InTheMusic: Nove, interview

Roberta Guerra è un’insegnante di canto e musica. È nata e cresciuta a Genova, poi per studio è stata un po’ in giro ed è stabile a Milano da qualche anno. Si è avvicinata alla musica all’età di 5 anni, per puro gioco. Attualmente è anche una cantautrice e il suo progetto artistico, Nove, è nato poco più di un anno fa. È da poco online il suo nuovo disco, “Saturno”.

Nome: Roberta
Cognome: Guerra
In arte: Nove
Età: 30
Città: Genova
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Vocabolario, Numeri pari
Album pubblicati: Saturno
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Pop
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music

Chi è Roberta Guerra nella vita quotidiana?

Sono un’insegnante di canto e musica. Sono nata e cresciuta a Genova, poi per studio sono stata un po’ vagabonda e, da un paio di anni, sono stabile a Milano. Quando ho bisogno di rilassarmi mi metto a fare dolci.

Attualmente sei una cantautrice ed insegnante di musica. Quando ti sei avvicinata alla musica?

Mi sono avvicinata all’età di 5 anni, ovviamente per puro gioco. Una maestra, all’asilo, ci parlò dello Zecchino d’Oro e quando tornai a casa dissi a mamma e papà che anch’io sarei voluta andare a cantare lì. Ho fatto così tutte le selezioni e sono arrivata, senza neanche rendermene bene conto, all’Antoniano di Bologna. Da lì la musica c’è stata sempre: ho iniziato a studiare canto e crescendo pianoforte. Nel 2014 sono entrata al Conservatorio A.Boito di Parma in Canto Popular Music dove mi sono laureata a pieni voti nel 2017.

Nel 2018 hai scritto il brano “Tagliati a metà”, per supportare la tua città, Genova, dopo la caduta del Ponte Morandi. Da lì in poi, hai raccolto altri successi. Quali esperienze ti hanno particolarmente segnata?

Sì, nel 2018 ho scritto “Tagliati a metà” per supportare la mia città dopo l’immane tragedia che ha colpito tutti. È uno di quei brani che, in realtà, non avrei mai aver avuto l’esigenza di scrivere. Il 14 agosto 2018 mi trovavo proprio a Genova e come tutti sono rimasta scioccata dall’idea che un ponte, dove c’ero passata mille volte e tra l’altro anche giusto qualche ora prima, potesse essere crollato così, come se fosse un lego.  Ricordo che sono stata a casa, ipnotizzata davanti la tv per dei giorni, e ad un certo punto ho avuto proprio il bisogno di sedermi al pianoforte e buttare fuori tutto quello che stavo provando dentro. Così è nata ‘Tagliati a metà’ che poi mi ha accompagnata in giro per l’Italia. È stato tutto davvero inaspettato perché non avrei mai pensato potesse arrivare così diretta al pubblico. Ci sono stati tanti momenti/eventi emozionanti ma se devo sceglierne uno direi la finale del “Premio Pierangelo Bertoli”. Cantare “Tagliati a metà” e condividere il palco con Luciano Ligabue e altri grandi artisti è stato qualcosa di magico.

Quando, invece, sei diventata Nove?

È nato tutto poco più di un anno fa. Da tempo pensavo all’idea di scegliere un nome d’arte ma volevo trovare qualcosa di estremamente personale, anche perché altrimenti non mi sarei mai staccata dal mio nome di battesimo. Quando poi ha preso forma il mio nuovo progetto ho sentito proprio che era arrivato il momento giusto per fare questo salto e Nove è stata la mia chiave.

Nove è la data del giorno del mio compleanno e da sempre è il mio numero preferito. Se devo scegliere un numero per qualsiasi cosa “punto” sempre sul 9, lo uso un po’ come portafortuna, e quindi ho deciso di portarlo con me anche in questa nuova avventura.

Il tuo mondo è elettronico, ossessivo e ironico-romantico. Come nasce questo sound così particolare?

Nasce unendo la Roberta del passato e quella del presente. Da genovese sono molto legata al cantautorato; sono classe anni ’90 e nei viaggi in macchina quand’ero piccola non mancavano mai le cassette di Gino Paoli e Matia Bazar.Crescendo poi, nonostante abbia ascoltato sempre molta musica italiana, Elisa e Laura Pausini per eccellenza hanno fatto parte della mia adolescenza, ho scoperto anche il magico mondo dei Muse e Coldplay che mi hanno “rapita”.

Arrivando al presente, invece, per questo disco una fonte d’ispirazione è stata sicuramente Jessie Reyez. Per quanto riguarda il mood sono una persona che cerca di vedere sempre il lato positivo in ogni situazione e provo ad affrontare tutto con sempre almeno un briciolo di ironia e infinito cuore, che metto sempre davanti alla testa, quindi ecco che con questo mix è uscito un EP “ironico – romantico”.

Sei tornata con un nuovo disco, “Saturno”. Come nasce l’idea del progetto?

“Saturno” nasce dall’esigenza di buttare fuori i pensieri, dubbi e tutte le domande che erano chiuse nella mia testa. L’ho scritto tra la mia camera e il mio studietto, con sempre accanto la mia fedele tastiera.

Quante sono le tracce e qual è il filo conduttore tra tutte?

Le tracce sono 5 e il filo conduttore è proprio Saturno. Saturno ci mette poco meno di 30 anni a compiere una rivoluzione attorno al Sole e nell’ultimo anno ho ‘ruotato’ con lui stravolgendo la mia vita.

C’è un messaggio che dovremmo carpire ascoltando il disco?

Che è importante e bellissimo imparare a stare bene con sé stessi.

Cosa hai in programma per il futuro?

Un po’ quello che sto già facendo nel presente; in primis spero di poter presentare presto dal vivo Saturno con una serie di concerti. Contemporaneamente sto andando avanti a scrivere nuove canzoni e a creare nuovi progetti.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Se avrete piacere di ascoltare “Saturno”, mi auguro che alla fine di questo piccolo viaggio musicale possiate dire a voi stessi: “Dai, in fondo ti voglio davvero bene”.

Nove for Siloud

Instagram: @nove.music
Facebook: @nove.musica
YouTube: Nove official

Credits: Morgana Grancia, Conza Press

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