Olly è un ragazzo come tanti, nato a Genova a maggio del 2001 e all’anagrafe Federico Olivieri. Olly cerca semplicemente di raccontare la sua vita per dar voce a chi condivide la tua storia. Il suo stile è imprevedibile perchè ama divertirsi in studio e sentire l’energia giusta. Se questa non si palesa il pezzo non si fa. Oggi ci presenta “Lego”, il suo ultimo brano.
Nome: Federico Cognome: Olivieri In arte: Olly Età: 20 Città: Genova Nazionalità: Italia Album pubblicati: Io Sono Periodo di attività: dal 2016 Genere musicale: Pop Rap, Urban Piattaforme: Spotify, Amazon Music, Apple Music, ecc.

Chi c’è dietro Olly?
Olly è un ragazzo come tanti, nato a Genova a maggio del 2001. Cerco semplicemente di raccontare la mia vita perché sento che può essere d’aiuto a tanti come me che non sentono di aver voce in capitolo. Mi piace capire e far capire di essere capiti. La mia vita non è solo musica, o almeno ci provo. Per potermi esprimere meglio ho bisogno di fare esperienze quotidianamente, motivo per cui ho deciso di iscrivermi all’università.
Il tuo nome d’arte ha a che fare con il tuo cognome?
Il mio nome d’arte è dinastico. I miei genitori si sono conosciuti al liceo e da lì sono rimasti legati. Mia madre chiamava mio padre “Ollie” per via del nostro cognome. Fin da bimbo i miei amici hanno iniziato a chiamarmi “Olly”. Quando iniziai a far musica non sapevo come chiamarmi perché sentivo fosse troppo più importante quello che avevo da dire piuttosto che il mio biglietto da visita. Spinto dalla mia sincerità e trasparenza ho semplicemente scelto il mio soprannome; quando scrivo mi sento me stesso alla 10^, dunque Olly mi è andato benissimo.
Come è nata la tua passione per la musica e come si è evoluta in un qualcosa di più concreto?
Ho sempre bazzicato nel mondo della musica. Fin da piccolo prendevo lezioni di canto e recitazione, successivamente ho frequentato il conservatorio e i in famiglia concerti e eventi (dal jazz alla classica) son sempre stati all’ordine del giorno. Il piccolo Olly ai tempi magari si annoiava ma allo stesso tempo ha assorbito molte influenze che oggi mi aiutano a fare tutto ciò che mi passa per il cervello con la mia musica. Detto questo il momento in cui ho capito che il rap spaccava è stato quando durante i lunghi viaggi in macchina in famiglia mio padre pompava “Verità supposte” di Caparezza.
Quali sono i tuoi ascolti e come si relazionano con le tue produzioni?
Ad essere sincero ultimamente non sto ascoltando musica. Credo sia per via del periodo o per via del fatto che il mercato è oggettivamente saturo. So che è ipocrita dirlo perché sto cercando di farne parte pure io, ma sinceramente se potessi vorrei starne fuori. Ci ficcano roba in testa ogni giorno come un obbligo, ma l’arte è evasione, non reclusione. Detto questo le reference che do ai miei produttori sono tendenzialmente al periodo che va dal 2016 in giù fino agli anni ’80. Tutto ciò che mi porta indietro mi fa sentire avanti. Tutto ciò che è nuovo non lo sento tanto genuino. Forse sto invecchiando.
Quali sono stati i momenti principali della tua carriera nel settore musicale fino ad oggi?
Sento di avere già archiviato molte esperienze fantastiche: concerti, eventi, sessioni. Ciò che finora però mi rende più fiero di me e del mio team è stato il lavoro che abbiamo fatto per “Io Sono”. Curare un progetto dalla A alla Z totalmente da indipendenti e riuscire a tenere un livello alto per me è stato fantastico. Non dimenticherò mai certi momenti.
Le tue produzioni mettono in equilibrio rap e pop, ottenendo sempre sonorità estremamente ballabili. Come definiresti il tuo stile?
Il mio stile purtroppo è imprevedibile. Dico purtroppo per via dei canoni richiesti ad oggi, secondo cui tutto deve essere chiaro e imboccato. Io semplicemente amo divertirmi in studio e sentire l’energia giusta. Se questa non si palesa il pezzo non si fa. Ciò che vorrei invitare tutti a fare è di comportarci come dei bambini alle volte: guardare le cose semplicemente per come son fatte, senza inutili preconcetti. Se ti dico che il mio stile è pop mi ascolti non quell’orecchio, se ti dico che il mio pezzo è un pezzo te lo ascolti e basta.
“Lego” è il titolo del tuo nuovo singolo. Come nasce questo brano e come è stato prodotto?
Nasce tutto in studio. Produzione, scrittura e registrazione. JVLI è riuscito a capire di cosa avevo bisogno per raccontare una storia che mi ha segnato senza appesantirla ulteriormente. Questo pezzo per me è pura energia.
In che modo questo brano si relaziona con le tue produzioni passate?
In nessun modo, è questo il bello. Ho 20 anni, ho voglia di esagerare, provare, eventualmente sbagliare e poi ricominciare. La prossima uscita magari sarà R&B, o di nuovo Rap. Sto cambiando stile e crescendo costantemente, mantenendo sempre me stesso.
Quali progetti hai per il futuro?
Voglio passare l’estate vivendo tutto ciò che posso. Questi ultimi due anni quasi ci hanno tolto tanto. Una volta pieno di energia mi blindo in studio e chiudo l’album, sono già d’accordo con JVLI.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Amate sempre e sentitevi liberi. Potete fare tutto anche se non vogliono farvelo credere.
Olly for Siloud
Instagram: @olly_nclusive
Credits: Marco Negro, Astarte Agency