inarte.teo è un ragazzo timido della periferia capitolina, ha 22 anni ed è uno studente di tecnico del suono. Sta sempre con la testa tra le nuvole, però sa farsi voler bene. Ogni sua canzone si basa su due cose ben precise: groove di batteria e basso, melodie semplici ma catchy. “California” è il titolo del tuo nuovo singolo, un nuovo capitolo che racconta le periferie di Roma.
Nome: Matteo
Cognome: Salvi
In arte: inarte.teo
Età: 22
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Frammenti, Nostalgia, Paranoia, California
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Urban Pop, R&B
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è Inarte.teo?
inarte.teo è un ragazzo timido della periferia capitolina, ha 22 anni ed è uno studente (in crisi da sessione d’esame) di tecnico del suono. Sta sempre con la testa tra le nuvole, però sa farsi voler bene.
Perché questo nome d’arte?
In realtà il mio nome d’arte non ha una ‘storia’. Avevo visto il prefisso “inarte” da un ragazzo che fa musica anche lui e decisi di prendere spunto.
A 11 anni ti sei approcciato al tuo primo strumento, che poi ti ha accompagnato per tutto il tuo percorso. Facendo un passo indietro, cosa ti ha appassionato sin dal primo momento della musica?
Il voler trasmettere qualcosa. Non importa se con la voce o con qualsiasi altro strumento, credo sia questa la cosa che più mi ha colpito.
La chitarra per me era, ed è tuttora, un mezzo per esprimere me al 100% senza bisogno di dover parlare con qualcuno. Ho dei momenti di intimità dove sono io che parlo a me stesso con la massima sincerità. Se suono un giro di accordi particolare o compongo una canzone in un determinato modo so che ciò che sto scrivendo è la mia emozione in quel momento.
Quali sono gli artisti che più ti influenzano?
Indubbiamente Coco, Mecna, Frah Quintale e Franco 126. Di Mecna e Frah Quintale amo il loro modo di scrivere, credo sia una cosa molto diretta e senza troppi giri di parole, riescono a farmi entrare nel loro mondo istantaneamente. Coco lo ammiro sia per i tratti R&B che ha nelle canzoni come Calabasas o Bugie Diverse, sia per i testi nudi e crudi come Eredità. Sono due modi che si distinguono molto l’uno dall’altro però lui riesce a trovare un modo per farli dialogare. Franco 126 è il mio liricista preferito, solo lui riesce a far diventare romano chiunque. Quando ascolto lui mi sento a casa, indipendentemente dal posto in cui mi trovo. Riesce a farmi gioire anche il sabato sera a Trastevere quando cerco disperatamente parcheggio per un’ora e mezza.
Il tuo sviluppo musicale è cominciato all’età di 13 anni. Da allora, quali sono stati i momenti più importanti della tua carriera nella musica?
Ogni momento è stato importante. Ho avuto le mie gioie e le mie sconfitte (come tutti d’altronde). Ho passato serate a suonare indimenticabili e ne ho passate altrettante dove non avevo minimamente voglia di farlo. Penso che ogni cosa sia importante perché poi da quel momento/evento capisci se stai andando nella direzione giusta o meno
Come definiresti la tua musica e cosa caratterizza ciò che fai?
Ogni mia canzone si basa su due cose ben precise: groove di batteria e basso, melodie semplici ma catchy. Sono le mie due carte ‘vincenti’ (spero), perché i groove di basso e batteria servono per dare ritmo e far scuotere la testa avanti e indietro.
Con Madd3e quando scriviamo le linee di batterie non quantizziamo niente (in termini meno tecnici non mettiamo niente che sia perfettamente a tempo) perché così facendo riusciamo ad ottenere un groove. Le melodie sono strettamente legate al pop: semplici, dritte e talvolta efficaci.
“California” è il titolo del tuo nuovo singolo, un nuovo capitolo che racconta le periferie di Roma. Cosa puoi dirci di più?
“California” è una canzone nata in un periodo dove il sole era sempre al centro delle nostre giornate e trasmetteva felicità. Cercavo un modo per uscire da un loop fatto di brutti pensieri e idee confusionarie. Ho capito che il modo per farlo era vedermi con le persone a cui tengo di più.
In che modo questo brano anticipa le tue produzioni future e come si relaziona con quelle passate?
Diciamo che c’è stato un cambiamento non da poco. Prima ero chitarrista in un gruppo Melodic Hardcore, ora sono un cantante R&B/Pop. In base al tipo di genere la produzione cambia, e non poco.
Prima avevamo un modo di operare molto più metodico e a vecchio stampo perché c’era la ricerca del suono analogico nel mondo digitale, c’era la pretesa di mettere molto più alte le chitarre rispetto agli altri strumenti, ecc. Ora è letteralmente l’opposto. Quasi suono analogico, le chitarre non si devono quasi sentire, nella canzone Nostalgia ad esempio ci sono delle chitarre che non ricordavo di averle fatte perché non si sentono. In California ci sono tante take di chitarra, però si sentono pochissimo, quasi per niente.
Quali progetti hai per il futuro?
Due canzoni in uscita.
Una versione acustica di una delle precedenti.
Un brano a settembre.
Un viaggio a Londra con tanto di video e una super produzione.
Un featuring improbabile.
Voglio fermarmi qui per il momento, ho già detto troppo
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Come sempre ci tengo a fare dei ringraziamenti per il tempo speso a leggere due parole scritte da un ragazzo emergente. Il fatto che abbiate dedicato del tempo per ciò che ho scritto vuol dire molto. Spero di essere riuscito ad intrattenervi e ad incuriosirvi.
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Credits: Morgana Grancia, Conza Press