città?
La scelta di cambiare città mi è sempre sembrata un gesto forte di cui avrei avuto bisogno nella vita già alla fine del liceo. Nonostante questo, ho prima terminato gli studi universitari per poi trasferirmi, in quanto mi è sempre sembrato di aver bisogno di qualche tempo in più per metabolizzare le varie fasi di passaggio della vita. Per cui andarmene da Roma per me era una specie di prova per valorizzare ancora di più il posto da cui provengo, come la mia stessa persona. Andare a Milano ha significato la libertà di potermi definire e vivere nella quotidianità a seconda delle mie necessità, su un terreno spoglio di abitudini e routine intraprese da una vita. Superato il trasloco e il primo anno, mi sono accorto di quanto nella vita io mi sia sempre trovato in un flusso pieno di influenze diametralmente (in maniera apparente) opposte. Le differenze culturali di qualunque tipo mi sembrano spesso naturali ed eventualmente anche occasione di crescita personale e stare qui a Milano ha concretizzato molto di più questo mio desiderio. Ciononostante, mi sento e sarò in ogni caso di Roma; l’accento è quello.
Perché ad un certo punto Roberto He diventa Maggio?
L’arrivo a Milano mi ha concesso anche tanto tempo libero e privo di legami pre-impostati dalla vita. Per cui nella prima casa avevo tempo per esercitarmi nella scrittura e anche la libertà mentale di poter provare le prime strofe su beat. Per farmi ascoltare ci ho messo tempo anche per una questione di sicurezza nei miei mezzi. Poter studiare in tutta calma ha fatto sì che potessi prendere confidenza coi miei mezzi. Darmi un altro nome è stato altrettanto semplice perché una mia amica mi ha iniziato a chiamare maggio poco prima che iniziassi a rappare. Per cui prenderlo come pseudonimo mi è sembrata la cosa più sobria e naturale che potessi fare, conseguenze comprese.
Riusciresti a definire il tuo stile?
Proprio come faccio in generale, non mi sono mai realmente preoccupato di avere un genere di riferimento. Credo che l’indole che si scorge nei testi per la maggior parte del tempo si rifaccia all’emo italiano in cui mi rispecchio molto. Allo stesso tempo il rap e l’hip-hop ascoltati nei miei anni di liceo mi hanno dato un modo di vedere la musica anche oltre l’ascoltarla. L’idea che ci fosse una scena, valori condivisi e persone che potevano esprimere la loro realtà mi affascinava. Roma poi è sempre stata un terreno fertile per tante influenze. A livello strettamente sonoro il post-rock, il pop-punk, l’emo e tutti i generi vicini ad essi sono diciamo il campo in cui riesco a scrivere naturalmente. Forse direi semplicemente che faccio rime un po’ dove mi sento.
È da poco disponibile il tuo primo album ufficiale “Nel mentre (Lato A)”. Cosa puoi dirci su questo progetto?
Volevo capire come sarei cambiato dopo questo anno e mezzo, per cui ho iniziato a rendermi conto che parlare del passato non fosse più la priorità. A ottobre 2020, dopo essermi reso conto di quanto il mio punto di vista si fosse ritrovato figlio di un contesto più grande, ho capito che avrei dovuto focalizzarmi sul mettere in ordine e ricreare quello che avevo visto e sentito, dal semplice punto di vista che sarebbe il mio essere un essere umano.
Cosa hai voluto raccontare?
A un certo punto ho capito che volevo fare un resoconto di quello che accade nel momento in cui si decide di affrontare un periodo, per capire quale saranno le evoluzioni e quanto tempo passa prima di arrivarci.
Tra tutti i singoli, ne hai uno che preferisci?
Tutti i pezzi hanno una loro anima e un periodo a cui riesco a riferirmi quando ci penso. “A 26/27 anni” rappresenta il mio essermi reso conto dell’età che ho, “non parlarmi di altro” segna l’inizio del progetto, “aprire un occhio” è un punto di luce sul futuro che mi sono messo per non scordarmi le cose più importanti.
Credo semplicemente che questi 7 brani insieme siano meglio che visti singolarmente.
Programmi per il futuro?
Imparare e migliorare nelle cose che faccio. Farne di nuove.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Soffermarsi sui dettagli.
Maggio for Siloud
Instagram: @maggio_klensheet
Facebook: @maggioklensheet
Credits: Alice Cherubini, Valentina Aiuto