InTheMusic: Adduci, interview

Adduci si dedica allo studio della chitarra classica da piccolissimo e poi decide di dedicare la sua vita alla musica. Diverse le esperienze con le band in diverse città d’Italia. Senza ombra di dubbio la sua musica è quanto di più vicino al cantautorato classico possa esserci attualmente. Le sue canzoni hanno una caratteristica comune e ben evidente: scrittura e vocalità del tutto innovative, fresche, giovani e dal taglio contemporaneo. Ma arrivando al sodo, da poco è disponibile il suo primo album di inediti, “Se invece di sbattere gli occhi”.

Nome: Vincenzo
Cognome: Adduci
In arte: Adduci
Età: 31
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Preservativo per il cuore, Parte di me Album pubblicati: Se invece di sbattere gli occhi
Periodo di attività: dal 2010
Genere musicale: Indie Pop, Rock, Cantautorato
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, Google Play Music e altre

Chi era Adduci prima di diventare un volto noto della musica contemporanea?

Era esattamente la stessa persona! Sono sempre stato un tipo curioso, ho avuto modo di studiare e approfondire molte delle cose che mi interessano e lo ritengo un grandissimo privilegio. Vivo a Milano ma è come se non me ne fossi mai andato da Bologna e da Napoli, che sono le città in cui ho vissuto e nelle quali ancora oggi torno molto spesso. Oltre che di musica mi occupo di comunicazione e sviluppo web. Amo anche cucinare e fare sport, due cose che devo premurarmi di tenere in equilibrio!

Ti dedichi allo studio della chitarra classica da piccolissimo e poi decidi di dedicare la tua vita alla musica. Riesci ad individuare un “motivo” per questa tua propensione?

Come per ogni innamoramento cercare di individuarne le cause a posteriori condurrebbe solo alla formulazione di ipotesi! Quando ho incontrato per la prima volta una chitarra ho sentito qualcosa di molto simile alle farfalle nello stomaco. Mi piacevano le sue forme, l’odore del legno, la sensazione tattile… così ho cercato di dare soddisfazione anche alle mie orecchie e ho cominciato a prendere lezioni. Questo mi ha reso felice e non ho potuto fare a meno di continuare.

Diverse le esperienze in diverse band e in diverse città d’Italia. Come questa fase della tua vita ha influenzato il tuo percorso musicale successivo?

Tutto ciò che ho vissuto con le band in cui ho suonato è stato totalmente determinante nel rendermi ciò che sono. Abbiamo sempre preso la nostra passione molto seriamente, ma le persone con cui ho condiviso il mio percorso sono i miei amici prima che i miei colleghi.

Senza ombra di dubbio per noi la tua musica è quanto di più vicino al cantautorato classico possa esserci attualmente. Dal tuo canto, ti rivedi in questa “definizione”?

Mi ci ritrovo ed è un riscontro che mi ha galvanizzato, per questo vi ringrazio! La scelta delle metriche e la struttura dei pezzi è sicuramente più vicina a quel mondo che a molto di ciò che si sente in giro adesso, anche se ovviamente la prospettiva da cui ho potuto scrivere è quella del nostro quotidiano.

Le tue canzoni hanno una caratteristica comune e ben evidente: scrittura e vocalità del tutto innovative, fresche, giovani e dal taglio contemporaneo. Come sei riuscito a creare questo sound?

Ho cercato questa commistione tra classico e contemporaneo anche musicalmente, è stato un processo molto naturale. Questo non significa tuttavia che sia stato un processo immediato, non avevo alcuna fretta e mi sono preso tutto il tempo per provare diverse soluzioni di arrangiamento prima di trovare una dimensione che mi convincesse al 100%.

Ma arrivando al sodo, da poco è disponibile il tuo primo album di inediti. Quanta fatica di è costato “Se invece di sbattere gli occhi”?

Guardando indietro la strada percorsa risponderei che ne è costata davvero molta, ma voglio essere del tutto sincero con voi: fare un lavoro che si ama riesce sempre a ricaricarti, anche dopo averti portato allo stremo.

Com’è nato e quante tracce contiene?

Sono nate prima le canzoni e solo dopo l’idea di sceglierne alcune per andare a comporre un album. È composto da 9 tracce che sono nate da un’urgenza espressiva; in qualche modo si tratta della ricerca di un confronto.

C’è un filo conduttore tra tutti i brani?

È un album molto eterogeneo, ma tutti i brani sono una conseguenza diretta o indiretta dell’interazione con le persone che hanno incrociato il proprio cammino con il mio. Se fossi uno youtuber questo sarebbe sicuramente il video “l’effetto degli altri su di me”!

Pubblicato un album, cos’hai ancora in serbo per noi?

Continuerò a scrivere e a collaborare con tutti i miei fratelli in musica. Ho un grande desiderio di tornare a suonare dal vivo per cantare insieme queste canzoni.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Vorrei ringraziare chi ha deciso di investire il proprio tempo leggendo queste righe alla ricerca di nuova musica da ascoltare. Al di là dell’esito, trovo sia questo stesso gesto a rappresentare l’essenza della cultura.

Adduci for Siloud

Instagram: @adduciig 
Facebook: @adducifb
YouTube: @adduci 
Website: www.adduci.eu

Credits: Alice Cherubini
Ph: Giulia Bartolini

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